Park Ji-Sung, un giocatore ingiustamente dimenticato

Il sudcoreano è stato forse uno dei giocatori più sottovalutati

 

“Park Ji-Sung era tanto importante per le vittorie del Manchester United quanto lo era Cristiano Ronaldo”.

Così Rooney si è espresso sul suo ex compagno di squadra. Il sudcoreano è stato infatti un giocatore importantissimo per il Manchester United di quegli anni, tra i più importanti del campionato inglese nel suo ruolo.
Ma di lui si ha la sensazione che se ne sia sempre parlato poco e che il suo fondamentale apporto sia stato spesso sottovalutato, probabilmente per la sua poca appariscenza, sia in campo che fuori.
Park, però, è stato indubbiamente un elemento imprescindibile nello scacchiere tattico di sir Alex Ferguson.

GLI INIZI

Da giovane frequenta la Anyong Middle School ed entra a fare parte della squadra di calcio dell’istituto. Numerosi club si interessano al ragazzo per via della sua capacità palla al piede e della sua velocità. Tuttavia, il giovane viene il più delle volte scartato dai tanti atenei a cui viene proposto per via della sua bassa statura. Le solite storie sentite e risentite che mostrano spesso l’incompetenza di molti osservatori o dirigenti calcistici.

Anche se c’è un coach di calcio, precisamente della Myongji University, che dopo averlo visionato non vuole comunque lasciarselo sfuggire. Così, anche se non c’è posto per il momento nella squadra di calcio dell’istituto, lo inserisce nella squadra di tennis.

Dopo un anno, infatti, diventa membro del team, si guadagna il posto in squadra e persino nelle nazionali giovanili, tanto che a 18 anni ha l’opportunità di giocare con la Nazionale Olimpica del suo paese. Incredibile come la considerazione nei suoi confronti sia completamente cambiata in così poco tempo.

L’anno seguente fa addirittura il suo esordio con la Nazionale maggiore nelle qualificazioni alla Coppa d’Asia.

Nel frattempo viene tesserato da un club giapponese, il Kyoto Purple Santa, con cui in tre stagioni ottiene una promozione in prima divisione e la vittoria della Coppa nazionale, il primo trofeo nella storia del club.

Ma è con la nazionale che vive momenti indimenticabili, visto che la Corea del Sud arriva a contendersi la semifinale ai mondiali giocati in casa: competizione che sarà molto discussa per via di dubbi episodi arbitrali.

Tuttavia, la Nazionale di casa perde soltanto al penultimo atto e di misura (1-0 contro la Germania), non riuscendo a raggiungere la tanto sognata finale.

LA CHIAMATA EUROPEA

Dopo un mondiale così, non possono non arrivare offerte dal vecchio continente. Tra le tante, però, è il PSV Eindhoven di Guus Hiddink (ct della Corea del Sud ai mondiali) a spuntarla e a portarlo nei Paesi Bassi.

Dopo una prima stagione segnata da diversi infortuni, nella sua seconda annata conquista il titolo in Eredivisie, raggiungendo il prestigioso traguardo della semifinale di UEFA Champions League. Solo una rete allo scadere permette al Milan, avversario di turno, di accedere alla finalissima.

Park Ji-Sung risulta essere comunque tra i migliori della stagione, il suo nome è ormai sulla bocca di tutti i top club europei e la concorrenza nei suoi confronti inizia ad essere spietata. A spuntarla è uno dei club più importanti d’Inghilterra…

In un’intervista a NBC Sports Park dichiarerà: “Quando il mio agente mi disse che il Manchester United era sulle mie tracce, pensavo fosse uno scherzo e non gli diedi troppa importanza”.

LA GRANDE OCCASIONE

Saranno proprio i Red Devils, infatti, ad acquistarlo nel 2005 per ben 4 milioni di sterline: una storia che durerà ben sette stagioni.

L’anno successivo arriva la vittoria in Premier League, anche personalmente purtroppo subisce un grave infortunio al ginocchio. In seguito, nell’arco della stagione successiva ritrova forma e continuità, anche se viene escluso all’appuntamento più importante, la finale di UEFA Champions League contro il Chelsea.

Una decisione terribilmente sofferta per Sir Alex Ferguson, dato che il sudcoreano era un giocatore essenziale per il tecnico scozzese. I Red Devils vinceranno ai calci di rigore contro i Blues, regalando comunque a Park il primo alloro europeo.

Di recente, sempre Wayne Rooney ha dichiarato: “Nessuno si ricorda di lui ed è assurdo. Chiunque abbia giocato con lui sa quanto fosse fondamentale. Dava quantità e qualità e sono doti che convivono in pochi”.

Nel 2008-2009, anno in cui raggiunge le 100 presenze con il club, raggiunge un’altra finale di Champions League, contro il Barcellona di Pep Guardiola. Stavolta però il numero 13 gioca titolare e diviene il primo giocatore asiatico a prendere parte alla gara conclusiva del torneo.

La coppa però la vince il Barça del nuovo talento mondiale, Lionel Messi, che regola con un gol per tempo i red devils.

Nella stagione successiva firma un prolungamento contrattuale: il calciatore non vuole lasciare Manchester e sposa la causa del club per altri due anni. Park è ormai il beniamino della tifoseria di casa, la quale gli affida il soprannome di “Three-Lungs Park”, “tre polmoni”.

L’ultimo grande appuntamento con la storia del calcio europeo, Park ce l’ha il 28 maggio 2011, quando lo United si ritrova a giocare la terza finale di Champions League in pochi anni. Di fronte nuovamente il Barcellona di Guardiola che anche stavolta batte i red devils (3-1). Alex Ferguson racconterà del dubbio che lo ha attanagliato e del fardello che si porta ancora dietro riguardo quella finale: “Se avessi messo Ji-sung Park a uomo su Messi probabilmente li avremmo battuti…”. Ipotesi che, ovviamente, non avranno mai il loro riscontro. E forse è anche questo che rende il calcio lo sport più seguito e discusso al mondo

Nella stagione successiva, l’ultima con i red devils, Park tocca le duecento presenze, chiudendo la romantica parentesi in maglia rossa con ben quattro Premier League, tre Coppe di Lega, quattro Community Shield, una Champions League e una coppa del mondo per club.

Fine carriera

Nell’estate del 2012 si trasferisce a parametro zero al QPR. Con il club londinese disputa una stagione anonima e, a seguito della retrocessione della squadra in Championship, si lega nuovamente al PSV Eindhoven.

Con gli olandesi non riesce a esprimersi ai livelli passati e a fine stagione, ad appena 33 anni, annuncia a sorpresa il ritiro dal calcio.

Questa è la storia di Ji-sung Park, probabilmente uno dei giocatori più sottovalutati nella storia del calcio.

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