Fernando Torres, il torero di Madrid

La storia di uno dei centravanti più forti della sua generazione, frenata dagli infortuni e da un carattere fragile

Fernando Torres è stato un giocatore celestiale. Un portento del gioco del pallone dotato di un’enorme raffinatezza. La sua qualità palla al piede, unita alla sua esplosività, ne hanno fatto uno dei centravanti migliori del calcio europeo.

Nella sua prima parte di carriera, in area di rigore era in grado di fare qualsiasi cosa con la palla tra i piedi, sempre però con concretezza.

“Un giorno Luis Aragonés mi disse: ‘Ragazzo, tu non imparare a fare rabone, doppi passi del cazzo o stronzate simili. Tu devi fare gol!’”. Così sarà, ma ugualmente con tanta qualità.

Un artista surrealista capace di compiere delle reti immaginifiche, che sono rientrate nell’immaginario collettivo di noi tifosi.

Il capolavoro di Anfield

Ad Anfield Road si gioca il ritorno dei quarti di finale di UEFA Champions League tra Liverpool e Arsenal. È la stagione 2008-2009, e i club si giocano l’accesso alle semifinali del torneo.
La partita è equilibrata, il risultato è inchiodato sull’1-1, quando sale in cattedra lo spagnolo. È il minuto 69. Torres addomestica dolcemente la sfera spalle alla porta in area di rigore, per poi lasciare partire una conclusione mortifera, che si va a infilare sotto al sette.

Eeeeeeeeeh! È un gol bellissimo! Solo lui sa fare gol così… E poi scivola come un torero sotto la Kop!” Massimo Marianella, che sta commentando il match, si lascia andare a un urlo spontaneo seguito da un commento memorabile.

Un grido sguaiato di un appassionato visibilmente emozionato dall’ennesima prodezza di un fuoriclasse. In quel momento il telecronista veste i panni dell’innamorato di calcio che, senza troppi termini, viene rapito dal gesto tecnico e atletico dell’attaccante.

Anche se non occorre essere dei sentimentali per rimanere attoniti di fronte all’estro del campione. La spontaneità della reazione precede la meraviglia. 2-1! La partita poi termina 4-2 per i reds, che accedono alle semifinali della massima competizione europea.

Gli esordi

Nel maggio del 2001, Fernando esordisce con la maglia dell’Atletico Madrid contro l’Albacete, diventando il più giovane esordiente della storia dei colchoneros. Non contento, segna anche la sua prima rete.

Dopo la promozione ne La Liga, alla sua prima stagione nel massimo campionato spagnolo il più precoce capitano della squadra realizza tredici reti.

È l’inizio di una lunga serie di stagioni nelle quali l’attaccante iberico diventa il migliore marcatore del club. L’Atletico, risorto dalle ceneri, ottiene dei piazzamenti importanti grazie alle prestazioni del proprio centravanti, che sogna di conquistare lidi stranieri.

L’ascesa

Fernando Torres viene ingaggiato dal Liverpool per 26.5 milioni di sterline. Al suo primo anno con la maglia dei Reds, la punta mette a referto 33 reti stagionali, battendo il record di Michael Owen.

Lo spagnolo supera il primato di 23 gol per un esordiente appartenuto a Ruud van Nistelrooij. La stagione successiva il torero viene eletto migliore giocatore della Premier League.

L’ennesima riprova del talento di Torres che, nell’estate dello stesso anno, centra gli Europei con la sua Nazionale. I risultati sportivi gli valgono il terzo posto nella classifica del Pallone d’Oro.

Il suo destino sembra apparecchiato per un futuro da fuoriclasse. Il Mondiale con la Spagna nel 2010 è la ciliegina sulla torta di una carriera ricca di successi individuali.

La discesa

Più sono grandi più fanno rumore quando cadono. Nel gennaio del 2011 l’attaccante passa dal Livepool al Chelsea per 50 milioni di sterline. L’acquisto più costoso della storia dei Blues e della Premier League fino a quel momento.

Nel corso della stagione successiva mette a segno una rete in pieno recupero contro il Barcellona, che gli vale l’accesso alle finali della Champions League, vinta ai calci di rigore contro il Bayern Monaco.

Ma al Chelsea, nonostante i trofei vinti, non riesce a tornare sui suoi livelli. Infortuni e pensieri negativi tormentano il suo animo sensibile. Il Fernando Torres visto negli anni precedenti, non tornerà più.

Così, pochi anni dopo, passa in prestito prima al Milan e poi all’Atletico Madrid, con cui perde la finale di Coppa dei Campioni contro gli acerrimi rivali del Real Madrid.

Fa in tempo a vincere il suo primo titolo con i colchoneros, l’Europa League, prima di finire la sua carriera in Giappone, al Sagan Tosu.

Annuncia il suo addio al calcio nel 2019, a 35 anni, lasciando quel senso di incompiutezza che solo talenti del suo calibro possono lasciare.

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