Puntare il dito. Sì, una tendenza umana apparentemente incondizionata che emerge quando ci si trova spalle al muro. Tra un obiettivo fallito, una mancata assunzione di colpe e il desiderio di scaricare le pressioni.
Spesso, quindi, nella vita e nel calcio – come ci insegna la storia – nasce il capro espiatorio. Semanticamente, colui capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale per questo processo di trasferimento ne viene liberata.
Bersaglio facile per i tifosi meno attenti, oggetto di discussione per chi ama analizzare.
Nel mirino finiscono patrimoni calcistici come Cristiano Ronaldo e Messi (emblematici i fischi del Parco dei Principi per la pulga e le numerose critiche nelle ultime esperienze del fuoriclasse portoghese), sino alle giovani promesse. Talenti alla prima esperienza in una grande squadra, sui quali le luci dei riflettori pesano non poco.
Tra questi, lo stesso Dejan Kulusevski nella sua esperienza nella Juventus.
Difficoltà
Non giriamoci intorno. Alla corte della Vecchia Signora, lo svedese mette in fila una serie di prestazioni altalenanti.
Parte subito forte sotto la direzione Pirlo (ricorderete il gol all’esordio contro la Sampdoria), cala nella seconda parte di stagione, poi, si rialza in finale di Coppa Italia.
Le movenze che avevano ammaliato i tifosi del Parma faticano a rivedersi a Torino, se non a sprazzi.
Nulla da buttare, ma nonostante un buon bottino messo a segno (8 le reti tra tutte le competizioni) il ruolino di marcia non convince a pieno.
Troppo timido, a volte impacciato. Troppe difficoltà per un investimento di 40 milioni.
L’arrivo di un allenatore come Allegri l’annata successiva, di certo non aiuta.
Un nuovo inizio
Il tecnico livornese riparte dalle sue certezze: 4-4-2, e spazio alla vecchia guardia (Bernardeschi, Dybala, Kean e Morata). Chiesa fatica a inserirsi, Kulu si ritrova ai margini del progetto (spesso gli viene preferito Adrien Rabiot nel ruolo di esterno tutta fascia).
A gennaio, è proprio lui il prescelto insieme a Rodrigo Bentancur per fare spazio a Dusan Vlahovic.
Un addio sofferto, ma che permette lui di trovare il posto adatto per emergere.
“Erano sei mesi che non giocavo titolare una partita alla Juventus. Ti senti malissimo, perché hai dato la vita per giocare questa gara, allenandoti più duramente che puoi, e finisci per guardare giocatori giocare nel tuo ruolo che non sono nemmeno ali. Onestamente, mi sono sentito imbarazzato, persino inutile” dirà in un’intervista lo svedese.
Tottenham
“La nostra pazienza otterrà più della nostra forza” parola di Edmund Burke.
Scontato per molti, ma tremendamente vero (nel calcio soprattutto).
Trasferirsi in un campionato come la Premier League, si sa, non è mai semplice. Ritmi diversi, giocatori diversi, ma soprattutto cultura calcistica differente.
A velocizzare il periodo di adattamento, però, ci pensa Antonio Conte. Per il ragazzo nato a Stoccolma, infatti, tutto viene naturale sotto la guida del tecnico leccese.
Viene schierato con continuità nel suo ruolo e non lesina sprazzi del suo potenziale, mettendo a segno 5 gol nei pochi mesi a Londra.
Dopo settimane difficili, finalmente pazienza e lavoro ripagano.
A farlo crescere esponenzialmente, però, ci pensa Ange Postecoglu.
Percorso
L’attuale tecnico degli Spurs lo forgia nell’ultimo terzo di campo: prima facendolo partire da esterno destro, poi (nella stagione corrente), qualche metro più indietro in una posizione più accentrata.
Il ruolo di mezzala atipica sembra cucito su misura per lui. Corsa, tecnica, sacrificio lo rendono il perfetto centrocampista box to box inglese. Visione, inserimenti e cambi di posizione, un giocatore attualmente unico.
Questa l’heatmap (riportata da Sofa Score) del suo inizio di stagione.
Avete ragione, forse mi sto sbilanciando troppo, ma quanto mostrato da questo ragazzo nel nuovo ruolo in sole poche giornate è davvero sorprendente.
La grandissima prestazione di mercoledì sera contro il City in EFL Cup (condita da due assist) ne è l’ennesima prova.
Tempo al tempo, ma di certo non si può non parlare dell’evoluzione di questo giocatore.