Il ritorno del Nottingham Forest: “nuova squadra, stessi sogni”

Ritrovarlo al terzo posto in classifica – seppur momentaneo – dopo trenta lunghi anni (l’ultima volta che chiuse terzo in Premier League fu nella stagione 1994-95, quella della storica vittoria del Blackburn Rovers della coppia Sutton – Shearer per intenderci) è come risentire una melodia antica che parla di speranze, ambizioni e di quella passione senza tempo che accende i cuori dei suoi tifosi.

Dall’ex Man United Elanga all’ex Wolves Gibbs-White; dall’ex Torino Ola Aina all’ex Fiorentina Milenkovic; dall’ex Chelsea Hudson-Odoi all’ex Liverpool Neco Williams; fino ai più esperti Mats Sels, portiere classe 1992 ex Strasburgo, e bomber Chris Wood, centravanti neozelandese classe 1991 che il più della sua carriera lo ha passato nelle serie minori. Una squadra “normale”, insomma, fatta prevalentemente di “scarti” di altre squadre o calciatori più esperti che hanno avuto carriere modeste, che ora insieme stanno performando alla grande nel campionato più competitivo del mondo. Non si sa quanto e se dureranno, ma vederli così in alto non può non evocare lo spirito del Nottingham Forest di Brian Clough.

 

I fasti di un tempo

 

Con il suo carisma e la sua visione, Brian Clough costruì insieme al suo fido assistente Peter Taylor non solo vittorie mitologiche, ma un’identità, un legame profondo tra il club e la gente. Quel Forest, che conquistò un titolo inglese, due Coppe dei Campioni e una supercoppa Uefa, non era solo una squadra: era un sogno incarnato, una voglia di sfidare il grande contro ogni probabilità.

E oggi il terzo posto in Premier League degli uomini di mister Nuno Espirito Santo sembra un tributo a quell’eredità. Un piccolo sussurro del passato che ispira il presente, qualcosa che, seppur in minima parte, col pensiero ci riporta romanticamente a quegli anni leggendari.
Anni che hanno reso il Forest un mito, un vero credo tra gli appassionati di tutto il mondo: chiedere a Taku da Tokyo, tifosissimo dei “rossi Garibaldi” (sì, i fondatori nel lontano 1865 si sono ispirati proprio al rosso delle camicie dei garibaldini) che qualche settimana fa, alla sua prima presenza in vita sua al City Ground, non è riuscito a trattenere le lacrime.

https://x.com/nffc/status/1864757316874101126?s=46&t=QWPoF2kaetYvj4Ry4v1o-w

Sì, perché fedi così, si sa, non hanno confini. Non ne avranno mai.

 

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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