Difficile comprendere le ragioni dietro una battuta di arresto, i districati schemi negativi di un inscrutabile mondo qual è la mente.
Difficile perché, come ci insegnavano già i greci, sono i significati che attribuiamo alle cose a renderle tali. Nessuno spazio per l’oggettività, via libera per l’irrazionale (pathos).
Eppure, quando si vivono infanzie come quelle di Dele, purtroppo, non ci si deve troppo sforzare per comprenderne la sofferenza.
Una ferita dell’anima, della quale il ragazzo ha parlato di recente nel podcast di Gary Neville: “Penso che ci siano stati alcuni incidenti che potrebbero aiutarti a capire. A 6 anni sono stato molestato da un’amica di mia madre, che era spesso a casa. Mia madre era un’alcolizzata, ed è successo a 6 anni. Sono stato mandato in Africa per imparare la disciplina, e poi sono stato rimandato indietro. A 7 anni ho iniziato a fumare, a 8 ho iniziato a spacciare droga. Una persona mi ha detto che non avrebbero fermato un bambino in bicicletta, quindi ho girato con il mio pallone da calcio e sotto avevo la droga, avevo 8 anni. A 11 sono stato fatto penzolare da un ponte da un tizio della casa accanto“.
Sì, dichiarazioni che non necessitano di commenti.
Proprio per questo, almeno nel nostro breve articolo, vorremmo limitarci a parlare di ciò che amiamo di più.
Ovviamente, il nostro rettangolo verde.
Inizi
È il Milton Keynes Dons ad accoglierlo quando è poco piu di un bambino. Carattere forte, testa dura, talento cristallino. Insomma, il Dele Alli che abbiamo saputo amare negli anni.
Il piccolo club della League One (terza serie inglese) lo forgia e gli dà presto la possibilità di mettersi in mostra (esordirà in Fa Cup contro il Cambridge City a 16 anni compiuti).
La svolta, avviene precisamente il 14 dicembre 2014 contro il Manchester United.
I Dons battono in League Cup i Red Devils per 4-0 e la prestazione di Alli non passa inosservata.
La sua personalità, abbinata a fisicità e tecnica, porta il suo nome sulla bocca dei dirigenti di mezza Europa.
Presto, sarebbe arrivato il Tottenham.
Un nuovo capitolo
Gli Spurs lo acquistano il 2 febbraio 2015 con un investimento attorno ai 5 milioni di sterline. Cifra apparentemente irrisoria, ma tutt’altro che scontata per un ragazzo che non ha mai nemmeno esordito nella serie cadetta.
Come prepararlo per il grande salto in Premier? Un ulteriore anno in prestito al Mk Down in League One (dove trascinerà la squadra verso la promozione in Championship), poi, l’approdo nella massima serie in estate.
Il resto è storia.
Consacrazione
“È il più forte centrocampista inglese dai tempi di Paul Gascoigne” dirà Sir Alex Ferguson senza troppi giri di parole. Un’investitura importante, da parte di chi di campioni inglesi ne ha allenati a iosa (Beckham su tutti).
Le prestazioni di Alli, infatti, sono da subito sorprendenti.
Si impone alla sua prima stagione in Premier come pochi nella storia alla sua età: 10 reti, 9 assist e premio di miglior giovane vinto al primo anno nella massima serie.
Se il buongiorno si vede dal mattino – per quanto risulti lapalissiano da dire – la carriera del classe ’96 sembra destinata a grandi, grandissime cose.
Nel calcio, però, si sa, un giorno sei in paradiso, quello dopo potresti ritrovarti senza accorgertene all’inferno.
Discesa
Le stagioni seguenti non disattendono le aspettative.
Pochettino lo coccola, e in cinque anni gli Spurs raggiungono traguardi mai visti incantando anche a livello europeo (ricorderete la cavalcata in Champions League sino alla finale contro il Liverpool nel 2019).
A stravolgere il rapporto d’amore con club e ambiente, però, ci pensa José Mourinho.
Lo Special One – scelto per il post Pochettino per la stagione 2019-2020 – inizia a far a meno di lui, mettendolo in discussione e lasciandosi scappare qualche parola di troppo (celebre l’appellativo di pigro affibbiato dal portoghese al ragazzo di Milton Keynes).
“Qual è stato il punto in cui ho iniziato a sentire che le cose non andavano? Quando una mattina mi sono svegliato. Dovevo andare all’allenamento, era quando Mourinho ha smesso di farmi giocare. Ricordo solo di essermi guardato allo specchio. Ero letteralmente solo guardandomi allo specchio e mi stavo chiedendo se potessi ritirarmi a 24 anni” dirà ancora a Gary Neville.
Insomma, l’inizio di un declino che presto l’avrebbe portato a dover fare i conti con il proprio passato.
Prima con la maglia dell’Everton, poi, con quella del Besiktas.
Oggi, a due anni dall’ultima gara ufficiale, Alli è pronto a rimettersi in gioco con il Como dopo un lungo e intenso percorso psicoterapeutico.
Con la speranza che all’imperfetto possiamo sostituire il presente: “Ma quanto è forte Dele Alli?”