
Che potesse essere l’acquisto della svolta per i lariani, molti l’avevano intuito. D’altronde – come ormai di consuetudine – una buona fetta di fantallenatori l’aveva preventivamente visionato nel più classico dei video di skills and goals su youtube, con vista sul mercato di riparazione imminente. Un’analisi superficiale, certo, ma quanto basta per farsi un’idea sul giocatore (per chi non fosse riuscito a seguirlo lo scorso anno in Spagna). Quanto basta, per comprendere l’investimento di 12 milioni del Como a gennaio per un diciannovenne con all’attivo solo 28 presenze in Liga.
Cifra non indifferente per una neopromossa (nonostante sia conclamata la disponibilità economica dei biancoblù), un attestato di stima, ripagato con gli interessi nelle prime otto partite di Diao nel Belpaese.
Milan, Udinese, Juventus, Fiorentina e Napoli – vittime del suo strepitoso avvio in Serie A – possono confermare.
Ma che tipo di giocatore è?
Caratteristiche
Se la carta d’identità segna 7 settembre 2005, la maturità di questo ragazzo sembra avere vita propria. In primis per la sua personalità con il pallone tra i piedi, in secundis (come direbbe maccheronicamente Totò) per la varietà dei suoi gol. Mancino a incrociare prendendo in controtempo Maignan contro il Milan, incornata contro la Vecchia Signora sugli sviluppi di un calcio d’angolo, accelerazione da centometrista contro i viola con piazzato chirurgico a tu per tu con De Gea e – ultima ma non per importanza – rasoiata di destro a infilare Meret dopo un taglio alle spalle dei difensori azzurri.
Difficile appiccicargli un’etichetta precisa: può giocare da esterno destro, sinistro, oppure anche da “falso nueve”, ruolo tanto utilizzato negli ultimi anni in Spagna e soprattutto nel mondo Barcellona da cui proviene il suo allenatore, Cesc Fabregas.
Proprio al Franchi, Fabregas gli ha chiesto per la prima volta dal primo minuto di agire su tutto il fronte offensivo, svariando senza dare punti di riferimento. Questi i dati della sua partita: 10 passaggi riusciti su 10, 4 duelli vinti, un duello aereo vinto e ben 3 tiri nello specchio (di cui uno finito in rete). Riassunto: esame superato a pieni voti.
Un dato di Opta_paolo parla chiaro: Diao è il giocatore più giovane tra quelli con più di cinque gol segnati nei maggiori cinque campionati europei 2024/25. Impatto impressionante.
Incuriosisce anche un altro dato (riportato da Sofascore), però, indicativo della fame e della convinzione che ha questo ragazzo: quello relativo ai ground duel won. Tradotto, ogni duello per il possesso in cui un giocatore vince la palla, e che non è considerato un duello aereo.
Rapportato ai giocatori di Serie A che calpestano la medesima zona di campo, infatti, nessuno ha la sua stessa media per partita. Assane, pensate, ha la percentuale del 56% di duelli vinti a gara.
Sì, tutto bello, ma è la sua storia, probabilmente, ciò che sorprende di più.
Dal Senegal all’Europa
Nasce a Ndangane, fiorente centro turistico in Senegal. La sua vera casa, però, presto sarebbe diventata la terra iberica.
Papà si trasferisce in Estremadura per cercare fortuna, in una delle tante storie di immigrazione con il sogno di una nuova vita.
Tre anni ininterrotti di lavoro come carrozziere in Spagna per racimolare la cifra necessaria per il trasferimento in Europa della famiglia, poi, il destino.
Un disegno, che si manifesta con un gratta e vinci vincente, e il conseguente sogno realizzato di riunire il nucleo familiare.
Un’opportunità, che presto Assane e il fratello gemello Ousseynoub avrebbero colto al meglio, sfondando nel vecchio continente nelle vesti di calciatori.
Entrambi con la maglia del Betis, seppur solo Assane venga inserito in pianta stabile in prima squadra, raggiungendo anche il traguardo di più giovane marcatore nel nuovo millennio del club.
Como
Oggi, dopo due anni da subentrante nei verderones, Diao nel collaudato 4-2-3-1 del Como è finalmente diventato un titolare. Anzi, diciamolo senza esitazioni: una pedina imprescindibile dello scacchiere di Fabregas, che lo ha voluto fortemente.
“Parliamo di un giocatore con forza, fame e mentalità. Siamo qua per far crescere lui e gli altri, questo mi piace. Vuole sempre la palla e attacca la profondità” dirà il tecnico spagnolo coccolandosi il suo numero 38 dopo la sfida con la Fiorentina.
Non stupisce quindi che in città si parli solo di lui e del quasi coetaneo (l’argentino è un 2004) Nico Paz. Quella coppia che ormai da settimane sta facendo sognare il Sinigaglia, e emozionare tifosi di ogni età.
Lavurà cun alegria, l’è’l mestee püssèee bèll che ga sia (Lavorare in allegria è il mestiere più bello che ci sia) si dice da quelle parti.
A giudicare da atteggiamento e rendimento, Diao avrebbe subito preso il proverbio alla lettera.