
Tendenzialmente funziona così: più segni, più ti diverti, più il tuo nome rimbalza sulle prime pagine dei giornali. Una formula quasi matematica, tendenza diventata minimo comune denominatore nel belpaese.
Certo, non bisogna peccare di albagia, ma non siamo ipocriti: complimenti e riflettori fanno sempre piacere. A maggior ragione per chi orbita nell’area di rigore avversaria.
Tra i centravanti, però, ci sono giocatori di cui si parla ancora troppo poco (se non nei panni di slot nelle aste tra fantallenatori). Forse perché non militano in una protagonista del proprio campionato, forse perché punzecchiati per qualche errore di troppo sotto porta.
Non giriamoci intorno: Nikola Krstovic è uno di questi.
E, se posso permettermi, è davvero un peccato.
Talento
Forza fisica, intraprendenza e grande facilità di tiro. Tre punti, tre imperativi categorici (o quasi), che non possono mancare sul curriculum del centravanti moderno.
Già, perché la richiesta negli anni è cambiata, ma alcune caratteristiche non passano mai di moda. Poi, certo, la gestione della palla per favorire uno sviluppo più fluido della manovra è diventata prerogativa di molti allenatori, ma fa parte di un percorso di crescita che necessita di tempo.
L’esame propedeutico per poter indossare una maglia numero nove ad alti livelli, invece, prescinde dall’orologio temporale: come direbbero quelli bravi, è questione di colpi.
E, per quanto lapalissiano da dire, Krstovic li ha eccome.
Imprescindibile
Lo sa Marco Giampaolo, lo sapeva prima di lui Pantaleo Corvino. Il responsabile dell’area tecnica- tanto per cambiare – sembrerebbe aver fatto jackpot con un altro colpo da fuoriclasse.
I numeri di Nikola, infatti, non lasciano spazio a esitazioni: 7 reti lo scorso anno, 10 nell’annata corrente con ancora otto partite a disposizione. Il tutto- mi sembra doveroso ricordarlo- venendo dal campionato slovacco, e giocando per una squadra che lotta per la salvezza. Senza contare, per quanto possa sembrare scontato, la cura maniacale della fase difensiva del nostro campionato (non certo di aiuto per giovani attaccanti che si trovano catapultati nel belpaese).
“Gli ho detto ‘oggi fai due gol’, è una cosa folle. Mi sono dimenticato di dirgli che però ne abbiamo subiti tre” dirà Giampaolo dopo la sfida contro il Milan.
Due reti da attaccante vero, a coronamento di una stagione che l’ha già visto raggiungere la doppia cifra senza lesinare prestazioni di carattere. Pensate che quasi metà delle reti dei giallorossi (10 su 21) hanno il suo zampino. Piccola digressione: ma che gol stava per segnare sabato scorso contro la Roma?
Il percorso è indubbiamente ancora lungo, a maggior ragione considerando i tutt’altro che sporadici errori a tu per tu con il portiere, ma carattere e doti di questo ragazzo promettono bene.
Tempo al tempo, sperando di vedere sbocciare l’ennesimo talento nel nostro campionato.