La sua corsa inizia per le strade di Olusosun, quartiere a nord di Lagos, Nigeria, vicino alla più grande discarica del paese.
È proprio in quel posto fetido che Victor trova le sue prime scarpette da calcio, recuperate tra i rifiuti ammassati. Giocare a pallone è l’unico modo per restare lontano dai rischi che si corrono in quelle parti del mondo quando sei povero.
Poi però la tragica morte della mamma, quando ha solo 6 anni, lo fa crescere in fretta, troppo in fretta. Comincia da subito ad aiutare la famiglia – lui che è l’ultimo di sette fratelli – vendendo acqua ai semafori. “Era l’unico modo per poter mangiare” racconterà a France Football.
Dal pallone non si stacca mai, e nei momenti morti gioca anche in quegli incroci: è il suo sogno quello di diventare qualcuno un giorno. “Avere un sogno mi ha spinto ad andare avanti anche quando la situazione era critica. Le mie sorelle hanno fatto tanto per me e ogni volta che stavo per mollare, pensavo a loro. Non potevo mollare, per loro, per mia madre…”.
E il destino ha voluto premiare la sua tenacia, perché un giorno lo nota l’attuale collaboratrice del suo agente che lo porta alla Strikers Academy, importante scuola calcio di Lagos. Qualche anno dopo le selezioni giovanili non se lo lasciano sfuggire: entra a far parte dell’U17, con la quale vince anche un mondiale segnando 10 gol e conquistando il titolo di capocannoniere. Gli occhi dei club europei si posano inevitabilmente su di lui.
È il Wolfsburg a spuntarla, ma prima un infortunio alla spalla, poi la Malaria contratta in uno dei suoi viaggi in patria, frenano la sua ascesa.
Ricomincia così dal Belgio: va in ritiro con il Bruges, ma il club non crede del tutto in lui, girandolo al Charleroi in prestito con diritto di riscatto. Opzione che il piccolo club belga esercita con gioia visto che il nigeriano segna ben 20 gol guadagnandosi la chiamata del Lilla, che per assicurarselo sborsa ben 12 milioni.
Nulla però in confronto ai quasi 70 pagati dal Napoli quest’estate. Per molti un azzardo, non per Rino Gattuso, che lo ha seguito per mesi e ha “lottato” per farselo prendere.
Dalla discarica alla serie A: Victor Osimhen ce l’ha fatta.
Mamma sarà sicuramente fiera.