Luna: già vista. Pelè: mai visto!

Illustrazione Mario Monno
19 novembre 1969, Maracanã di Rio de Janeiro.
Si sta giocando Vasco da Gama-Santos, valevole per il torneo Pedrosa, antesignano del campionato nazionale. Non è una partita come le altre: tutto il mondo si aspetta che entri nella storia per O milésimo.
Sì, perché Pelé è a una sola rete dal suo millesimo gol in carriera, e il pubblico che riempie lo stadio più grande del Brasile – in genere il Vasco gioca al São Januário, ma per ospitare Pelé c’è bisogno di una struttura che contenga più spettatori – freme dalla voglia di assistere a quel momento epocale.
Peccato che per lunghi tratti dell’incontro il protagonista non sia la Perla Nera, ma un argentino. Si chiama Edgardo Norberto Andrada, detto El Gato, di professione fa il portiere e sta parando qualsiasi pallone gli capiti nei paraggi.
Finché avviene l’impensabile: persino il pubblico di casa inizia a fischiarlo. Non gli interessa che la propria squadra faccia punti quel giorno, hanno ambizioni ben più gloriose: vogliono vivere la storia.
El Gato però non sembra dello stesso avviso e, nonostante lo strano ostracismo dei suoi sostenitori, continua a fare miracoli: da buon protettore della porta non vuole assolutamente subire gol.
Poi succede che Fernando, arcigno difensore del Vasco, atterra Pelé in area di rigore e l’arbitro indica il dischetto. Il Maracanã esplode.
Come i giocatori del Vasco, che protestano con veemenza contro il direttore di gara, mentre altri se ne vanno a pestare e scavare il dischetto per compromettere l’esecuzione del tiro.
Intanto, dietro la porta si piazzano decine di fotografi e semplici tifosi: l’eccitazione riempie l’aria e il Maracanã è la cornice perfetta per scatenare le emozioni.
Sono passati quasi cinque minuti da quando l’arbitro ha decretato il calcio di rigore, ma il gioco non è ancora ripreso. E se Pelé ha già posizionato la palla, gli avversari tentano in ogni modo di distrarlo e intimorirlo.
Come se bastasse questo a intimorire uno che a diciotto anni si è preso la nazionale sulle spalle e l’ha portata alla prima vittoria mondiale…
Ci siamo, l’arbitro fischia.
Pelé prende una breve rincorsa mentre i 100.000 presenti osservano con il fiato sospeso. Con una calma irreale apre il piatto e stavolta El Gato non può niente.
I tifosi impazziscono, Pelé fa appena in tempo a raccogliere il pallone in fondo alla porta e a baciarlo prima che le persone invadano il campo, lo sollevino di peso e lo portino in trionfo.
La partita viene sospesa, inizia la festa. Il Brasile celebra O Rei, mentre a centinaia di migliaia di chilometri di distanza l’Apollo 12 atterra sul suolo lunare e l’uomo lo calpesta per la seconda volta nella storia.
La mattina dopo i giornali brasiliani titolano a caratteri cubitali:
“Luna: già vista. Pelé: mai visto.”
Dal libro “La magia del numero 10”, Luigi Potacqui – Romanzo Calcistico, Sonzogno Editore
Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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