L’unicità di Jašin

romanzo calcistico

L’unico portiere nella storia del calcio in grado di vincere il Pallone d’Oro

 

Mosca,1929.

Siamo nell’Unione Sovietica a cavallo tra le due guerre mondiali. Vladimir Lenin è morto da cinque anni e, grazie alla sua abilità politica, da due è salito al potere Iosif Stalin.

Il 22 ottobre dello stesso, nasce Lev Ivanovič Jašin, leggenda della Dinamo Mosca e per molti il più grande portiere della storia mondiale.

Cresce in una famiglia povera, ciò lo costringe a dover lavorare in una fabbrica di bulloni già all’età di dodici anni.

La leggenda dei bulloni parati

Leggenda narra che già da lì inizierà a dare sfoggio della sua reattività e del suo talento con le mani, cominciando con il parare bulloni “sparati” dai suoi colleghi e dai macchinari: dicono non se ne facesse sfuggire uno.

Inizialmente si narra che si dilettasse a giocare in porta nell’Hockey sul ghiaccio: mazza in mano, Lev, dimostra di essere un vero portento.

Così, la squadra di calcio della Dinamo Mosca, facente parte della stessa polisportiva, non avendo più portieri a disposizione a causa di ripetuti infortuni lo chiama: ok, è quasi costretta a chiamarlo.

La cosa più incredibile è che Lev ha 22 anni e nessuna esperienza nel calcio. In molti assicurano che, su di lui, in quel momento nessuno avrebbe scommesso un dolla…, ehm, un rublo. Meglio non sbagliare su certe cose.

Comunque, davvero altri tempi.

Impressiona talmente tanto tra i pali che, dopo aver fatto in tempo a vincere la coppa nazionale con la squadra di Hockey, Lev comincia a parare solo con le mani, su un campo d’erba, come non aveva mai fato fino ad allora se non in partitelle tra amici.

Sarà l’inizio della leggenda, il calcio sarà lo sport che lo renderà immortale.

Per quasi due decenni indosserà la maglia numero uno della Dinamo e della nazionale sovietica, con cui batterà record su record. Tutto il mondo conosce ormai super Lev Jašin.

Personalità, reattività e soprattutto incredibili parate. Soprattutto dai tiri dagli undici metri… Ancora oggi detiene il record di rigori parati (150, come riportato dalla FIFA, anche se altre fonti riportano 86), record che gli ha probabilmente permesso di vincere l’unico Pallone d’oro (quello del 1963) mai conquistato da un portiere.

E lo ha aiutato sicuramente il fatto di aver tenuto inviolato la propria porta, tra Dinamo Mosca e URSS, per 207 gare su più di 400 disputate in carriera.

Numeri impressionanti per uno che ha poi vinto con la sua nazionale un Europeo (1960, primo e unico nella storia), un’Olimpiade (Melbourne 1956, primo e unico nella storia) e raggiunto i quarti di finale di una Coppa del mondo, miglior traguardo conquistato ancora oggi dalla Russia.

Dire se Lev Jasin sia stato il miglior portiere della storia non è facile, vista l’evoluzione del calcio e di tutto ciò che ne comporta, oltre a tutti i grandi “numeri uno” che sono poi nati successivamente.

Possiamo però dire che è stato il più forte della sua epoca e il più iconico di tutti i tempi, senza ombra di dubbio.

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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