Dieci anni fa l’addio al calcio di Ronaldo il Fenomeno

Ronaldo

C’è stato un calcio Avanti Ronaldo e un calcio dopo Ronaldo. Dieci anni dall’addio al calcio di Ronaldo il fenomeno.

“Il mio fisico non regge più. Avrei voluto continuare, ma non è possibile. Penso a una giocata e non riesco a realizzarla. Il mio tempo è scaduto. Ma diavolo se è stato bello!”.
Annuncerà così il suo addio al calcio giocato in un’intervista alla UEFA. E già, diavolo se è stato bello!
Dire “è stato uno dei più forti di sempre” spesso è un grande, grandissimo complimento.
Ma con lui no. Con lui sarebbe riduttivo. Perché no, non è stato solo uno dei più forti.
È stato un insieme di emozioni, un misto tra passione, esaltazione, sentimento, immedesimazione.
È stato quel giocatore a cui ispirarsi quando si giocava nel campetto sotto casa. Si provavano i doppi passi, le accelerazioni palla al piede, le sue esultanze…

È stato il Calcio in tutto il suo significato.

Riusciva a rendere semplici cose impossibili, faceva gol o giocate impensabili, ti spiazzava con le sue accelerazioni palla al piede e ti veniva spontaneo pensare: “no, non può essere umano questo qui!”
Per la prima volta ho creduto all’esistenza degli alieni.
Si percepiva un qualcosa di sovrannaturale in lui, soprattutto quando affrontava mostri sacri della storia del calcio come Paolo Maldini, Alessandro Nesta, Fabio Cannavaro, Lilian Thuram, Carles Puyol o Jaap Stam che provavano in tutti i modi ad arginarlo, quasi sempre senza successo. Solo quei terribili e ripetuti infortuni lo riportavano tra i comuni mortali.

Il tallone d’Achille, o meglio, “il ginocchio di Ronaldo”.

Tendine della rotula che purtroppo “salta” due volte nel giro di un anno e mezzo: la seconda volta, nel giorno in cui rientrava in campo contro la Lazio all’Olimpico, sarà un vero colpo al cuore per tutti coloro che non aspettavano altro che il suo recupero. Sarà una mazzata anche per lui.
Poi però vedere la sua “rivincita”, vederlo nuovamente, seppur non ai livelli inarrivabili pre-infortunio, sul tetto del mondo con il suo Brasile è stato davvero emozionante.
Quando ha smesso di fare il calciatore un brivido ha attraversato il mio corpo.
Non potevo credere che una parte della mia adolescenza potesse morire con il suo addio al calcio. Ma poi ripensandoci bene, posso solo che essere felice.
Felice di aver vissuto la sua epoca.
Felice di averlo potuto ammirare.
Felice di poterlo raccontare.
Nel giorno di San Valentino di dieci anni fa lasciava il calcio colui che ha fatto innamorare e sognare ad occhi aperti un’intera generazione.
Lasciava uno “diverso”, uno speciale.
Dieci anni fa appendeva ufficialmente le scarpe al chiodo Ronaldo, il “Fenomeno”: l’extraterrestre che ha cambiato il calcio.
Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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