L’impatto di Romelu Lukaku

Romelu Lukaku - profilo IG

La prima stagione e mezza del centravanti belga in serie A è stata devastante.

8 agosto 2019, arriva l’ufficialità: Romelu Lukaku passa dal Manchester United all’Inter di Suning per 65 milioni di euro più 13 di bonus (fonte Calcio e Finanza): è l’inizio di un matrimonio che sembra destinato a durare tanti anni.
“Volevo solo l’Inter, perché Inter is not everyone. Sono qui per riportare i nerazzurri alla vittoria” saranno le sue prime dichiarazioni atterrato in Italia. Era appena arrivato ma già parlava discretamente l’italiano, segno che la sua voglia di serie A era davvero grande, anche per via dei trascorsi del fratello Jordan nella Lazio di Simone inzaghi.
Ad accoglierlo a braccia aperte un suo grande estimatore, mister Antonio Conte, che già ai tempi del Chelsea lo aveva più volte richiesto, senza risultati. Con lui Romelu sente subito la fiducia, con lui sente di potersi imporre nello spogliatoio come leader carismatico oltre che finalizzatore. Lo sente perché l’allenatore italiano lo mette in chiaro fin da subito, stabilendo gerarchie ben precise: fuori, ma soprattutto dentro il campo.
Certo il tecnico pugliese è esigente, ma Lukaku non è tipo che si risparmia e, con umiltà e spirito di sacrificio, si mette subito sotto a lavorare: sa che sotto la sua guida non può che migliorare.

E dopo una stagione e mezza, i risultati della sua crescita sono davvero impressionanti.

Con Lautaro Martinez forma la ormai celebre “LU-LA”, che attualmente in Europa nei cinque top campionati è la seconda coppia più prolifica con 30 reti realizzate (17 per il belga, 13 per l’argentino), davanti alle coppie Son Heung-min – Harry Kane (Tottenham, 26 gol in due), Kylian Mbappé – Moise Kean (PSG, 26) e Wissam Ben Yedder – Kevin Volland (Monaco, 25), dietro solo a quella del Bayern Monaco Robert Lewandowski – Thomas Muller (35 reti).
Con il “Toro” argentino si prende subito alla perfezione, l’uno gioca e si sacrifica per l’altro. “Sarà perché entrambi veniamo dal nulla“, dirà lo stesso Lautaro in una recente intervista a Sportweek.
In campionato è attualmente vice capocannoniere con 17 reti (con la doppietta al Cristiano Ronaldo lo ha superato proprio questa sera), oltre ad aver servito 4 assist vincenti per i propri compagni. La settimana scorsa ha raggiunto 300 gol in carriera, a soli 27 anni.
Ha segnato poi in tutti e cinque i derby di Milano giocati tra campionato e coppa Italia e, ad oggi, in totale sono 57 gol in 81 presenze da quando è all’Inter.

Numeri davvero impressionanti per Big Rom.

Qualcuno lo critica per non essere decisivo nei big match, altri al contrario ne risaltano le doti da leader.
C’è a chi non piace il suo modo di giocare, e chi impazzisce per il suo strapotere fisico.
Il calcio è questo: simpatie, antipatie, preferenze… Sono pochi, pochissimi i calciatori/allenatori che piacciono a tutti gli appassionati.
Ma ciò che non può essere discutibile è il suo impatto, il suo essere trascinatore, il suo essere fondamentale e determinante per la squadra, in campo e fuori, il suo essere goleador implacabile.
Lui è Big Rom Lukaku, il gigante di Anversa che non sembra volersi fermare.
Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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