Un piccolo approfondimento sul “tema caldo” di questi ultimi giorni
A tenere banco nelle ultime 48 ore è stata la notizia “bomba” della creazione della Superlega, un nuovo torneo fondato da 12 club europei (le già note Man United, Man City, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Juventus, Milan, Inter, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid).
Le reazioni di tifosi, addetti ai lavori, club, istituzioni sono state molteplici e discordanti, e lo scenario che è andato a delinearsi non promette accordi risolutivi, quantomeno nelle prossime settimane.
Ma quali sono i motivi di questa paventata “secessione”?
Secondo un articolo di Calcio e Finanza del 2018 (ma attualissimo visto che si parla della distribuzione del triennio 2018-2021), la ripartizione dei premi destinati ai club che partecipano alle due competizioni maggiori, Champions League ed Europa League, sono aumentati da 1,9 miliardi a 2,4 miliardi di euro, sui 3,4 miliardi totali che la Uefa incasserebbe in totale dalla commercializzazione dei due tornei.
1,9 miliardi ai club di CL, 500 milioni a quelli di EL.
Cifre che non basterebbero ai club “secessionisti”, sempre più sommersi dai debiti a causa dei maggiori costi e dell’effetto “Covid” sull’economia.
Di conseguenza, nel nome dei presidenti di Juventus e Real Madrid Andrea Agnelli e Florentino Perez – per molti le vere menti di questo nuovo e rivoluzionario progetto – le 12 società hanno portato avanti trattative con possibili investitori, tra cui la più ricca banca del mondo, la JP Morgan Chase, che nelle scorse ore ha annunciato l’appoggio ufficiale alla nuova competizione.
Si parla di 6 miliardi di euro che il gigante americano andrebbe a garantire al progetto, 3,5 subito.
Il che, conti alla mano, vuol dire una torta molto più grande da dividere in pochissimi: i milioni di euro ripartiti fra i 15/20 (?) club partecipanti oscillerebbero tra i 175 e i 233 milioni di euro. Ogni anno, e senza rischiare di non qualificarsi.
Per fare un rapido confronto, chi vince la Champions League arriverebbe a guadagnare al massimo 82,7 milioni di euro, mentre le altre si devono accontentare di quanto riescono ad “accumulare” con il risultato del campo, sempre se si qualificano (è bene specificare che c’è poi anche una percentuale plus per la “storia” dei club, voluta dai club più blasonati).
È chiaro quindi che la vera ragione della contesa è prettamente economica, che in ballo ci siano tanti, tantissimi soldi in più.
Le parole di Florentino Perez
Sulla questione, dopo le dure parole del presidente Uefa Aleksander Ceferin, è intervenuto il presidente del Real Madrid, Florentino Perez. “In questi anni questi 12 club hanno perso complessivamente 5 miliardi di euro – ha dichiarato a Chiringuito tv – il Real Madrid per esempio ha perso 400 milioni. E quando non ci sono entrate oltre ai diritti tv, è necessario cambiare. Il modo per ottenere più introiti è rendere i match più attraenti. Siamo arrivati alla conclusione che creando questa nuova lega, saremo in grado di alleviare le perdite”.
Poi rincara la dose, affermando che le “minacce” dell’Uefa non sono assolutamente accettabili.
“La Uefa non deve minacciare, ma essere aperta al dialogo. Bisogna dire le cose con chiarezza, perché la Uefa non ha una bella immagine nella sua storia. Noi abbiamo detto che siamo aperti al dialogo, parleremo con loro e la Fifa, non si sta facendo nulla di male. Hanno presentato il nuovo modello per la Champions League, ma onestamente non lo capisco. E poi partirebbe dal 2024, a quel punto il calcio sarebbe già morto”.
Infine non manca il commento sulle parole espresse sempre da Ceferin su Andrea Agnelli. “Non è accettabile che il presidente della Uefa dica cose del genere su un presidente come Agnelli, è un atteggiamento impresentabile” conclude.
Appare evidente, quindi, che le parti siano molto distanti e che le trattative tra Superlega e Uefa saranno lunghe ed estenuanti.