Edouard Mendy ce l’ha fatta, di nuovo

A 22 anni il pensiero di mollare, a 29 la conquista della finale di Champions League

 

La sua è una storia incredibile, piena di bocciature, sacrifici… Conquiste.

A 14 anni il Le Havre lo boccia dopo un solo anno: inizia così a girovagare tra le giovanili di diversi club dilettantistici.

A 19 anni lo tessera il Cherbourg, club che galleggia tra terza e quarta serie francese, come secondo portiere. I primi due anni fa la riserva, al terzo riesce con il lavoro a guadagnarsi la titolarità. Ma è solo un’illusione.

È il 2014, Mendy ha 22 anni e il club decide di scaricarlo.

Si fida così di un procuratore che gli promette la League One inglese, ma una volta lì si accorge dell’inganno.

Sembra cadergli il mondo addosso, l’idea di mollare tutto per un attimo sfiora la sua mente.

Il tempo passa e le chiamate non arrivano, Edouard decide così di iscriversi al centro per l’impiego: avrebbe accettato qualsiasi lavoro pur di dare serenità alla sua compagna in dolce attesa.

Per un anno intero va avanti con sussidi e piccoli lavoretti, nel frattempo continua ad allenarsi da solo. “Non sapevo come sarebbe andata, avevo paura, ma volevo che mio figlio sapesse che suo padre, nel momento di grande difficoltà, non ha mollato”, racconterà emozionato a RMC Sport.

E, fortunatamente, la sua tenacia viene ripagata.

Dopo un anno senza squadra, un vecchio compagno, sentita la sua storia, decide di contattare il responsabile dei portieri del Marsiglia. Il caso vuole che all’OM manchi proprio un secondo portiere per la squadra riserve. Si intravede una piccola luce in fondo al tunnel. Ma anche lì, dopo due stagioni e poche presenze, a scadenza il contratto non gli viene rinnovato.

Adesso, però, dopo l’esperienza marsigliese ha comunque più “mercato” e il Reims, allora club di seconda divisione, decide di ingaggiarlo per fare la riserva al titolare Johann Carrasso.

Ed è qui che la sua storia cambia definitivamente.

Amiens – Reims, prima giornata. Carrasso fa un’uscita maldestra e abbatte un avversario: cartellino rosso.

Tocca a lui dimostrare di poterci stare. E ci sta alla grande.

In quella partita para tutto quello che c’è da parare, gioca altre partite alla grande, guadagnandosi così la titolarità la stagione seguente, quella della vittoria del campionato e del ritorno in Ligue 1 del club.

Nel 2019 il passaggio al Rennes, dove si impone come uno dei miglior portieri del campionato e si fa conoscere anche a livello di internazionale grazie all’Europa League disputata dal club. 

L’estate scorsa l’improvvisa e sorprendente la chiamata del Chelsea, che per lui sborsa ben 25 milioni. Anche qui la storia si ripete: parte inizialmente come secondo di Kepa Arrizabalaga, ma i continui errori dello spagnolo inducono l’allora allenatore Frank Lampard a dargli una chance.

Il resto è storia, storia delle prestazioni e delle parate viste durante la stagione. Come quella di ieri sera su Karim Benzema che è valsa quasi come un gol. Anzi, togliamo pure il quasi.

Poi il triplice fischio, la finale di Champions League, l’urlo di gioia per l’ennesima conquista della sua carriera. 

Edouard Mendy ce l’ha fatta, di nuovo.

 

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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