Partite memorabili: Italia – Francia 2006

Italia - Francia

Cronaca e racconto di una partita indimenticabile

9 luglio 2006. Ancora una volta si affrontano Italia – Francia, come nell’estate di sei anni prima a Rotterdam, nella finale dei campionati europei di Belgio e Olanda 2000.

Lì gli azzurri persero una partita incredibile, a causa di un golden gol del futuro juventino David Trezeguet, dopo che i transalpini erano riusciti ad agguantare un’insperato pari solo al 93′ con Sylvain Wiltord.

La delusione e l’amarezza per l’epilogo di quella partita è ancora grande nella memoria degli azzurri. L’urlo strozzato, i caroselli già preparati, le bandiere appese fuori le finestre da gran parte di noi italiani gridano ancora vendetta.

Anche se, probabilmente, la voglia di rivalsa supera di gran lunga le suddette sensazioni.

La partita

Teatro della finalissima dei campionati mondiali di calcio è l’Olympiastadion di Berlino, gremito in ogni ordine di posto, come è normale che sia per una partita di quella portata. A dirigere l’incontro è il fischietto argentino Horacio Elizondo.

Al tanto ambito atto finale italiani e francesi ci arrivano battendo in semifinale rispettivamente i padroni di casa della Germania (2-0 dopo i tempi supplementari con i gol memorabili di Grosso e Del Piero) e il Portogallo di Figo e Cristiano Ronaldo (1-0 con gol su rigore di Zinedine Zidane).

Piccola curiosità di non poco conto per i più superstiziosi: rispetto alla finale dell’Europeo 2000, i colori delle divise vengono invertiti, con l’Italia che sfoggia l’azzurro tradizionale, mentre la Francia la seconda maglia bianca.

Fischio d’inizio

Passano solo sei minuti e la partita sembra già voler prendere una direzione chiara: quella transalpina.
Florent Malouda si inserisce in area di rigore, Marco Materazzi si frappone tra lui e il pallone, toccandolo appena: l’esterno francese non ci pensa due volte e si lascia cadere. Un deciso Helizondo indica subito il dischetto, tra le nevrotiche proteste del difensore interista. Non è ancora tempo di Var, quindi nessun ripensamento: è calcio di rigore per i francesi.

Dagli undici metri si presenta l’uomo simbolo di quella Francia e probabilmente di tutta la kermesse in terra tedesca, Zinedine Zidane: “ma quando lo sbaglia un rigore Zizou” sarà stato il pensiero del 99,9% delle persone presenti allo stadio e collegate da tutto il mondo con il match.

In realtà per poco non lo sbaglia, ma la speranza italiana dura solo pochi attimi: tocco sotto delizioso del franco-algerino che accarezza la traversa e cade oltre la linea di porta, beffando il nostro Gigi Buffon. La Francia è in vantaggio.

Nonostante il duro colpo, l’Italia riparte a testa bassa, disordinata in campo e nella testa ma con l’orgoglio nell’animo, che è un po’ l’arma in più del gruppo azzurro quell’estate. Orgoglio maturato anche per via delle tante polemiche di “Calciopoli”, uragano che in quella stessa estate sta ribaltando il nostro calcio.

Il minuto 19 è quello giusto. Calcio d’angolo perfetto di Andrea Pirlo, impatta di testa Marco Materazzi, ancora lui, come con la Repubblica Ceca nel girone, che sovrasta Patrick Vieira e batte Fabien Barthez. 1-1! L’Italia è viva! Matrix è già perdonato!

La partita si fa sempre più tesa, a prevalere è la paura di prendere gol, anche se le occasioni non mancano.

Prima Lilian Thuram chiude con un bell’intervento in scivolata su Luca Toni, poi, lo stesso attaccante italiano colpisce poco dopo la traversa di testa sugli sviluppi di un corner battuto sempre da Pirlo. Il primo tempo si chiude con l’Italia in crescendo.

Secondo tempo

La ripresa si apre con una Francia subito arrembante: palla di Zizou Zidane a Titì Henry che punta Fabio Cannavaro e arriva al tiro: Gigi Buffon è attento e respinge.

Il pallino del gioco sembra essere più in mano agli uomini di Domenech, anche se l’occasione più ghiotta capita ancora una volta agli azzurri.

Cross dalla sinistra di Fabio Grosso e colpo di testa del solito Luca Toni, onnipresente sulle palle alte, che beffa Fabien Barthez mandando la palla in rete. Purtroppo, però, il guardalinee alza la bandierina… Fuorigioco!

A tradire il centravanti modenese è la sua gamba destra, leggermente oltre i difensori avversari.

Terminano così i novanta minuti regolamentari: si va ai tempi supplementari.

Supplementari

Inizia l’extra time e la Francia sembra averne di più. Ma l’Italia non si scompone, si chiude bene e lotta su tutti i palloni.

Franck Ribery al 99’ ci prova con un’azione personale: il suo tiro di esterno destro sfiora il palo.

Poi è Zidane al 104’ che di testa spaventa gli azzurri, ma un super Buffon gli nega la gioia del gol con un riflesso dei suoi. Il numero uno italiano si supera e manda la sfera in calcio d’angolo con la sua “manona” destra: è una parata incredibile, tanto che il numero 10 francese d’istinto sembra urlargli qualcosa contro.

Da lì, non succede più nulla nel primo tempo supplementare.

La testata di Zizou

Inizia il secondo tempo supplementare ed è lì che forse si decide la contesa. Siamo al minuto 110 quando, dopo un battibecco con Materazzi post calcio d’angolo, Zidane perde le staffe e colpisce il difensore azzurro sul petto con una testata. Elizondo non può aver visto l’accaduto, ma lo schermo dell’Olimpiastadion manda in onda le immagini del brutto gesto. Pochi secondi dopo il direttore di gara, richiamato probabilmente anche dal quarto uomo, estrae il cartellino rosso: espulso Zizou! Come macchiare indelebilmente un Mondiale super e una carriera incredibile…

il contraccolpo psicologico è pesante per i francesi, che da quel momento sembrano spegnersi.

La coppa del mondo 2006 si deciderà quindi ai calci di rigore.

Lotteria dei rigori

Segnano Pirlo, Materazzi, Del Piero e De Rossi per gli azzurri, per la Francia vanno in rete Wiltord, Sagnol e Abidal, mentre David Trezeguet manda il pallone sulla traversa. Proprio colui che ci aveva punito sei anni prima. Il cerchio sembra chiudersi…

Tocca a Grosso calciare il rigore più pesante della sua carriera e probabilmente della storia del calcio italiano.

Sguardo perso, rincorsa decisa, tiro ad incrociare perfetto, palla che si infila in rete… È tutto vero! l’Italia è campione del mondo per la quarta volta.

E non poteva che deciderla lui, Fabio Grosso, l’uomo della provvidenza, eroe di un’estate indimenticabile.

 

 

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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