Roberto Mancini, il visionario

Dopo le delusioni azzurre da giocatore, il cerchio si è finalmente chiuso. 

 

Quella triste notte del novembre 2017 di San Siro, teatro della cocente eliminazione subita contro la Svezia, l’Italia calcistica toccava il punto più basso della sua storia recente.

In quel momento storico così strano e particolare per il nostro calcio, all’insicura e demotivata Italia serviva una guida diversa.

Esperta, ma aperta al nuovo. Conservatrice, ma rivoluzionaria. Equilibrata.

Coraggiosa.

E chi più di un “numero 10”, di un “creativo” come Roberto Mancini ha il coraggio di osare?

Da calciatore non ha avuto molta fortuna in nazionale, nonostante fosse uno dei numeri 10 più forti in quegli anni. Prima l’Europeo del 1988, l’unico giocato da protagonista, poi la Coppa del Mondo 1990, dove il C.T. Azeglio Vicini non gli ha concesso, amaramente, nemmeno un minuto.

Infine il caso USA ’94, dove Roberto ebbe una discussione con l’allora vice Arrigo Sacchi e si rifiutò di andare ad un altro mondiale come semplice comparsa.

Da allenatore invece, ha avuto un impatto impressionante sul mondo azzurro.

Rivoluzione

Ha completamente ribaltato il credo di una cultura calcistica radicata, ponendo come base il gioco di qualità, mettendo in campo giocatori che mai prima avremmo visto insieme, convocando persino giovani talenti senza alcuna esperienza.

Prima di lui concettualmente era “Jorginho o verratti”. Con lui è diventato “Jorginho e Verratti”.

Prima di lui sembrava impensabile convocare un ragazzo che non avesse nemmeno esordito in serie A. Lui non si è posto nemmeno il problema.

Sono bastati pochi mesi per il cambio di rotta, poi è iniziata ufficialmente una nuova era.

L’era del dominio del gioco, del pensare prima a creare e poi a distruggere.

L’era dell’autostima, del credere di potercela sempre fare se ci si crede veramente.

L’era del Mancio.

Sono 34 i risultati utili consecutivi conseguiti dagli azzurri. Da quell’Italia-Ucraina 1-1 del 10 ottobre 2018 (ultima sconfitta subita il 10 settembre precedente contro il Portogallo in Nations League) alla finale di qualche giorno fa, quella che ha riportato l’Europeo in Italia 53 anni dopo la vittoria del 1968.

Quella del sogno diventato realtà.

Il rinvio al 2021? Peccato, avremmo vinto, vorrà dire che vinceremo il prossimo anno” dichiarava in un’intervista senza giri di parole lo scorso maggio. Frase che a sentirla adesso mette i brividi.

Sì, Roberto Mancini è un visionario, non c’è altra spiegazione.

 

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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