L’esterno giallorosso colpisce il Sassuolo con una perla nei minuti finali e torna nei cuori del tifo giallorosso
Tornare sui propri passi, mettersi a disposizione e saper accettare anche la panchina. Impresa ardua per chi sin dagli inizi nel calcio giocato è stato etichettato come predestinato. Per chi, davanti alle platee di San Siro e dello Stadio Olimpico, non ha mai lesinato colpi da fuoriclasse nonostante la giovane età.
Sempre lì, su quella fascia sinistra calpestata migliaia di volte. Sempre lì, con il numero 92 sulle spalle e quell’irrefrenabile voglia di rientrare sul destro per calciare in porta.
Un’abitudine, considerando le prime reti stagionali con Sassuolo, Trabzonspor e Cska Sofia, sicuramente ancora nelle corde del Faraone.
“Era da tanto tempo che non vivevo un’emozione del genere. Segnare un gol negli ultimi minuti e decidere la partita è un qualcosa di fantastico, vale la pena farsi trovare sempre pronti per vivere questi momenti. Bisogna saper aspettare e le cose arrivano”. Queste le sue parole ai microfoni di Dazn dopo aver deciso il match con il Sassuolo con una rete meravigliosa allo scadere.
Sì, aspettare perché nel calcio come nella vita tutto può trasformarsi in un battito di ciglia, in una decisione dettata dalla frenesia, o dal desiderio di cambiare vita e stipendio. Stephan lo sa bene, la sua, è una storia che parte da Savona per poi invertire rotta e dirigersi in un altro continente. In un viaggio di alti e bassi che l’anno scorso l’ha ricondotto in Italia, nuovamente direzione capitale.
Gli inizi
Cresce nel vivaio di una piccola società savonese, l’U.S. Legino, per poi calamitare l’attenzione di diversi club professionistici e entrare nel settore giovanile del Genoa a 14 anni. Nella città della Lanterna Stephan inizia un percorso di crescita che, grazie a mister Gian Piero Gasperini, culmina con l’esordio tra i grandi nel 2008 a soli 16 anni. È il primo assaggio del professionismo, il primo passo verso quella che si prospetta una carriera piena di successi.
Nonostante le potenzialità e il record infranto in qualità di più giovane esordiente nella massima serie del club rossoblù però, nel 2010 El Shaarawy viene ceduto in prestito in Serie B: ad attenderlo ci sarebbe stato il Padova.
La consacrazione
Con i biancoscudati Stephan mostra tutte le sue qualità, rispettando a pieno le aspettative che in molti riponevano su di lui: 7 reti realizzate in 25 presenze e premio come miglior giocatore della competizione. Un’annata da incorniciare, che porta il Milan di Massimiliano Allegri ad acquistarlo in comproprietà per 6,8 milioni di euro e a portarlo subito a Milano.
Dopo una prima stagione di ambientamento (28 presenze e 4 gol complessivi tra campionato e coppe), nel 2012-13 si prende completamente la scena: 16 gol in campionato (dietro solo a Edinson Cavani, 29 reti, e Totò Di Natale, 23, nella classifica marcatori) 2 in Champions League (record di più giovane marcatore della storia del Milan in Champions League) e tante giocate di altissimo livello. I tifosi milanisti sembrano aver trovato un nuovo idolo su cui puntare per il futuro.
Ma è solo un’effimera illusione.
La stagione seguente, quella dove in molti si aspettavano la sua definitiva consacrazione, sarà un vero e proprio incubo. Saranno soltanto sei le presenze in campionato, zero le reti. Tutta l’energia della precedente annata sembra esser svanita improvvisamente, Stephan scompare dai radar senza spiegazioni plausibili.
La stagione successiva la musica non cambia: El Sharaawy fatica ad allenarsi con continuità, colleziona 18 presenze e segna soltanto tre gol. Il Milan, causa problemi economici e di risultati, non può più aspettare.
Nell’estate 2015 Stephan lascia il Milan per trasferirsi in Francia, al Monaco, anche se la musica non cambia nemmeno in Ligue 1.
Le prime difficoltà e il rientro in Italia
Alla corte di Leonardo Jardim (attuale tecnico dell’Al-Hilal) El Shaarawy inizia con il piede giusto, trovando anche la via del gol nella partita di ritorno del terzo turno preliminare di Champions League contro lo Young Boys. Tutti gli indizi portano alla possibilità di vedere l’esterno di origine egiziana nuovamente ai suoi massimi livelli come al secondo anno di Milan. Purtroppo non sarà così.
Nel corso dei mesi infatti il rapporto con la società e l’allenatore si sfilaccia, tanto che a gennaio Stephan viene messo fuori rosa. È un duro colpo, una batosta che il ragazzo riuscirà ad assimilare solamente una volta ripartito, solamente dopo il suo approdo alla Roma.
Nella capitale El Shaarawy riesce nuovamente ad esprimersi al meglio, convincendo presto Luciano Spalletti e tutto l’ambiente. Le prestazioni tornano a essere all’altezza del suo talento, e dopo un esordio da incorniciare firmato da una rete di tacco al volo contro il Frosinone, Stephan riacquista presto anche la fiducia. Al termine dei suoi primi 6 mesi in giallorosso infatti il riscontro è più che positivo: 8 reti in 18 presenze.
L’avventura in Cina e il ritorno alla Roma
Con la Lupa il faraone sembra rinato e, nonostante una titolarità mai guadagnata del tutto, le prestazioni non ne risentono, anzi. Segna un buon numero di gol tra tutte le competizioni nelle stagioni 2016-17 e 2017-18 ( 12 e 9), risultando protagonista anche della clamorosa cavalcata giallorossa in Champions League terminata in semifinale. Ma è nella stagione 2018-19 che Stephan sembra davvero aver raggiunto la maturità per diventare importante per il club. Con 11 gol in campionato e una continuità di prestazioni che non si vedeva da anni, il faraone è pronto quindi per caricarsi la Roma sulle spalle.
Al termine di questo però, le assordanti sirene cinesi avrebbero preso il sopravvento.
L’idea di intercorrere una nuova avventura lontana dall’Europa, e la proposta di un ingaggio di 16 milioni netti l’anno degno del suo soprannome (faraonico), convincono El Shaarawy e il suo entourage a lasciare Trigoria, apparentemente, per sempre.
Ma dopo solamente due annate alla corte dello Shanghai Shenhua, caratterizzate da appena 4 gol in 19 presenze, l’esterno classe ’92 decide di svincolarsi, l’obiettivo è chiaro: rivestire giallorosso. Obiettivo, centrato il 30 gennaio 2021, a 18 mesi dal suo ultimo saluto alla capitale.
Oggi, la musica è finalmente di nuovo cambiata e, a ventinove anni ancora da compiere, il Faraone è pronto a riprendersi la Roma.
Con umiltà, lavoro e pazienza.
Con la voglia di un’altra, romantica, corsa verso la Curva Sud dopo aver deciso un match: magari ancora all’ultimo minuto.