Mario Pasalic merita più considerazione

Mario Pasalic

Le prestazioni e la duttilità del centrocampista croato meriterebbero maggiori attenzioni di media e addetti ai lavori

Le sue ultime partite, dove ha segnato in successione una doppietta allo Spezia e una tripletta al Venezia, hanno fatto riaffiorare nella mia testa quello che ho sempre pensato di lui: ma quanto è forte Mario Pasalic? E soprattutto: come è possibile che non se ne parli quasi mai?

Sarà sicuramente un’opinione soggettiva, sarà perché ho un debole per lui e perché fa parte della mia rosa al Fantacalcio da anni ormai… Sarà quello che volete. Poi, però, torno obiettivo, cercando di analizzare le sue prestazioni, e il mio giudizio non cambia. Proprio per niente. Pasalic è forte, e se ne parla troppo poco.

Proviamo a spiegare

Ho provato ad aiutarmi da solo, analizzando una risposta di Luka Modric, pallone d’oro 2019 e capitano della Croazia, in un’intervista di qualche mese fa alla Gazzetta dello Sport, dove di lui disse:

Ho un gruppo WhatsApp con i croati e mi sento sempre con Brozovic, con Badelj, con Pasalic che è formidabile e finalmente ha trovato il club giusto.

Ora, soffermandomi sulle parole “con Pasalic che è formidabile e finalmente ha trovato il club giusto” mi son dato questa spiegazione.
Il numero 10 del Real Madrid stava rispondendo in generale ad una domanda sul calcio italiano, e parlò di Mario nonostante non fosse una domanda specifica sul calciatore dell’Atalanta. Probabilmente perché vedendolo da vicino in nazionale, aveva già da tempo potuto notare il suo reale potenziale, e la precisazione “ha finalmente trovato il club giusto” sa di conferma del fatto che, quel potenziale, forse era, fino a qualche tempo fa, inespresso. Provo a metterla e a “spiegarmela” così.

Ma dopo le ultime tre stagioni, non è facile per me comprendere come di Mario Pasalic, sui media italiani, si senta sempre parlare così poco.
Basterebbe guardare con attenzione le partite dell’Atalanta (ma già al Milan mostrò le sue qualità nella stagione 2016-17) per accorgersi della sua forza. Per accorgersi della sua completezza.

Analisi tecnico-tattica

Quando sta bene è un giocatore decisivo” ha ammesso in un post-partita qualche settimana fa, ai microfoni di Sky Sport, mister Gian Piero Gasperini. Sì, il Gasp sa bene che Mario Pasalic è preziosissimo. È di un’intelligenza calcistica impressionante, si adatta in tutti i ruoli del centrocampo e, soprattutto, è tra i più “fruttuosi” della Serie A in fase realizzativa nel suo ruolo ormai da anni.

8 reti in tutte le competizioni nel suo primo anno a Bergamo, 12 nella seconda (ben 9 in campionato), 6 lo scorso, nonostante una fastidiosa pubalgia lo abbia tenuto fuori per ben tre mesi. Quest’anno, dopo nemmeno metà stagione, ha già realizzato 8 gol (7 in A e una in Champions League, ad Old Trafford contro il Manchester United) e 6 assist (5 in campionato). Per non parlare, poi, di tutto il lavoro che fa in campo, sia in fase offensiva che difensiva…

Non sbaglia mai scelte e passaggi, è sempre nel posto giusto al momento giusto. Utilissimo nelle trame di gioco, è sempre ben posizionato nelle traiettorie di passaggio. Difende, attacca, imposta, si inserisce. Fa da collante tra i reparti, fa assist, fa gol… Mario Pasalic fa praticamente tutto.

Ecco perché mi rimane veramente difficile comprendere come un giocatore così non sia annoverato e citato tra i più forti centrocampisti del nostro campionato.

Non dico in Europa dove di grandi campioni, nel suo ruolo, ce ne sono parecchi (anche se ha già segnato a PSG, Manchester City e Manchester United in Champions League, dimostrando con i fatti che quei palcoscenici li può reggere tranquillamente), ma quantomeno in Serie A, dove Pasalic è, per prestazioni e numeri, senza dubbio tra i migliori.

A 26 anni, e con il cartellino completamente di proprietà dell’Atalanta (che lo ha riscattato lo scorso anno dal Chelsea per 15 milioni di Euro dopo due prestiti onerosi), Mario Pasalic può consacrarsi definitivamente e convincere anche i più scettici.

Questo, però, dipende solo e soltanto da lui.

 

 

 

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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