Betis e Siviglia si ritrovano dopo 24 giornate nelle prime posizioni del campionato spagnolo come non accadeva da tanti anni.
Due facce della stessa città. Due popoli calcistici – uno biancoverde, l’altro biancorosso – che mostrano con passione e orgoglio la propria fede. In quella che è la capitale dell’Andalusia, nella città ibero-punica di Siviglia.
Sul rettangolo di gioco, oggi più che mai, Puerto y puerta de Indias (soprannome affibbiato alla città di Siviglia nel XIV secolo per la sua posizione commerciale) trova terreno fertile.
In parte, grazie ad un impensabile declino di club più blasonati come Barcellona e Atletico Madrid (detentore in carica del titolo), sempre nelle prime tre posizioni negli ultimi dieci campionati insieme al Real Madrid (l’ultima Liga che presentava nelle prime tre posizioni finali una squadra diversa dalle due capitoline e dal Barça, è stata quella 2011-12, quando al terzo posto si classificò il Valencia). Un po’ anche grazie a due progetti tecnici di grande valore e ambizione creati nel tempo dai due club sevillani.
Mi spiego meglio…
Rinascita Betis
Se mi avessero detto che Manuel Pellegrini (alla sua seconda annata sulla panchina del Betis), sarebbe riuscito ad ottenere la possibilità di conquistarsi un posto per la prossima edizione della Champions League in questa stagione, probabilmente non ci avrei creduto.
Soprattutto perché, andando ad analizzare le varie rose dei club del campionato spagnolo, viene spontaneo notare come, a livello di valore di mercato dell’intera rosa, i Verdiblancos si posizionino solamente all’ottavo posto tra le squadre con il maggior valore economico di LaLiga (dati Transfermarkt).
230,10 milioni, il valore di mercato complessivo per i giocatori militanti nel Betis: circa la metà del VdM-Rosa (valore di mercato della rosa) dell’antagonista Siviglia, e 1/3 di quello di Barcellona e Atletico Madrid.
Nonostante i dati appena citati, però, l’armata di Pellegrini sta dimostrando di poter competere con qualunque squadra.
Lo testimonia l’attuale terza posizione in classifica, e il percorso che in sole due annate ha portato i verdebianchi passare dal sedicesimo posto (dell’annata 2019/2020) al momentaneo terzo gradino in campionato della stagione corrente.
A sottolineare come, nel calcio, idee e lavoro spesso ripaghino.
Continuità Siviglia
Discorso differente, invece, per il Siviglia. Un club che oggi si posiziona secondo in classifica dopo il Real Madrid (a 7 punti dal Betis terzo), e che da anni implementa il bagaglio tecnico delle sue fila.
Pescando, tra l’altro, spesso dal campionato italiano (Suso, Papu Gomez e Ocampos a confermarlo).
Dopo l’ultimo grande acquisto estivo targato Erik Lamela, José Castro Carmona (presidente del Siviglia), nella sessione di gennaio, ha regalato a Lopetegui un altro promettente esterno, visionato attentamente negli ultimi mesi anche dalla Juventus: Anthony Martial.
Si tratta dell’ennesimo ingresso di valore nella rosa (seppur in prestito), dell’ennesima conferma di una crescita esponenziale che sta vedendo il Siviglia protagonista negli anni.
Prima, principalmente sui terreni di gioco dell’Europa League, oggi, anche in patria.
Riuscendo a ritagliarsi, molto probabilmente, quella che sarà la terza qualificazione in Champions League di fila, in soli 3 anni con Lopetegui in panchina.
Storia
Per vedere i due club di Siviglia così in alto nella medesima stagione, occorre tornare indietro nel tempo. Precisamente, all’annata 2004 2005.
Quando, dopo 24 giornate di campionato, il Betis guidato da Lorenzo Serra Ferrer occupava il terzo posto in campionato, mentre il Siviglia di Joaquin Caparros rincorreva la squadra concittadina, ritrovandosi nella quarta posizione.
Al termine della stagione, però, i Rojiblancos si sarebbero visti scivolare al sesto posto. I Verdiblancos, invece, sarebbero riusciti ad ottenere un’insperata qualificazione in Champions League (la prima della storia del club) grazie alla conquista finale della quarta posizione.
Oggi, la situazione dei due club andalusi appare diversa rispetto a quella di 18 anni fa, con il Siviglia che sembra favorito per un posto nell’Europa che conta.
Ma, considerando il cammino di queste due squadre, vederle entrambe ascoltare l’inno della Uefa Champions League la prossima stagione non sarebbe più un’utopia, anzi. Barcellona e Atletico Madrid permettendo.