Matthew Le Tissier, il “Dio dei Santi”

Negli anni Novanta ero un bambino appassionato di calcio e soprattutto delle sue storie. Divoravo tutto ciò che lo riguardava: partite, riviste, giornali, videocassette, programmi televisivi. E quando mi sono imbattuto in Matthew Le Tissier è stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Non ricordo se fosse Eurogol sulla Rai o +Gol Mondial su Telepiù. Si trattava, comunque, di una di quelle trasmissioni che mostravano i gol dei campionati stranieri più importanti.
In compenso, ho perfettamente impressi nella memoria lo stupore, l’incredulità e la paralisi suscitati da quella doppietta irreale, quasi fantascientifica, realizzata dal mago di Guernsey (Isola in cui è nato e cresciuto Matt) al Newcastle, il 24 ottobre 1993.

Southampton – Newcastle

La prima rete, che apre le marcature, è una danza ammaliante tra colpi di tacco e pallonetti, culminata con un soffice tiro di interno destro a beffare il portiere avversario.
La seconda – avvenuta a due minuti dalla fine e che fissa il risultato sul 2-1 per i Saints – è ancora più sconvolgente, perché realizzata con uno di quei gesti tecnici che si fanno, quasi in automatico, in spiaggia, per strada o nei campetti sotto casa: roba mai vista a certi livelli.
Lui, invece, la mette in scena all’88’, in un match di Premier League, sul risultato di 1-1, contro una squadra che terminerà il campionato al terzo posto. In poche parole: il pallone arriva veloce all’altezza della sua coscia, lui lo addomestica in una frazione di secondo e, con una naturalezza disarmante, lo lancia al volo dai venticinque metri, proprio sotto l’incrocio. «Unbelievable!» urla il telecronista, incredulo di fronte a cotanta bellezza.
Sullo sfondo, il The Dell impazzisce di gioia, mentre il tecnico Ian Branfoot, ripreso dalle telecamere, se la ride di gusto. Credo sia stata la prima volta che ho sentito un brivido, una specie di scossa lungo il corpo, guardando il calcio in televisione. Avevo appena scoperto un nuovo giocatore e ne ero rimasto a dir poco ammaliato.
La stessa cosa dev’essere capitata a Xavi Hernandez, leggenda di Spagna e Barcellona – di cui attualmente è allenatore –, che in un’intervista al magazine FourFourTwo ha raccontato:
“In Catalogna, ogni lunedì trasmettevano un programma di mezz’ora con i migliori gol della Premier League. Le Tissier c’era sempre. Segnava dei gol oltraggiosi! Era incredibile, com’è incredibile che pur potendo giocare ovunque sia rimasto al Southampton. Tutta la mia famiglia aveva un’ossessione nei suoi confronti”.

Numeri incredibili

Dal 1986 al 2002, in circa 400 partite ha segnato 164 reti.
Ha trasformato 47 rigori su 48 (solo Mark Crossley, portiere del Nottingham Forest, è riuscito nell’impresa di neutralizzargliene uno), per una media pari al 97,9 per cento: se non è un record, poco ci manca.
In sedici anni di permanenza, il suo Southampton, storicamente altalenante tra First e Second division, non è mai retrocesso; al suo addio, invece, ha iniziato una triste e inesorabile discesa che l’ha portato negli abissi della League One, la terza serie inglese. Coincidenza?
Ma se nemmeno tutto ciò vi convince, allora andatevi a rivedere le immagini delle sue partite e delle sue prodezze: sono sicuro vi toglierete ogni dubbio.
Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
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