Pato, come d’incanto… Più di un rimpianto

Alexandre Pato
Il primo inciampo lo affronta ad appena undici anni.
Dopo essersi fratturato il braccio per due volte nello stesso punto, i medici lo sottopongono a esami approfonditi, scoprendo un tumore osseo. Con il tempo si sarebbe rivelato benigno, ma per un certo periodo Pato e i suoi vivono nella paura più totale, anche perché in quei casi si rischia l’amputazione.
L’unico modo per scongiurarla è operarsi. L’intervento, però, è talmente costoso che la famiglia non può in alcun modo permetterselo. È qui che subentra la generosità e l’umanità di un medico, disposto a operarlo gratuitamente e a salvargli braccio e carriera.
“Il dottore mi fece una radiografia e trovò un grande tumore. Disse: «Deve essere operato subito o lo dovremo amputare». Rimasi scioccato. Ero vicino a perdere il mio braccio sinistro. Ma pensate che i miei genitori potessero permettersi l’operazione? Pffffffff! Pensammo tutti: Adesso che facciamo? Be’, mio padre le provò tutte. Di solito filmava le mie partite, quindi portò le cassette in ospedale, andò nell’ufficio del medico e mise alcuni filmati sgranati in cui c’era questo ragazzo sorridente che correva per un campo da calcio. Disse: «Dottore questo è mio figlio. Non so come pagare l’operazione, ma non voglio vederlo smettere di giocare». Dopo non so cosa sia successo, forse il dottore pensò che ero bravo… «Non ti preoccupare, lo opererò gratis». Fu un miracolo. Non dimenticherò mai quel nome: Paulo Roberto Mussi. Mi ha dato una nuova vita”.
Se fu veramente quello il motivo per cui decise di operarlo gratuitamente, bisogna riconoscere al medico grandi competenze calcistiche, perché pochi mesi dopo il suo piccolo paziente sarebbe entrato a far parte delle giovanili dell’Internacional, club tra i più importanti e gloriosi del Brasile, dove sarebbe iniziata la sua incredibile e rapidissima ascesa.
Il resto è storia, una elettrizzante e allo stesso tempo malinconica storia che dal Brasile lo ha portato ad essere uno dei calciatori più amati al Milan, prima di un incredibile e precoce declino.
Una carriera troppo succinta, un apice appena sfiorato. Anni furiosi, agitati da grandi sogni, spazzati via in un battito di ciglia. Lampi inebrianti, picchi frenetici e atroci rimpianti, tutti d’un fiato. È questo ciò che, purtroppo, rimane di Alexandre Pato.
Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

Lascia un commento