Guillermo Ochoa, il portiere bisestile

La curiosa storia del portiere messicano

“Il più forte portiere al mondo durante i Mondiali”. È ciò che in molti ormai pensano ad ogni latitudine di Francisco Guillermo Ochoa Magaña, eroe messicano ogni quattro anni.

Già, perché avendo in carriera giocato per l’América (club messicano) e per squadre europee non proprio blasonate come Ajaccio, Malaga, Granada e Standard Liegi, le tracce di Ochoa si sono sempre inevitabilmente perse con la conclusione dei campionati mondiali.

Mondiali in cui spesso è stato miracoloso e provvidenziale con i suoi voli. Ne ha giocati cinque (2006, 2010, 2014, 2018 e 2022) e le favolose parate contro Brasile (2014) e Germania (2018) sono ancora nella memoria di tanti appassionati.

Come vi rimarrà sicuramente anche quella di ieri, nella partita inaugurale di questo mondiale contro la Polonia, dove ha neutralizzato un calcio di rigore a Robert Lewandowski, non proprio l’ultimo arrivato.

Ecco perché ogni volta ci chiediamo come mai non abbia avuto alcuna possibilità di approdare in un top club. Il numero uno che ad ogni mondiale vorrebbero tutti, ma che poi non prende mai nessuno. Possibile che nessun top club europeo, negli anni, abbia mai approfondito con lui?

In realtà, pare che una volta una trattativa ci sia stata…

Trattativa saltata

 

Prima della Gold Cup del 2011 (poi vinta proprio dai messicani) Il Paris Saint Germain e il suo procuratore avevano stipulato un pre accordo per portare Memo sotto la Torre Eiffel a fine torneo.
Ma proprio all’inizio della Copa Oro (come la chiamano in lingua spagnola), lui e altri quattro compagni di nazionale vengono sospesi perché trovati positivi al clenbuterolo, uno stimolante.

Il PSG, spaventato da una possibile lunga squalifica, vira sul portiere italiano del Palermo Salvatore Sirigu: il grande sogno si trasforma in un brutto incubo.

Quando si scoprirà che le tracce di clenbuterolo derivavano da un’intossicazione alimentare dovuta a una abbuffata di carne di manzo, sarà ormai troppo tardi. Memo si dovrà accontentare della proposta dell’Ajaccio, con cui si accorderà per tre stagioni.

La cosa comunque certa è che, se Guillermo Ochoa avesse giocato sempre come ai campionati del mondo, cioè in maniera fenomenale, probabilmente oggi parleremmo di un’altra carriera.

Ma, forse, la cosa più affascinante di lui rimane proprio questa: aspettare quattro anni per vedere i suoi riccioli volare leggeri tra i pali per poi puff, puntualmente scomparire dai radar. Ancora una volta.

In perfetto stile Ochoa.

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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