Bruno Conti e quel bivio sportivo giovanile

Il leggendario numero 7 giallorosso a quattordici anni ha esordito nella massima serie… ma non di calcio

 

«Signor Conti, suo figlio è davvero bravo. Vorremmo portarlo con noi negli Stati Uniti».

– «Mio figlio è piccolo e da Nettuno non si muove».

Comincia così, con un’offerta a stelle e strisce rifiutata in maniera decisa da papà Andrea, la storia sportiva di Bruno Conti, il numero 7 più amato nella Roma giallorossa.

Nulla di strano, se non fosse che l’invito proviene da un dirigente del Santa Monica, squadra americana di… baseball.

Già, il baseball: uno degli sport meno praticati in Italia, e uno dei meno noti. Eccetto a Nettuno, la città in provincia di Roma che, per l’influenza dei soldati americani di stanza durante la Seconda guerra mondiale, ne è diventata la capitale: l’unica roccaforte italiana per gli appassionati di mazza e guantone.

Bruno, nato e cresciuto sulle coste del Tirreno, non solo conosce questa disciplina, diventata parte integrante del tessuto sociale cittadino, ma la esercita da sempre.
A quattordici anni fa persino in tempo a esordire come lanciatore in Serie A, prima di optare definitivamente per l’altra sua passione, il calcio. E per fortuna…

Il resto è storia: del secondo scudetto giallorosso, del terzo titolo mondiale azzurro… di MaraZico!

 

La storia completa la trovate in “Settimo cielo – Il romanzo del numero 7”

 

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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