Pep Guardiola, più che un allenatore

Ossessione e talento di un allenatore incredibile raccontate da vicino

“Vuole sempre la perfezione, pensa di continuo a possibili situazioni nuove, a volte sembra che per lui sia quasi un’ossessione… È una specie di genio”.

Nel libro “Herr Pep”, Martì Perarnau, giornalista spagnolo che lo ha seguito dall’interno nella prima stagione al Bayern Monaco, racconta che prima di iniziare a prendere appunti per la scrittura del libro, gli disse: “Nel libro può scrivere tutto quello che vede e criticare tutto quello che vuole. Ma durante la stagione non scriva mai niente di quello che vede negli allenamenti a porte chiuse. Niente di niente”.

Beh sì, probabilmente è veramente un’ossessione la sua.

Ossessione e meticolosità che lo hanno però portato a vincere più di trenta titoli da allenatore tra Spagna, Germania e Inghilterra, oltre che ad essere uno dei tecnici più influenti del nuovo millennio.

Alla fine, si sa, a vincere è soltanto uno, ma negli ultimi quindici anni, nelle bacheche di campionati e coppe, spesso possiamo leggere il suo nome.

La metamorfosi

Martì Perarnau, ha poi continuato a seguirlo da vicino raccontandolo in un’altra opera, “La metamorfosi”: lì, c’è tutta l’essenza del modus operandi di Pep Guardiola.

Il suo pensiero dominante è: «ciò che non si allena, si dimentica».

Proprio per questo, per Pep alla base del rendimento c’è l’allenamento e il lavoro. Non tanto dal punto di vista quantitativo, ma da quello qualitativo. E a proposito di questo, dice ai suoi: «è più importante il concetto che l’aspetto».

L’allenatore trasmette l’idea attraverso le parole, ma il giocatore lo assimila mediante la pratica reiterata, diretta e corretta: «i giocatori vengono convinti dei concetti tattici allenandosi. Se si apprende un concetto tattico si apprende giocando, perché il gioco è l’unica cosa reale».

Non si tratta di ripetere meccanicamente delle azioni, ma di comprendere il perché di quelle azioni: «l’allenamento consiste nel fatto che i giocatori prendano delle decisioni», dice Guardiola. E non basta dirlo e allenarlo, va vissuto come esperienza: «per apprendere, devi provare, non basta che te lo dicano. Per correggere davvero un difetto importante, devi averne sofferto le conseguenze».

Josep “Pep” Guardiola: uno degli allenatori più grandi, vincenti e influenti della storia.

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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