Partite memorabili: Sampdoria-Milan 1990/1991

Racconto di un'indimenticabile gara scudetto tra blucerchiati e rossoneri

10 marzo 1991, Genova. In città rimbomba tra i tifosi blucerchiati un unico coro: “Tifiamo solo Sampdoria, e abbiamo un sogno nel cuore, vincere il tricolore!”. Tensione e emozioni si intrecciano, come se l’aria della Superba, in quel pomeriggio di fine inverno, fosse pesante, ma allo stesso tempo delle grandi occasioni.

Palpabile dai caruggi del centro storico, sino a quel breve tratto di strada che precede i tornelli.

Alle ore 15 in punto, infatti, uno stracolmo Luigi Ferraris è pronto a far da palcoscenico a una delle sfide più attese del campionato. Da una parte il Milan di Arrigo Sacchi, che vede tra le sue fila campioni assoluti come Paolo Maldini, Franco Baresi, Ruud Gullit, Marco Van Basten, Frank Rijkaard, solo per citarne alcuni; dall’altra, la sorprendente Sampdoria guidata da Vujadin Boskov e trascinata dalla coppia del gol Vialli-Mancini.

Due squadre che, alla 24 giornata di campionato, in attesa del Derby d’Italia, si giocano la vetta della classifica.

Nel caso dei genovesi, un pezzo di storia.

Primo Tempo

I 38400 di Marassi sono in visibilio, dopo il consueto scambio di gagliardetti tra capitani (rispettivamente Baresi e Mancini), finalmente ci siamo. Si comincia!

I padroni di casa partono subito forte, impensierendo più volte la difesa rossonera da palla inattiva, senza però scaldare i guanti di Pazzagli.

È una gara maschia, che si gioca soprattutto sui duelli individuali, sulle vecchie marcature a uomo che oggi appaiono quasi anacronistiche. Tanto romantiche per i più puritani, quanto asfissianti per gli attaccanti.

Da una parte Baresi su Vialli, dall’altra, Vierchowod su Van Basten.

I ritmi sono alti, il match gradevole, seppur le occasioni fatichino ad arrivare. In 45 minuti, infatti, si segnala solamente un debole tiro di Vialli pescato da Mancini, e una serie di tentativi di incursione da parte di Gullit.

L’avvocato Gianni Agnelli, per l’occasione presente in tribuna nonostante la sua Juventus sia impegnata a Milano contro l’Inter, in un’intervista a fine primo tempo non lesina elogi alla squadra guidata da Boskov, e a tutta tifoseria blucerchiata.

Vista la spinta del pubblico, la ripresa, si preannuncia infuocata.

Secondo Tempo

La seconda frazione di gioco, riprende il canovaccio tattico del primo tempo.  I blucerchiati spingono, mentre i Campioni di Europa in carica, soffrono i ritmi forsennati dei padroni di casa.

Finalmente, però, arrivano le occasioni, o meglio, salgono in cattedra i giocatori più talentuosi.

Dopo poco più di 5 minuti, infatti, Mancini incanta. Defilato sulla destra, si rende protagonista di un delizioso sombrero ai danni di Baresi, riuscendo con due soli tocchi ad entrare in area: lì, un irruento Costacurta lo atterra. Per D’Elia non ci sono dubbi. È calcio di rigore!

Dagli undici metri, con naturalezza e sicurezza, si presenta Vialli.

Rincorsa breve, un ultimo sguardo al portiere e… rete. 1-0 Samp!

Per i genovesi la gara sembra essersi finalmente indirizzata sui binari giusti, la risposta degli uomini di Sacchi, però, non si fa attendere.

I rossoneri, dopo soli pochi minuti, infatti, sorprendono la retroguardia avversaria con un lancio in profondità sul quale si fionda Gullit. L’olandese, saltando di testa, ha la meglio nel contrasto con Pagliuca in uscita, e a porta sguarnita appoggia in rete. Fortunatamente per la Sampdoria, però, il direttore di gara annulla il gol fischiando fallo sul portiere.

Dopo il brivido, con annesso rischio pareggio, la squadra di Boskov torna ad attaccare e, al minuto 69, trova anche il raddoppio.

Sugli sviluppi di un contropiede, Attilio Lombardo, favorito da un velo di Katanec, serve Mancini davanti alla porta: stop a seguire del 10 con il sinistro, e tocco sotto di destro a beffare Pazzagli in uscita. Una magia, l’ennesima, che segna il k.o del Diavolo.

I gemelli del gol, ancora una volta, decidono una partita fondamentale. Una tra quelle che, in quell’annata strepitosa, porterà la Sampdoria al primo e unico tricolore della sua storia.

La Curva Sud ringrazia.

Prima gli uomini, poi i giocatori.

 

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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