14 novembre 2012, Friends Arena di Solna. L’Inghilterra di Roy Hodgson, reduce dalla cocente delusione estiva di Euro 2012 (con l’eliminazione subita ai rigori contro l’Italia agli ottavi), viene ospitata dalla Svezia guidata da Erik Hamrén. Una sfida sulla carta amichevole, ma che porta strascichi dal Campionato Europeo: dove, gli svedesi, si sono ritrovati ultimi nel Gruppo D guidato proprio dai Three Lions.
Sono più di 50000 gli spettatori accorsi allo stadio per vedere sfidarsi le due nazionali. A riguardare questa gara, però, vi anticipo, saranno generazioni di appassionati calcistici.
Il motivo? Scopriamolo!
Primo tempo
Dopo gli immancabili inni, Steven Gerrard e Zlatan Ibrahimovic si apprestano a scambiarsi i gagliardetti. Gesto di intesa tra direttore di gara ed estremi difensori e ci siamo. Si comincia!
Nei primi minuti non si segnalano grandi occasioni, al 20’, però, la gara si sblocca. La Svezia sviluppa sulla sinistra e, Martin Ollson, pesca con un cross rasoterra Ibrahimovic in area: dopo un primo tiro respinto da Caulker, Zlatan non può sbagliare. È 1-0 per i padroni di casa!
Nonostante una serie di buone trame offensive da parte degli svedesi, la risposta dell’Inghilterra non si fa attendere. Gli uomini guidati da Hodgson, infatti, appena quindici minuti più tardi, riportano la gara in parità. Ashley Young trova lo spunto su Larsson e offre un cioccolatino per Welbeck tutto solo in area. Per il numero 9 è un gioco da ragazzi: tap-in al volo, e 1-1.
Dopo aver trovato il pareggio, gli ospiti continuano a premere sull’acceleratore. Al minuto 37 Sterling guadagna un fallo sulla trequarti: a incaricarsi della battuta, ovviamente, ci pensa Steven Gerrard. Occhiata verso il centro, e punizione al bacio ad attraversare tutta l’area di rigore per finire sul piede sinistro di Caulker. Il centrale britannico, nell’area piccola, può solo appoggiare in rete.
La nazionale inglese, conclude meritatamente il primo tempo in vantaggio.
Secondo tempo
La seconda frazione di gioco riprende il canovaccio tattico dei primi 45 minuti: gli inglesi spingono, mentre i padroni di casa cercano di colpire in contropiede. Sfiorando in più occasioni il gol del k.o., i britannici sembrano totalmente padroni del campo, ma si sa, nel calcio, non esistono certezze.
Al minuto 77, quando ormai la partita sembrava decisamente indirizzata, Svensson vede un movimento di Ibrahimovic e lo lancia in area: il resto, sarebbe da insegnare nelle scuole calcio. Zlatan, infatti, dopo uno smarcamento da attaccante puro, stoppa di petto e calcia al volo. Due tocchi, in una frazione di secondo. Per riaccendere il pubblico, per insaccare nuovamente in rete. 2-2 Svezia!
Nonostante si tratti “solo” di un friendly match, gli inglesi non ci stanno e iniziano un vero e proprio assalto alla porta di Isaksson (vecchia conoscenza di Juventus e Manchester City). L’assedio, però, dura poco meno di dieci minuti. All’84’, infatti, è ancora Ibra a rendersi protagonista, guadagnando una punizione in attacco. La distanza sembra proibitiva, circa 35 metri, ma il fuoriclasse del Psg non ci pensa su due volte: siluro sul palo del portiere che si incastra nell’angolino. Tripletta, e 3-2 Svezia!
La Friends Arena è in delirio, quella che doveva essere una semplice amichevole, sta diventando uno show che difficilmente i tifosi svedesi lasceranno scivolare nel dimenticatoio.
Anche perché, come ogni show che si rispetti, il finale non farà rimpiangere il costo del biglietto, anzi.
Al minuto 90, infatti, i padroni di casa spazzano una palla alla cieca – rincorsa rispettivamente dai due centrali inglesi e l’onnipresente Ibra- che arriva rimbalzando sulla trequarti inglese. Un titubante Joe Hart esce dalla propria area di rigore e allontana debolmente la sfera con un colpo di testa. Sfortunatamente per lui, mentre Cahill e Caulker stanno correndo in protezione della porta, la palla scende a campanile proprio dalle parti del giocatore più sbagliato, nella partita più sbagliata. Ibrahimovic non ci pensa nemmeno, gli basta coordinarsi e impattare.
Senza guardare la porta, in un’acrobazia impensabile, in una rovesciata da 30 metri che scavalca tutti e entra per la quarta volta in rete.
Poi un sorriso, accompagnato dalla più classica esultanza senza maglia che, stasera più che mai, suona di inchino appena prima che cali il sipario.