Urs Fischer merita più considerazione

Il tecnico svizzero sta scrivendo una favola con l’Union Berlin

La sua storia parte da Triengen, piccolo comune da poco più di 4000 abitanti nel nord della Svizzera. È lì che nasce e cresce Urs Fischer, tecnico che sta strabiliando sulla panchina dell’Union Berlino.

Sin da bambino, nonostante negli anni 70 l’eroe nazionale fosse Bernhard Russi (campione svizzero di sci), si avvicina al calcio, diventandone pian piano dipendente.

Prima intraprende la carriera da giocatore indossando le maglie di Zurigo e San Gallo, poi, a 44 anni compiuti, quella da allenatore: pane per i suoi denti.

Non occorre molto tempo prima di capire che Fischer, in panchina, ci sapesse davvero fare. Dopo un’esperienza nelle giovanili, e due anni da vice nel suo amato Zurigo, infatti, viene promosso dal club come tecnico della prima squadra. Da quel momento, sarebbe iniziata la sua scalata.

Passo dopo passo, vittoria dopo vittoria.

Gli inizi

Alla corte del Fussballclub Zurich, il tecnico svizzero il primo anno sfiora la conquista della Super-League, terminando il campionato come secondo a una sola lunghezza dal Basilea. L’annata seguente, invece, i risultati faticano ad arrivare e, come spesso accade in questi casi, il presidente del club opta per l’esonero: ad oggi, l’unico in 12 anni di carriera per Fischer.

Si tratta della prima bocciatura, nonostante sia evidente come grandi responsabilità siano da imputare a società e giocatori. Non a caso, appena 6 mesi più tardi, anche il successore Rolf Fringer verrà sollevato dall’incarico.

Il lavoro di Fischer in patria, però, non passa inosservato. A pochi mesi dall’addio allo Zurigo, infatti, si presenta al tecnico una nuova opportunità: il Thun.

Una squadra meno blasonata, che non conta titoli nazionali nel suo palmares (tranne un campionato di Serie B), ma che, al rientro in Super League dopo alcune stagioni nella serie cadetta, Fischer riesce a valorizzare al meglio, sposando un progetto vincente. In tre annate alla guida dei biancorossi, non si annoverano trofei, ma rispettivamente un quinto, un sesto e un quarto posto. Risultati che, da quelle quarti parti, suonano come vittorie.

Idee e risultati, che gli permettono nel 2015 di sedere sulla panchina più prestigiosa dell’intera Svizzera: quella del Basilea.

La svolta

Il salto è importante, ma alla guida dei rossoblù, Fischer non delude le aspettative, anzi. In due stagioni mette in bacheca due Super League, una Coppa svizzera, e una percentuale di vittorie invidiabile (66,67% per l’esattezza).

Il Basilea si dimostra indubbiamente la scelta giusta nel momento giusto, ma soprattutto un trampolino di lancio per il tecnico. Dopo due annate con i Bebbi, infatti, arriva la prima chiamata fuori dalla Svizzera.

Bussa alla porta di Fischer, l’Union Berlin.

Un romantico progetto

La possibilità di allenare in Germania lo stuzzica e, nonostante il club di Berlino si trovasse in 2. Bundesliga (serie cadetta tedesca), il tecnico decide di accettare.

È il presidente Dirk Zingler a volerlo fortemente, e a convincerlo grazie alla bontà del suo progetto, lasciandogli carta bianca sul lato sportivo.

Con pazienza e lavoro, Fischer ripaga subito la fiducia. Il primo anno conquista una storica promozione battendo lo Stoccarda agli spareggi, poi, stupisce anche in Bundesliga.

Grazie al supporto dell’intero ambiente, e a una tifoseria incredibile – rappresenta i “lavoratori”, gli stessi che poi aiutarono nel 2008 il club a ricostruire lo stadio – l’Union Berlin fa subito grandi cose nella massima serie. Da neopromosso raggiunge l’undicesimo posto in classifica, mentre le due annate seguenti, lo vedono posizionarsi settimo e quinto. Traguardi, traducibili rispettivamente come prima Conference League e prima Europa League della storia del club (dopo la sola partecipazione in Coppa Uefa nella stagione 2001-2002).

La svolta è epocale, mai, prima di allora, l’Union Berlin si era ritrovato così in alto. E chissà se quest’anno, vista l’incredibile partenza che vede i Die Eisernen secondi in campionato, il tecnico svizzero non possa farci ancora sognare.

Il Bayern Monaco primo in classifica dista solo un punto.

La favola dell’Union Berlin di Fischer, è ancora tutta da scrivere.

 

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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