Pedro Gonçalves è un giocatore forte

Il talento dello Sporting Lisbona continua a stupire

Si tratta di sensazioni, consapevolezza, fiducia: un mix di fattori che, accompagnati dalla mano di madre natura, permettono a un calciatore di incidere sul rendimento di un club. In che modo? Uscendo da quel limbo rappresentato dall’altalena di prestazioni, per raggiungere costanza, concretezza, ma, soprattutto, numeri da trascinatore.

È il caso di Pedro Gonçalves, tuttofare dello Sporting Lisbona dal centrocampo in avanti, che alla sua terza stagione con i Leoes sta dimostrando di aver raggiunto la piena maturità.

Dopo aver messo a segno 31 gol in due stagioni in Primeira Liga, quest’anno, i suoi sigilli tra campionato e Europa League sono già 15 in 27 partite, più sette assist. Statistiche importanti, per un profilo che inevitabilmente si candida a far parlare di sé nella prossima finestra di mercato.

Ma facciamo un passo indietro.

Gli inizi

Sin da ragazzino il suo talento non passa inosservato. Muove i primi passi nel Vadago, per poi trasferirsi allo Chaves (squadra della sua città nativa oggi decima in Primeira Liga), e infine completare la trafila del settore giovanile con tre maglie differenti. Tre club, tre nazioni, tre diverse culture calcistiche.

Prima il Braga, nel quale rimane per cinque stagioni, poi, Valencia e Wolverhampton. In Spagna, con la maglia dei Murcielagos, Pedro vive la sua prima esperienza fuori dai confini lusitani. La distanza da casa si fa sentire, ma, quando scende in campo, è la sua voglia di giocare a prevalere.

In due annate, infatti, l’allora diciassettenne non lesina grandi giocate, e attira l’attenzione di diversi club esteri. Su tutti, i dirigenti dei Wolves, che osservano e non ci pensano due volte: il ragazzo deve essere tesserato.

Trattativa lampo quindi per Pote – soprannome affibbiatogli dalla nonna perché da bambino era basso e tozzo – e subito firma di un biennale.

Vista la tendenza del club inglese a puntare sui giocatori portoghesi (Ruben Neves, Joao Moutinho, Pedro Neto, Nelson Semedo solo per citarne alcuni) per il classe ’98, questa, si prospetta la prima grande opportunità per sfondare. Purtroppo, però, non sempre aspettative e promesse vengono mantenute.

Nonostante riesca a segnare 8 reti in 35 partite in Premier League 2 con il Wolverhampton U-21, in prima squadra non gli viene mai concessa l’occasione di esprimersi.

Servono quindi minuti da mettere nelle gambe tra i grandi, e soprattutto la piazza giusta per partire. Per la giovane promessa, la scelta del Famalicão viene naturale.

La svolta

A volerlo fortemente tra le fila dei Famalicenses è João Pedro Sousa, tecnico portoghese che pensa di poter sfruttare al meglio le caratteristiche offensive di Pote per la sua idea di calcio. Punta su di lui, se lo coccola, e a fine anno ne raccoglie i frutti.

Sì, perché il ragazzo di Chevas incanta, trascinando l’intera squadra. Segna 7 reti, fornisce 8 assist, e ottiene il titolo di miglior giovane del campionato. Non è un caso, infatti, che il Famalicão quella stagione- da club neopromosso- riesca a raggiungere addirittura il sesto posto finale in campionato, a un passo dal sogno europeo.

Basta quindi una sola stagione a Pedro Gonçalves per ripagare la fiducia, e convincere tutti in Portogallo: il 18 agosto 2020 il suo passaggio allo Sporting Lisbona è cosa fatta.

Conferme e primi trofei

La pressione sulla carta è tanta, ma, considerando la scelta del numero di maglia, è già chiaro come ansie e paure non facciano parte del vocabolario calcistico di Pote. La camisa prediletta, infatti, è la numero 28 indossata da Cristiano Ronaldo. Una maglia pesante, ma che, presto, avrebbe dimostrato di meritare.

Miglior giocatore del campionato, capocannoniere della competizione con 23 gol segnati, e titolo di Primeira Liga messo in bacheca, accompagnato dalla Coppa di Lega portoghese. In una sola stagione, Gonçalves è già l’idolo dei tifosi.

Difficile inquadrarlo a livello tattico, nella sua esperienza al Famalicão agisce prevalentemente da mezz’ala sinistra, mentre, a Lisbona, viene schierato da esterno offensivo a sostegno della punta.

È proprio in quel ruolo: sia in un 4-3-3, che in 4-2-3-1, che il ragazzo trova con maggior facilità la via del gol.

Anche a livello europeo non delude le aspettative. L’annata successiva, infatti, nella fase a gironi di Champions League, si rende protagonista di 4 gol in 5 partite (meravigliose le doppiette contro Borussia Dortmund e Besiktas). Mentre, in campionato, dopo una stagione da MVP – complice una serie di infortuni che l’hanno costretto a saltare 10 gare – non riesce a trascinare lo Sporting oltre il secondo posto finale, nonostante le 8 reti stagionali.

Futuro

Nell’annata corrente, invece, anche se lo Sporting attualmente si trova quarto in campionato, si sta rivedendo il “Pote” della sua prima stagione a Lisbona. Agisce per lo più da mediano in un centrocampo a due, ma sembra aver ritrovato la miglior condizione fisica e soprattutto il giusto feeling con la via del gol (sono già 12 su 23 partite disputate).

Visti i talenti che stanno uscendo dal campionato portoghese in questi ultimi anni: da Darwin Nunez, passando per Bruno Fernandes, Goncalo Ramos e Enzo Fernandez, il classe ’98 merita di essere sicuramente preso in considerazione.

Età e numeri sono dalla sua, la palla, adesso passa agli altri club.

 

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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