Mattia Perin, dodicesimo di lusso

Oscurato da Szczesny, quando viene chiamato in causa risulta sempre decisivo

Ricoprire il ruolo di ‘dodicesimo’ in una squadra di calcio non è mai facile, specialmente quando si hanno le doti giuste per poter giocare titolare tra i pali. Lo sa bene Mattia Perin, vice di Wojciech Szczesny alla Juventus. Eppure continua ad allenarsi da vero professionista, dando un esempio ai giovani che sognano di ritagliarsi un posto importante in squadra. Leader nello spogliatoio, mai una parola fuori posto e soprattutto la non banale capacità di aspettare in silenzio il suo momento, pronto a dare tutto per difendere i colori bianconeri.

Gli esordi del ‘gatto di Latina’

Originario di Latina, sin da bambino sa bene che il suo ruolo sarà quello di portiere. Quando gioca in cortile con gli amici, ogni volta che gli arriva la palla, lui la blocca con le mani e poi calcia. “Tanto vale che stai in porta” gli dicono in coro gli altri. Da quel momento sa di dover ricoprire un ruolo molto scomodo e sempre nell’occhio del ciclone: compi miracoli e sei un campione, appena fai una papera diventi un brocco. Al piccolo Mattia le pressioni non interessano affatto, si sente all’altezza dell’incarico e nella Scuola Calcio Nuovo Latina Isonzo, indossa subito i guantoni, pronto a prendersi quella posizione che a nessuno interessa, perché tutti sognano di segnarli i gol, non di subirli o evitarli. Comincia a saltare da un montante all’altro, con l’agilità di un gatto, da qui il suo soprannome.

A 13 anni si trasferisce nelle giovanili della Pistoiese. Finisce presto nella rete degli osservatori del Genoa e a 16 anni, nel 2008, si trasferisce nel vivaio rossoblù. Con la formazione ligure vince da protagonista il Campionato Primavera e la Supercoppa Primavera, entrambi nel 2010. Esordisce in Serie A il 22 maggio 2011, a 18 anni, nella partita Genoa-Cesena (3-2) dell’ultima giornata di campionato. Successivamente va in prestito al Padova, in Serie B, come di solito succede a chi deve farsi le ossa. La stagione seguente arriva la chiamata del Pescara, salendo di categoria ed affermandosi come titolare inamovibile. Nonostante le sue buone prestazioni, il club abruzzese non riesce a salvarsi, retrocedendo dunque in cadetteria. Il 1° luglio 2013, fa ritorno al Genoa, nella massima serie italiana e qui comincia la storia d’amore con il Grifone.

Genova la sua seconda casa

Da quel momento, veste la maglia rossoblù per 7 lunghe stagioni (di cui 5 consecutive), sempre da titolare. Sfoggia ottime prestazioni e dimostra sin da subito un forte attaccamento nei confronti del club e della città, considerata da lui stesso come una seconda casa, dove un giorno potrebbe tornare. Nel 2013-14 riceve il premio di miglior portiere della Serie A. Per la stagione 2017-18, dopo l’addio di Burdisso, viene eletto capitano e riesce a mantenere la porta inviolata in 12 occasioni: una statistica niente male per una squadra di metà classifica. Un portiere del calibro di Perin, non lo si vedeva nel capoluogo ligure da tantissimo tempo. Tant’è che i tifosi gli dedicano cori e striscioni, apprezzando il suo operato, prezioso per raggiungere l’obiettivo salvezza.

Più forte della sfortuna

Non si perde d’animo di fronte alle avversità della vita, nemmeno quando la sfortuna sembra accanirsi contro di lui. Durante la militanza tra le fila del Grifone, infatti, è costretto a sottoporsi a tre operazioni per risolvere gravi infortuni. A giugno 2015 viene operato alla spalla destra, restando lontano dai campi per quattro mesi. Ad aprile dell’anno successivo, si procura la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro in uno scontro di gioco con il compagno di squadra Muñoz durante il match contro il Sassuolo. Torna a giocare a settembre, ma a inizio gennaio 2017, è vittima dello stesso genere di infortunio, questa volta al ginocchio sinistro. Una doppia sventura del genere potrebbe portare chiunque a pensare di smettere con l’attività agonista, eppure il suo unico obiettivo è tornare a fare il più presto possibile quello che ha sempre fatto, sin dall’infanzia: difendere la porta della sua squadra. Torna e riprende da dove aveva lasciato, volando a sventare ogni pericolo con interventi prodigiosi.

L’occasione della vita

Nell’estate 2018 arriva meritatamente la chiamata di un grande club: la Juventus lo acquista per 12 milioni di euro più bonus. Giocare nella squadra più vincente d’Italia è un’occasione che tutti i calciatori vorrebbero avere. Pur ricoprendo il ruolo di secondo portiere, alle spalle di Szczesny, ha modo di dimostrare il suo valore e si fa apprezzare anche dai suoi nuovi tifosi grazie alle sue prestazioni. Spesso risulta decisivo ai fini del risultato e il suo allenatore Max Allegri sa di poter contare ad occhi chiusi su di lui in qualsiasi momento. Chiuso dal ritorno di Gigi Buffon, il club bianconero decide di rimandarlo a Genova, in prestito per 18 mesi. Dall’inizio della scorsa stagione veste nuovamente la maglia della Vecchia Signora. Nel campionato in corso è sceso in campo in 8 occasioni, collezionando 5 clean sheet: una vera e propria garanzia. In termini percentuali è terzo, dietro soltanto al suo compagno di squadra e a Provedel della Lazio. Sarebbe titolare inamovibile in almeno 15 squadre del nostro campionato, ciononostante lui con umiltà ha accettato di fungere da dodicesimo.

Avere un secondo portiere come Mattia Perin è davvero un grande lusso.

Lascia un commento