Si scrive costanza, si legge Matteo Darmian

Nella stagione corrente, il terzino classe ‘89 sta disputando partite di grandissimo livello

Darmian è il calciatore dell’Inter a cui chiederei la maglia a fine anno. È un giocatore molto silenzioso, ma che dà sempre il suo contributo ovunque venga impiegato. Questi giocatori all’interno di un gruppo fanno la differenza ” così Javier Zanetti, intervistato da Dazn, ha parlato del numero 36 nerazzurro. Oggi, punto fermo del reparto difensivo di Inzaghi.

Una bella investitura insomma, da parte di chi, nella sponda nerazzurra di Milano, ha saputo eccome lasciare il segno.

Tra vittorie, strabilianti prestazioni, e soprattutto professionalità.

La stessa che il Capitano, oggi dirigente, vede nel terzino della sua Inter.

Un arrivo inaspettato

Passa al club nella stagione 2020-2021, dopo aver disputato le prime tre gare di campionato nel Parma. A volerlo per ampliare la rosa è Antonio Conte che, in ottica 3-5-2, crede fortemente nelle sue qualità e nella sua duttilità.  L’acquisto passa in sordina, soprattutto perché nello stesso anno si trasferiscono a Milano giocatori come Hakimi, Vidal e Perisic (al rientro dal Bayern).

Difficile per i tifosi quindi rimanere incantati dal suo trasferimento, ma, vista anche la cifra irrisoria sborsata per portarlo sotto l’ombra del Duomo (3,3 milioni di euro), il ragazzo di Legnano dimostrerà di meritare eccome la prestigiosa casacca nerazzurra.

D’altronde, come spesso in molti dimenticano- sia in Serie A che nella sua esperienza in Inghilterra- Darmian non ha mai sfigurato.

Anzi.

Un gioiello del settore giovanile rossonero

Ironia della sorte, Matteo cresce nelle giovanili del Milan. Lanciato da Beniamino Abate (papà di Ignazio), totalizza nove stagioni in rossonero, esordendo in Serie A proprio con la maglia del diavolo sotto la gestione di Carlo Ancelotti. Per onor di cronaca, ad appena 17 anni compiuti.

Poi, una stagione al Padova in Serie B, una con lo strabiliante Palermo formato Europa League di Delio Rossi, e finalmente la sua grande chance: il Torino.

Alla corte dei granata, probabilmente disputa i suoi anni migliori. Velocità, tecnica e spregiudicatezza, oltre a un’attenta fase difensiva, lo rendono uno dei terzini più completi d’Europa.

Poi, se ci aggiungiamo anche quella pesantissima rete nel derby contro la Juventus (che vale l’ultima vittoria del toro nella stracittadina), allora potremmo dire anche incisivi. Almeno a detta della compagine granata.

Darmian è un terzino destro, ma la sua versatilità permette di schierarlo anche sulla fascia sinistra. È un difensore molto forte, capace di spingersi in avanti: qualità eccezionale e necessaria per i ritmi veloci della Premier League. È un grande acquisto per la nostra squadra. Sono lieto di potergli dare il benvenuto qui e tutti noi siamo ansiosi di poter lavorare con lui nei prossimi giorni” queste le parole di Louis van Gaal sul suo conto.

Sì, perché l’11 luglio 2015, è addirittura la squadra che detiene più titoli d’Inghilterra a tesserarlo.

Ovviamente, si parla del Manchester United.

 Momenti difficili

Con i Red Devils vive due anni da protagonista, conquistandosi l’apprezzamento del pubblico – che lo vota subito come giocatore del mese di agosto- e vincendo l’Europa League da titolare con Josè Mourinho (subentrato l’anno dopo a van Gaal). Le ultime due stagioni ad Old Trafford, invece, lo vedono varcare raramente il terreno di gioco, e finire in fondo alle gerarchie dei tecnici. Sia dello Special One, che della new entry Solskjaer.

Si tratta di un’esperienza tra alti e bassi, quattro anni complicati, ma che lo forgiano.

Una seconda vita calcistica

A dargli una seconda vita calcistica, prima Roberto D’Aversa al Parma, poi, dopo una stagione con i ducali, Antonio Conte.

Il tecnico leccese lo coccola, e Darmian ringrazia. Come? A suon di gol pesanti, e prestazioni solide.

Segna le reti decisive per lo scudetto nerazzurro contro Cagliari e Verona, ma soprattutto ricopre sia la fascia destra che sinistra – spesso anche da titolare- nonostante la concorrenza di Hakimi e Perisic.

Mai una parola fuori posto, e sempre tanta disponibilità. Anche per questo, dall’arrivo di Inzaghi in panchina, Darmian è diventato imprescindibile.

Titolarità fissa e tanta fiducia nei suoi confronti. Sia da esterno di centrocampo, che da terzo difensivo (proprio in quel ruolo mette a segno il gol valevole per la semifinale di Coppa Italia contro l’Atalanta).

A 33 anni sta dimostrando di essere uno dei migliori terzini del nostro campionato: anche in ottica Nazionale, la sua crescita può solo farci sorridere.

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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