Alla scoperta di Mateo Retegui

L'attaccante classe '99 è stato convocato da Roberto Mancini per le sfide con Inghilterra e Malta

A 23 anni compiuti, sembra pronto per il grande salto. Destro, sinistro e testa: nel campionato argentino, Retegui segna in tutti i modi.

Per caratteristiche, ricordando il primo Lautaro Martinez (ovviamente con i dovuti riguardi).

Lo stavamo seguendo da tempo. È un ragazzo giovane che gioca titolare da due anni nel campionato argentino. Ha qualità che a noi mancano, pensavamo che non volesse venire, ma ha detto subito di sì e lo abbiamo convocato” ha spiegato Roberto Mancini a Dazn dopo la sfida tra Milan e Salernitana.

Tanto per cambiare, il CT azzurro, potrebbe lanciare l’ennesimo talento all’ombra dei riflettori.

A proposito, ma chi è esattamente Mateo Retegui?

Primi passi

Cresce nel settore giovanile del Boca Juniors, esordendo tra i grandi il 17 novembre 2018 alla Bombonera contro il Patronato. Piccola chicca: fa il suo ingresso in campo sostituendo il fuoriclasse Carlitos Tevez (per chi volesse credere nel destino).

Poi, una lunga serie di prestiti.

Estudiantes, Talleres e infine Tigre. Solo alla corte del Matador, trova la tanto ricercata continuità. Quella che, ora come ora, gli sta permettendo di esprimersi al meglio – per usare un eufemismo – nella Primera División.

19 gol in 27 partite la scorsa stagione, mentre, quest’anno – la stagione in Argentina è iniziata il 27 gennaio – sono già 6 i centri in 8 partite.

Riassumendo, classifica dei marcatori vinca la scorsa annata, e primato momentaneo anche in quella corrente.

Niente male, considerando che il Tigre nel 2022 si è posizionato settimo, e in questo 2023 si trova addirittura ventunesimo su 28 squadre.

Il confronto con Lautaro Martinez

Confrontare due giocatori, si sa, non è mai semplice. Soprattutto quando uno di questi ha appena vinto la Coppa del mondo, e si ritrova a trascinare da capitano un club come l’Inter in Serie A e Champions League.

Analizzare i percorsi, però, può aiutare a comprendere la proiezione di un giovane talento, senza rischiare di cadere nella blasfemia. Soprattutto, se si prendono in considerazione i numeri in un campionato per molti sconosciuto come quello argentino.

L’esperienza in Primera División dell’attuale centravanti nerazzurro, lo vede giocare due annate da titolare nel Racing Club. Nella stagione 2016/ 2017 totalizzando 9 gol in 22 partite e ottenendo il quarto posto, mentre, nell’annata 2017/2018, segnando 13 reti in 21 partite, e posizionandosi secondo nella classifica dei marcatori con il suo Racing settimo.

Numeri importanti per il Toro (allora diciannovenne), assimilabili come media gol a quelli del ventitreenne Retegui.

Con il talento italo- argentino che, in questo 2023, sta sfiorando addirittura la media di una rete a partita.

A voi le considerazioni.

Un’arma in più per Mancini

Indipendentemente da numeri e paragoni, quello che conta di più è che – grazie al nonno materno Angelo – Mateo possa dare una grossa mano al reparto offensivo azzurro. O almeno questo è l’augurio.

Sono molto felice e orgoglioso di ciò che sta accadendo. Sono al settimo cielo, non solo per me ma pure per tutta la mia famiglia: è un passo molto importante, sono entusiasta che mi sia stata concessa questa opportunità in una delle Nazionali più importanti del mondo. La verità è che devo ringraziare tutti i miei compagni e tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo: Estudiantes, Talleres, Boca Juniors e adesso il Tigre, dove Diego Hernán Martínez e i suoi collaboratori mi hanno permesso di migliorare, di accrescere la fiducia nei miei mezzi, di mettermi in mostra, di diventare un giocatore e una persona migliore. A loro devo tutto: questa convocazione è dedicata a voi. Se so già parole in italiano? Per ora sto studiando, vorrei arrivare a Coverciano con una base, un’infarinatura. Che parole ricordo? No, dai, non insistete: sono timido, non mi fate arrossire!».

Un’umiltà del genere poi, mette quasi i brividi.

 

 

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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