Un leone in gabbia, un soldato senza esercito. Sono queste le metafore più consone per descrivere la situazione odierna di Antonio Conte, ormai sempre più in rotta con il Tottenham. Da quando è approdato sulla panchina degli Spurs, ha fatto registrare le sue peggiori statistiche da allenatore. Tanto basta per capire che evidentemente qualcosa non va. Andiamo però ad analizzare cosa effettivamente sta succedendo nell’ultimo periodo e quale club potrebbe puntare su di lui in vista della prossima stagione.
I numeri di Antonio Conte al Tottenham
La percentuale di vittorie di Antonio Conte con il club inglese è pari al 53,25%. Una percentuale decisamente inferiore se confrontata con le precedenti esperienze: Inter (62,75%), Chelsea (65,09%), Italia (67% considerando solo le partite ufficiali) e Juventus (67,55%). Esclusa la prima parte di carriera nelle vesti di mister tra Arezzo, Bari, Atalanta e Siena, è la statistica peggiore in quanto a partite in cui è riuscito ad avere la meglio sugli avversari. Ben 24 le sconfitte rimediate, 4 in più rispetto a quando allenava i Blues, mentre con bianconeri e nerazzurri si era fermato in entrambi i casi a quota 15. Dati alla mano, il suo operato nel Nord di Londra è tutt’altro che positivo.
Duro sfogo nei giorni scorsi
Durante la scorsa giornata di Premier League, il Tottenham si è fatto rimontare sul campo del Southampton, ultimo in classifica. Dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-1, Kane e compagni hanno visto i padroni di casa riuscire a strappare un incredibile 3-3. Al termine della gara, Antonio Conte ha dato sfogo a tutta la sua rabbia con pesanti dichiarazioni, non risparmiando nessuno. Qui di seguito riportiamo le sue parole:
“Penso che sia il momento giusto per parlare perché questa performance per me è inaccettabile. Credo sia meglio entrare nel merito, non siamo una squadra. Siamo 11 giocatori che scendono in campo. Vedo giocatori egoisti, giocatori che non vogliono aiutarsi a vicenda e non mettono il cuore. Prima di oggi ho cercato di nascondere la situazione e migliorarla con le parole. Al di là tattica e tecnica, bisogna avere il desiderio, il fuoco negli occhi, nel cuore. Bisogna averlo in ogni momento. Siamo peggiorati sotto questo aspetto rispetto alla scorsa stagione. Quando non sei una squadra, non puoi migliorare”.
Alla domanda se l’incertezza sul suo futuro in panchina può condizionare i giocatori, è andato su tutte le furie: “Scuse, scuse, scuse. Cercare di proteggerli ogni volta. Bah. Andiamo, siamo professionisti. Il club ci paga un sacco di soldi, i giocatori ricevono i soldi, io ricevo i soldi. Non per trovare scuse”.
Successivamente l’attacco diretto alla proprietà: “La società ha la responsabilità sul mercato, l’allenatore ha la responsabilità. Ma i giocatori, dove sono i giocatori? Vedo solo 11 giocatori che giocano da soli. Ora mancano 10 partite e se qualcuno pensa che possiamo lottare con questo atteggiamento, con questo spirito… Per cosa dobbiamo lottare? Per il settimo o l’ottavo posto? Non sono abituato a lottare per questo. È responsabilità di ognuno. Qui non sono abituati. Non giocano per qualcosa di importante. Non vogliono giocare sotto pressione, non vogliono giocare sotto stress. La storia del Tottenham è questa da 20 anni, non hanno mai vinto qualcosa. Perché? Ho visto gli allenatori che ha avuto il Tottenham in panchina fin qui. Se vogliono continuare così, possono anche cambiare l’allenatore, tanti allenatori, ma la situazione non può cambiare. Credetemi”.
Dichiarazioni molto pesanti e allo stesso tempo veritiere. Gli Spurs infatti non sollevano un trofeo dal 2008, pur avendo avuto molte occasioni negli ultimi anni. Ormai la frattura è insanabile e un gruppo di giocatori avrebbe esplicitamente chiesto ai dirigenti di licenziarlo.
Un soldato abbattuto e nostalgico
“Nostalgia, nostalgia canaglia” cantava a Sanremo ’87 Al Bano, pugliese doc proprio come Antonio Conte. Ed è la canzone migliore per descrivere l’attuale stato emotivo del mister salentino, desideroso più che mai di tornare in Italia, lì dove è stato maggiormente apprezzato ed ha raggiunto i suoi migliori traguardi. Durante la stagione in corso, nelle varie conferenze stampa, è apparso più volte scarico e abbattuto: zero sorrisi e molti sguardi diffidenti nei confronti di un ambiente che non lo ha mai fatto sentire a proprio agio. Oltre alla lontananza dalla sua famiglia, ci sono altri due fattori determinanti che hanno contribuito a tenere basso il suo morale: i problemi personali di salute e la morte prematura di due amici fraterni nel giro di pochi mesi. Parliamo ovviamente di Gian Piero Ventrone e Gianluca Vialli. Avvenimenti negativi che inevitabilmente ti cambiano la vita e ti fanno riflettere profondamente.
Quale futuro per il tecnico leccese?
Secondo quanto riportato dal tabloid inglese The Telegraph, la separazione con il club londinese sarà imminente: il presidente Daniel Levy non ha mandato giù lo sfogo del suo allenatore e vuole interrompere il rapporto sin da subito, senza attendere la fine della stagione. Per quanto concerne il suo futuro, al momento tutte le strade portano al nostro campionato, mentre è alquanto improbabile un’altra esperienza all’estero.
Se da un lato i tifosi dell’Inter sognano il ritorno del condottiero, capace di riportare lo scudetto sulla sponda nerazzurra di Milano dopo 11 anni, dall’altra le questioni economiche del club di Zhang lo escludono categoricamente. Si sa, Antonio Conte è un allenatore tanto vincente quanto pretenzioso ed è impensabile che in Viale della Liberazione siano disposti a garantirgli uno stipendio molto alto. Si vocifera inoltre di un ritorno alla Juventus, considerando che adesso non c’è più Andrea Agnelli come presidente, con il quale aveva avuto molteplici diverbi. Tuttavia, l’impressione è che Allegri rimanga saldo al suo posto, soprattutto se dovesse centrare la qualificazione alla prossima Champions League o portare un trofeo in bacheca da qui al termine della stagione.
Occhio al Milan, dove la posizione di Stefano Pioli continua a traballare sempre di più, visti i recenti risultati negativi. Il divorzio tra il Diavolo e il Normal One diventa un’opzione plausibile per l’estate e il sostituto potrebbe essere proprio l’ex capitano bianconero. L’ostacolo numero uno, anche in questo caso, è rappresentato dall’ingaggio troppo elevato.
La Serie A chiama, Antonio Conte risponde? Per adesso ha attivato la segreteria telefonica, in estate chissà. Una cosa è certa: per tornare ad essere l’allenatore che tutti conosciamo, la vicinanza alla famiglia e alla terra d’origine è il miglior rimedio possibile.