Gonzalo Higuain: amore e odio verso il calcio

Il Pipita Higuain ha avuto una carriera particolare fatta di grandi giocate e grandi errori

Sentir nominare Gonzalo Higuain evoca ricordi diversi in ognuno di noi. Pochi calciatori come l’attaccante argentino hanno attraversato momenti tanto differenti durante l’arco della carriera, fatta di grandi giocate, record e purtroppo, anche errori decisivi.

Higuain si è ritirato dal calcio nell’ottobre del 2022, in un momento in cui stava tornando a dominare in MLS. E no, non c’entra la difficoltà del campionato. Nell’ultimo periodo i gol di Higuain erano della stessa pregevole fattura di quelli realizzati nel Real Madrid e nel Napoli. Eppure la sua decisione è stata ponderata: “Ho processato, analizzato, per giungere alla fine a questa decisione”. Perché pochi hanno sofferto il mondo del calcio dall’interno come lui.

Un gol sbagliato, una partita al di sotto delle aspettative, portavano malumore ai tifosi e di conseguenza a lui, come ha sempre ammesso nelle sue interviste. Lui che ha sempre e solo voluto essere un essere umano, fallibile. Questo il mondo del calcio non sempre te lo permette. Sei sempre giudicato, analizzato, inquadrato. E gestire la pressione è un problema, per alcuni più di altri. Il Pipita, questa pressione l’ha sentita.

Gli anni al Real Madrid

Nel 2006 viene acquistato dal Real Madrid a soli 19 anni, venendo dal River Plate. Sarà solo nella stagione 2008/09 che l’argentino mostrerà il suo talento. Chiude il campionato con 22 gol e 9 assist in 35 partite, affermandosi come miglior marcatore stagionale della squadra.

Nel 2009/10 arriva Pellegrini in panchina e Higuain segna addirittura più gol in campionato del nuovo compagno di squadra Ronaldo (27 contro 26). Saranno 29 i gol in totale.

Con l’arrivo di José Mourinho nel 2010 perde continuità di prestazioni e sarà anche fermo per tre mesi per un’operazione all’ernia al disco.

Nella stagione 2011/12 formerà con Ronaldo e Benzema il tridente più prolifico nella storia del Real Madrid e della Liga spagnola (46 reti per il portoghese, 22 per l’argentino e 21 per il francese).

Nella stagione 2012/13, la sua ultima con la maglia del Real, si alterna spesso a Benzema nel ruolo di titolare. Così a fine stagione esprime, di comune accordo con la società, la volontà di lasciare la squadra, dopo sei stagioni e mezzo con sei trofei vinti, 264 partite giocate e 121 reti realizzate.

L’avventura al Napoli di Higuain

Il 27 luglio 2013 viene acquistato a titolo definitivo dal Napoli di Benitez. La prima stagione conquista piazzamento in Champions e Coppa Italia, battendo la Fiorentina in finale. 24 reti in 46 presenze tra campionato e coppe.

La stagione successiva è fatta di alti e bassi. La Supercoppa Italiana vinta a Doha contro la Juventus dopo i calci di rigore, dopo aver addirittura realizzato una doppietta tra tempi regolamentari e supplementari, è un traguardo importante da raggiungere in quegli anni per la piazza napoletana.

Purtroppo, nell’ultima decisiva partita di campionato per un piazzamento Champions contro la Lazio, dopo aver siglato la doppietta della rimonta dallo 0-2 al 2-2, sbaglia il rigore decisivo che avrebbe regalato ai partenopei il quarto posto. Conclude la stagione con 29 reti in 58 presenze tra campionato e coppe.

Nella stagione 2015/16 arriva in panchina Maurizio Sarri e tra i due si instaura un ottimo rapporto. Il campionato di Gonzalo Higuain è leggenda: 36 reti in 35 presenze e record assoluto nel campionato di Serie A (poi eguagliato da Immobile).

Juventus, Milan, Chelsea, Juventus

Il 26 luglio 2016 viene acquistato a titolo definitivo dalla Juventus per un costo di 90 milioni di euro. Il suo trasferimento risulterà il più costoso nella storia della Serie A fino al luglio 2018, quando la Juventus acquisterà Cristiano Ronaldo dal Real Madrid per 100 milioni.

Nelle sue prime due stagioni realizza 55 gol in 105 presenze, vincendo una Coppa Italia e due Scudetti. Perderà però la quarta finale su quattro disputate tra club e nazionale, in occasione della finale di Champions contro il Real del 2017.

In prestito al Milan, le sue prestazioni sono al di sotto delle aspettative, così a gennaio passa al Chelsea dove ritrova Maurizio Sarri. Vince l’Europa League, ma non scende nemmeno in campo per la finale. Alla fine della stagiona torna alla Juventus, sempre con Sarri.

In quegli anni diventerà un giocatore che lega il gioco più che un bomber, e contribuisce con 11 gol stagionali e la vittoria di un altro Scudetto. Così termina la sua avventura europea.

Il 18 settembre 2020 Higuain si accorda con l’Inter Miami, club statunitense militante nella Major League Soccer. E qui arriviamo ai giorni nostri.

È però in Nazionale che Higuain viene ricordato negativamente. Sono comunque 31 gol in 75 presenze, ma gli errori nei momenti decisivi sono molti. Nella finale dei Mondiali del 2014 sbaglia a tu per tu con Neuer, dopo un regalo della difesa tedesca. Dopo farà gol, ma in fuorigioco. Nel 2015 l’Argentina perde la finale di Coppa America ai rigori contro il Cile, e sbaglierà il suo tiro dagli undici metri. Non solo, all’ultimo secondo dei regolamentari si divorerà un gol a pochi centimetri dalla porta su assist di Lavezzi. Nel 2016, sempre in finale di Coppa America, sbaglierà un gol simile a quello dei Mondiali, su palla persa di Medel.

Tuttavia quando si parla di Higuain, giudicarlo per i trofei (comunque molti, ma non passati alla storia) o per gli errori è davvero ingeneroso. Il Pipita è stato tra i più grandi 9 della sua generazione. Negli anni al Napoli, spesso e volentieri, si vedevano 21 giocatori in campo più lui, palesemente un gradino sopra agli altri.

L’attaccante argentino si è purtroppo ritrovato in un calcio in cui il talento è importante ma non fondamentale in assoluto. Ci ha regalato lampi di genio in anni in cui il calcio italiano di geni ne aveva pochi. È riuscito a farsi amare e odiare quasi contemporaneamente. Troppo forte rispetto alla media, ma manchevole di alcuni aspetti per essere tra i mostri sacri. La sua classe era però infinita, e se non fosse stato per la spietatezza del mondo del calcio, per cui sei un fenomeno un giorno e un incapace quello successivo, forse il Pipita ci avrebbe regalato il doppio delle giocate rispetto a quelle che comunque abbiamo avuto la fortuna e il piacere di apprezzare.

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