Antoine Griezmann, quando non serve una fascia per essere leader

Le petit diable sta ritrovando se stesso

Al talento, si sa, non si comanda. Altalene di prestazioni, periodi difficili, ma, alla fine, quella dote innata esce sempre fuori.

Come? Con naturalezza.

La stessa, con la quale – tanto per prenderne uno – Griezmann ha segnato il suo ultimo gol in campionato contro il Valencia. Stop a seguire in corsa da girato (al limite della volontarietà), e sinistro chirurgico a spiazzare Mamardashvilli.

Due tocchi, che valgono il nono gol stagionale in Liga.

Quella di quest’anno, potrebbe essere addirittura la sua nona stagione in doppia cifra.

Percorso

Real Sociedad, Atletico Madrid e Barcellona. Tre squadre, tre differenti culture calcistiche, un unico denominatore comune: i gol di Antoine.

Alla corte dei txuri-urdines ha saputo mettere in mostra tutto il suo talento (totalizzando 40 reti in 4 stagioni). Poi, ci ha pensato Simeone all’Atletico Madrid a plasmarne carattere e intelligenza tattica. Portandolo, tra l’altro, a disputare una finale di Champions League da protagonista assoluto, e a diventare un giocatore imprescindibile per la Francia Campione del Mondo nel 2018.

Con il Barcellona, invece – dopo un lungo corteggiamento per convincerlo a vestire blaugrana –  subito ha faticato.

Colpa dell’allenatore? Di un sistema di gioco Messi-dipendente? Probabilmente entrambi i fattori, abbinati al peso della maglia, hanno influito sulle sue prestazioni. Senza dimenticare, i 120 milioni sborsati dalla società per portarlo nel capoluogo della Catalogna.

Certo, numeri alla mano, Antoine non ha sfigurato – sono 35 i gol in 102 partite da seconda punta – ma, il suo impatto, si pensava potesse essere decisamente differente.

Probabilmente, anche a livello di caratteristiche, giocare con la Pulce non l’ha giovato.

Dopo due annate, allora, la chiamata dell’Atletico Madrid ha significato una vera e propria rinascita.

Un nuovo inizio

Lui è un calciatore che si è dato non a me, ma all’Atletico de Madrid: sempre. È tornato con umiltà e difficoltà, gli è costato molto, ma è un giocatore straordinario” dirà Simeone.

Dopo le difficoltà della scorsa stagione, infatti, questa, vede Griezmann tornare finalmente ai suoi livelli.

Un Mondiale strepitoso da tuttocampista con la Francia, accompagnato da 9 gol e 9 assist in 26 partite con i Colchoneros, sta facendo ricredere anche i più scettici sul suo conto.

L’unica delusione? Quella fascia di capitano della Nazionale che, dopo l’addio di Lloris, si pensava potesse essere sua di diritto.

Posso assicurarvi che Antoine, da lunedì, è molto sorridente. Che fosse deluso in quel momento, è legittimo. Ma questo si è fermato lì. Da quello che vedo, tutti hanno lo stesso obiettivo in relazione al gruppo. Antoine è vice-capitano, ha un ruolo importante come ha sempre avuto” ha detto nei giorni scorsi Deschamps.

Griezmann, ha pensato di confermare il tutto venerdì sera sul campo.

Con un gioiello contro l’Olanda, con un sincero abbraccio con il neo capitano Kylian Mbappé.

A testimonianza di come, le petit diable, sia tornato.

Finalmente.

 

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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