Ruud Krol, l’olandese volante

Riviviamo la carriera di una stella della grande Olanda

Ci sono giocatori capaci di rimanere indelebilmente nei cuori dei tifosi. Di chi ha avuto la fortuna di viverli, o semplicemente di chi ne ha saputo comprendere la forza dai racconti di babbo e nonno.

Tra un “non puoi capire” e l’altro, una serie infinita di aneddoti, e gli immancabili paragoni anacronistici con i giocatori di oggi.

In questa stretta cerchia di calciatori – o forse dovremmo dire icone – rientra senza ombra di dubbio un olandese.

No, non è Johan Cruyff. E, definirlo difensore, sarebbe troppo riduttivo.

Il suo nome? Ruud Krol.

Primi passi

Quando si parla di talenti olandesi cristallini, difficilmente non si può nominare l’Ajax. Non è una novità, infatti, che i lancieri siano da generazioni fucina di incredibili campioni.

Cruyff, Van Basten, Bergkamp, Zlatan Ibrahimovic solo per citarne alcuni di epoche differenti. Senza dimenticare, proprio il protagonista del nostro articolo, Krol.

È il 1964 quando Ruud approda nel settore giovanile dei biancorossi. 4 stagioni di formazione, poi, l’esordio con i grandi.

Nel vecchio stadio De Meer – dove giocava l’Ajax prima di trasferirsi All’Amsterdam Arena, ora Cruyff Arena – giocherà per ben 12 lunghi anni.

A dargli una chance inizialmente è Rinus Michels, un allenatore che segnerà profondamente la storia del calcio olandese e mondiale con le sue idee. Non è un caso, infatti, che gli venga affibbiato l’epiteto di inventore del “calcio totale”.

Le squadre di Michels sembrano giocare un altro sport rispetto alle altre dell’epoca e, calciatori come Ruud, vanno a nozze con questa rivoluzionaria idea di gioco.

Complice l’addio di Theo Van Duivenbode, a vent’anni compiuti – dopo una stagione di adattamento – Krol diventa a tutti gli effetti il terzino sinistro titolare dell’Ajax.

Una squadra imbattibile

Imprescindibile in quella rosa, vince tutto quello a cui un giocatore di club possa ambire. 6 Campionati olandesi, 4 Coppe dei Paesi Bassi, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Uefa, e 3 Coppe dei Campioni. Quest’ultime, vinte incredibilmente di fila.

Quell’Ajax, sapientemente guidata da Michels, vola e si dimostra infermabile. Fa fuori rispettivamente Panathīnaïkos, Inter, Juventus in finale, e si appresta a dominare il calcio europeo per anni.

L’addio di Cruyff e Michels – seppur quest’ultimo sia approdato al Barcellona subito dopo aver vinto la prima Coppa dei campioni con l’Ajax – però, compromette le ambizioni del club, con il blocco olandese che pian piano si sfalda.

Lo stesso blocco, che sfiorerà due volte la conquista della Coppa del Mondo.

Nazionale

Negli anni ’70 il calcio olandese domina a livello europeo. Oltre al già citato Ajax, infatti, anche il Feyenoord conta nelle sue fila giocatori di tutto rispetto.

Il connubio di questi due club, nelle mani di Michels – nominato CT dei Paesi Bassi nel 1974 –  porta gli Oranje a raggiungere in quello stesso anno la finale dei Mondiali in Germania. Krol, ovviamente, si dimostra un protagonista assoluto.

Agisce ancora da terzino sinistro, riuscendo a dettare gioco e inventare con entrambi i piedi (l’assist al bacio di sinistro per il gol di Cruyff in semifinale contro il Brasile ne è la conferma). Dopo aver battuto i verdeoro per 2-0, però, è la Germania Ovest guidata da Helmut Schon a distruggere il sogno dell’Arancia meccanica di Michels in finale.

Stesso discorso quattro anni più tardi, quando a battere gli olandesi – sempre in finale – sarà l’Argentina.

Un altro mondiale strepitoso per gli Oranje, questa volta con Krol in versione capitano e libero, ma lo stesso cocente esito.

Vancouver e Napoli

A due anni dalla sconfitta di Buenos Aires contro l’albiceleste, Krol lascia l’Ajax. Vola prima in Canada al Vancouver, poi, abbraccia il progetto Napoli.

La piazza al solo bisbiglio del suo nome è al settimo cielo e Ruud impiega poche partite per farsi amare.

Ha 31 anni, ma le sue prestazioni sembrano non risentire dell’età. Ormai è un libero a tutti gli effetti: capace di impostare con lanci millimetrici, di spingersi in avanti nel momento giusto, e di sradicare la palla agli avversari con un’eleganza innata.

Il primo anno il Napoli sfiora addirittura lo scudetto, terminando al terzo posto. Poi una quarta posizione, e le ultime due stagioni di Ruud con gli azzurri vedono la squadra lottare per la salvezza. Non è un caso, che il crollo della squadra coincida con l’inizio dei problemi fisici del tuttocampista olandese. Su tutti, un infortunio al menisco che segnerà la fine della sua carriera ad alti livelli.

Gli ultimi anni da calciatore di Krol, lo vedono addirittura militare nella seconda divisione francese con il Cannes. Mostrando – come se ce ne fosse bisogno – per l’ennesima volta il forte sentimento di amore e rispetto per ciò che gli ha dato il calcio.

Difficile trovare negli anni giocatori totali capaci di avvicinarsi alla sua caratura, al suo romanticismo.

Di certo è che, Ruud Krol, da tutti gli appassionati di questo sport non verrà dimenticato. Mai. Di questo possiamo esserne certi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietro Caneva
Mi sono occupato dell'intera stesura di "Domenica alle 15. Il calcio al tempo dei social" di Luca Diddi (ex Match Analyst dell'Hellas Verona e CEO di Calciatoriignoranti)

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