L’Aston Villa e quella vittoria che l’ha resa immortale

Il match più importante nella storia dei Villans

Non sempre vince il più forte, o meglio, non sempre vincono le stesse. Prima accadeva con maggiore frequenza, visto il formato delle coppe e le poche differenze ancora presenti tra i club: oggi per fatturati e brand è probabilmente impossibile rivedere imprese del genere, soprattutto in Champions League.

L’edizione 1981-82 è ancora la “coppa dei campioni” a tutti gli effetti, quella in cui possono partecipare le sole vincitrici dei rispettivi campionati, più eventualmente la campionessa in carica.

In questa edizione, quindi, prendono parte tra le altre alla coppa dalle grandi orecchie la Juventus, vincitrice in Italia, la Real Sociedad, campione di Spagna, il Benfica, vittorioso in Portogallo, i tedeschi del Bayern Monaco e… gli inglesi dell’Aston Villa, che dopo ben 71 anni, sono tornati a vincere il titolo, il settimo della loro storia.

In aggiunta a queste – e ad altre outsiders come Celtic Glasgow, Stella Rossa Belgrado, Dinamo Kiev, Anderlecht (che eliminerà la Juve giungendo fino alle semifinali) e Saint’Etienne – c’è anche il Liverpool, campione d’Europa in carica.

Da cinque stagioni, a vincere la coppa sono soltanto squadre inglesi: il Liverpool tre volte in cinque anni, nel mezzo il Nottingham Forest per due edizioni consecutive (1978-79 e 1979-1980). Uno strapotere, quello britannico, che mostrerà i muscoli anche in questa edizione con i Villans di Tony Burton.

Già, perché i “leoni” di Birmingham si renderanno protagonisti di una cavalcata indimenticabile, in cui elimineranno in successione gli islandesi del Valur ai sedicesimi di finale, la Dinamo Berlino (vincitrice nella Germania Est) agli ottavi, la Dinamo Kiev ai quarti, i belgi dell’Anderlecht in semifinale, prima dell’atto finale di Rotterdam, contro il Bayern Monaco di Karl-Heinz Rummenigge.

La finale

26 maggio 1982, Feyenoord stadion, meglio noto come il “de Kuip”, “la vasca”. È la prima volta che si affrontano in Coppa Campioni Aston Villa e Bayern Monaco, con questi ultimi ovviamente favoriti viste le tre edizioni vinte consecutivamente negli anni settanta.

I tedeschi occidentali hanno giocatori di livello mondiale: Rummenigge è Pallone d’Oro in carica (il suo secondo consecutivo), Paul Breitner è tra i terzini e jolly più forti da anni oltre che l’unico fino a quel momento insieme a Vavà e Pelé ad aver segnato in due finali diverse di una coppa del mondo (decenni dopo si aggiungeranno Zinedine Zidane e Kylian Mbappé). Poi ci sono il libero Klaus Augenthaler e il centravanti Dieter Hoeneß (autore di sette gol fin lì in coppa campioni), giocatori di ottima caratura e già nel giro della nazionale dell’Ovest.

I Villans invece non hanno stelle in squadra ma tanti buoni giocatori, tutti “operai” o comunque vogliosi di emergere. Dalla giovane promessa Gary Shaw (di cui purtroppo anni dopo si perderanno le tracce deludendo le aspettative iniziali) a capitan Dennis Mortimer, dal “play maker” Gordon Cowans al centravanti Peter Withe: un collettivo ben amalgamato, capace di stupire in patria e in Europa in quegli anni con vittorie sorprendenti.

In campo

Gli uomini di Burton fanno della difesa ad oltranza e dell’organizzazione tattica i loro punti di forza, tant’è che in tutto il torneo sono solo due le reti subite (entrambe contro la Dinamo Berlino).

Impostano quindi senza indugi una gara di contenimento, consapevoli che nel giocarsela a viso aperto avrebbero poche possibilità.

Come da copione, i tedeschi dominano gioco e possesso per lunghi tratti del match, senza però riuscire a scalfire la retroguardia inglese, nonostante giocate di pregevole fattura come la rovesciata di Kalle Rummenigge, spettacolare per esecuzione ma che termina di poco a lato. Altrettanto decisive saranno le parate dell’estremo difensore inglese Spink, subentrato a Rimmer e in versione superman. Il Bayern attacca, l’Aston Villa resiste: è questo il leit motiv della serata.

Ma in uno di quei pochi momenti in cui i bavaresi sembrano rallentare per rifiatare, un contropiede li punisce incredibilmente.

Morley scappa via sulla sinistra, crossa rasoterra verso il centro dell’area dove trova il piattone di Withe che batte Spink: minuto 67, è 1-0 Aston Villa! I 20mila tifosi inglesi presenti sono in delirio!

Nell’ultima mezz’ora, i tedeschi provano a rimontare ma sembrano non crederci più di tanto, con i Villans che continuano a difendersi in maniera impeccabile.


Il triplice fischio dell’arbitro francese Georges Konrath, sancisce la prima, storica (e fin qui ancora unica) vittoria in Coppa Campioni Dell’Aston Villa di Birmingham. Uno dei club più antichi del mondo (fondato nel 1874) capace di scrivere una favola meravigliosa, che difficilmente dimenticheranno da quelle parti.


Il tabellino della finale:

Rete: 1-0: 67′ Peter Withe

ASTON VILLA: James Rimmer (Nigel Spink 10); Kenneth Swain, Kenneth McNaught, Allan Evans, Gary Williams, Dennis Mortimer (c), Gordon Cowans, Desmond Bremner, Peter Withe, Gary Shaw, Anthony Morley. CT: Tony Barton

BAYERN MONACO: Manfred Müller; Wolfgang Dremmler, Klaus Augenthaler, Hans Weiner, Udo Horsmann, Bernd Dürnberger, Wolfgang Kraus (Kurt Niedermayer 79), Paul Breitner, Reinhold Mathy (Günther Güttler 52), Karl-Heinz Rummenigge (c), Dieter Hoeness. CT: Pal Csernai

Arbitro: Georges Konrath (Francia

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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