Il mito irripetibile di Brian Clough

La storia di un inglesotto partito dai sobborghi di Middlesbrough e arrivato a riscrivere la storia del calcio

“Non so se sono il migliore, ma di sicuro sono nella top one”.

Sì, è una sua risposta, giusto per iniziare a capire il personaggio.

Si può vincere il titolo con una squadra presa in seconda divisione, senza storia e senza grandi risorse economiche, per di più ripetendolo addirittura per due volte con due team diversi?

La maggior parte di noi a questa domanda risponderebbe “impossibile”, comprensibilmente.

Beh, non per Brian Howard Clough, inglesotto di Middlesbrough che ha letteralmente riscritto la storia del calcio a suon di imprese leggendarie.

Prima di diventare da allenatore una figura praticamente mitologica per la storia del calcio inglese, Brian Clough da giocatore è stato un grande attaccante per la Second Division. Un centravanti che, nonostante si ritirerà a 29 anni per un grave infortunio, segnerà la bellezza di 251 reti in 270 presenze, tutte con le maglie del suo Middlesbrough (club in cui è cresciuto e ha giocato gran parte della sua carriera) e del Sunderland. Una media terrificante.

Ma già da calciatore ebbe modo di mostrare il suo caratteraccio.

Brian da ragazzo è spesso intrattabile, oltre che permaloso e arrogante, e non perde occasione per esaltare il suo ego con dichiarazioni senza peli sulla lingua, come ci viene raccontato anche nel romanzo di David Peace, ‘Il maledetto United‘. Ecco una sua presunta dichiarazione:

“Conoscete forse qualcun altro che abbia segnato 251 gol in 270 partite di campionato? Il pidocchioso Bobby Charlton? Il fottuto Jimmy Greaves? Hanno forse segnato tutti quei gol in così poche partite? Col cazzo che li hanno fatti. Perciò puoi giurarci che è un cazzo di record, e sarà sempre un cazzo di record perché non ci sarà un altro come me. Mai e poi mai”.

Appese forzatamente le scarpe al chiodo, inizia giovanissimo ad allenare in una squadra nei sobborghi di Middlesbrough, l’Hartlepool United: è questo il suo destino.

Miracolo Derby County

Dopo due anni di esperienza, Clough viene chiamato a soli 32 anni a risollevare le sorti del Derby County, squadra che naviga nei bassifondi della classifica in Second Division.

Nessuno sa ancora che sta per riscrivere la storia del calcio.

Il Derby con lui al timone sale in First Division (l’attuale Premier League) dopo quindici anni di inferno tra Second e Third division e, dopo appena due stagioni, entra ufficialmente nei più bei romanzi calcistici di sempre, vincendo il primo titolo dal 1884, anno della sua fondazione.

Un miracolo si può chiamare, viste le possibilità economiche e il potenziale in rosa.
Ciò che quindi risalta di più agli occhi della gente, è la bravura e la forte personalità di Clough, capace di tirar fuori più del massimo dai suoi giocatori.

Personalità che, però, lo porta inevitabilmente a scontrarsi con il suo presidente, Sam Longson

Dopo esser arrivato in semifinale di Coppa Campioni (persa poi con la Juventus), infatti, Clough ha una discussione animata con Longson che lo porta alle dimissioni irrevocabili.

“Lei era il presidente del Derby County prima che io arrivassi qui, me lo ricordo; quando il Derby stava giù in fondo alla Second Division, quando nessuno ne sentiva parlare da vent’anni e nessuno aveva mai sentito parlare del fottuto Sam Longson. Me lo ricordo. E lei starebbe ancora là, cazzo, se non fosse per me. In fondo alla merdosa Seconda Division. E tenga bene a mente che senza di me non ci sarebbe nessun Derby County, nessun titolo, nessun Campione d’Inghilterra! Non senza Brian Clough”.

Dichiarazioni che chiudono nel modo peggiore il rapporto di Clough con il Derby.

Ma deve ancora succedere l’inverosimile nella sua carriera.

Leeds United

Nel 1974, quando ha 39 anni, il suo rivale di sempre, Don Revie, allenatore del Leeds United, lascia la panchina degli Whites per sedersi su quella della nazionale inglese. È lì che il Leeds affida incredibilmente la panchina al “nemico” Brian, detrattore del club negli anni precedenti, dove non aveva risparmiato accuse sul gioco scadente e disonesto di Don Revie e la sua squadra.

Ma il tempo di Clough a Leeds dura solo quarantaquattro giorni.
Privo del suo vice storico Peter Taylor, da cui non si separerà mai nella sua carriera se non in questa breve parentesi, Clough subirà l’ira dei giocatori (su tutti Joe Jordan, fedelissimo di Don Revie), ancora arrabbiati per le sue dichiarazioni. Calciatori che metteranno in scena un vero e proprio ammutinamento, facendolo esonerare dopo poche giornate.

Una terribile e cocente delusione per Clough, senza dubbio. Ma forse, senza questo passaggio doloroso della sua carriera, non ci sarebbe stata quella favola meravigliosa chiamata… Nottingham Forest.

La doppia impresa

Nel 1975 gli viene affidata la panchina del Nottingham Forest, che staziona in Second Division: è lì che Clough ultima la sua leggenda.

Dopo il miracolo di Derby County, Clough ripete con il Nottingham l’incredibile impresa di portare il club dalla Second Division al titolo inglese. È già incredibile così. Ma negli anni seguenti fa ancora meglio. Ora direte: com’è possibile fare meglio di quella storica impresa?

Signori, c’è riuscito.

Dopo aver vinto il titolo, conduce l’anno successivo i Reds di Nottingham alla strepitosa vittoria in Coppa Campioni, battendo in successione il favorito Liverpool (campione in carica da tre anni), l’Aek Atene, il Grassopphers (che aveva appena eliminato il Real Madrid), il Colonia e il Malmö! Eccezionale!

Non sazio, si ripete l’anno seguente, stagione 1979-80, battendo in finale a Madrid l’Amburgo, dopo aver eliminato l’Ajax in semifinale.
Sì, avete capito bene: nel giro di tre anni il Nottingham è passato dalla Second Division a vincere un campionato inglese e due Coppe Campioni consecutive. Pazzesco!
Tra l’altro, ad oggi rimane ancora l’unico club al Mondo ad aver vinto più coppe Campioni che campionati, oltre ad essere anche l’ultimo club inglese ad aver vinto il titolo da neopromossa.

Questo è indubbiamente il più grande miracolo calcistico di tutti i tempi.

Un miracolo che si scrive “Nottingham Forest”, ma che non si può non leggere Brian Howard Clough: il primo vero “special one” della storia del calcio, capace di imprese probabilmente irripetibili.

Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

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