Leccezionale

Troppo presto per parlare di favola? La cronaca dice che i salentini di Baroni stanno facendo un campionato sopra le aspettative, al di là di come finirà

Sole, mare, vientu e…Lecce. In Salento, alle tre cose immancabili che si possono trovare d’estate si è aggiunto un fattore che sta valendo per tutte le stagioni. La formazione giallorossa, allenata da Marco Baroni, sta incantando gli amanti di tutto il calcio, oltre che i tifosi del “Via del mare”.

27 punti raccolti in 23 gare, un mese di febbraio pressoché perfetto sin qui (due vittorie e un pareggio) ma soprattutto un campionato all’insegna del bel gioco e della scoperta di tante individualità.

Una rosa da venticinque giocatori totali, con età media poco superiore ai 24 anni, sei nazionali italiani per un valore totale stimato attorno ai 73 milioni di euro.

La media punti è di 1.3 a partita e con questo trend la permanenza in Serie A sembra essere garantita. Cremonese, Sampdoria, Spezia, Verona e Salernitana appaiono ben più imbrigliate nella lotta per non retrocedere, sia in termini di punti che di valori qualitativi espressi sul campo.

In caso di riuscita, i giallorossi festeggerebbero l’accesso al massimo torneo per la diciottesima volta.

I PILASTRI: CORVINO, BARONI, BASCHIROTTO

Ma quali sono i segreti di questa stagione leccese? La formazione salentina, sottolineava ieri Tuttosport, “ha saputo indirizzare le energie positive lavorando al binomio risultato e progetto appoggiandosi e dando fiducia a un allenatore come Baroni, bravo con i giovani e le idee tattiche”. E il risultato è lampante nonché continuativo. Perché sta proseguendo un lavoro già effettuato in serie cadetta.

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Sul campo, come dicevamo prima, le individualità emergenti sono tante. Da capitan Hjulmand passando per giocatori come Baschirotto, Strefezza, Colombo, Banda, Gendrey, Ceesay, Gonzalez, senza dimenticare Falcone, tra i portieri più performanti in questa Serie A. Tutti autori di tante prestazioni positive, condite da marcature pesanti e anche contro le grandi.

Nomi fino a poco tempo fa pressoché sconosciuti e che già stanno dando vita alle prime voci di mercato. Nomi portati nella “Firenze del sud” da Pantaleo Corvino, storico e navigato direttore sportivo. Il quale, insieme al presidente Saverio Sticchi Damiani ha messo su una politica fatta di ricerca di nuovi talenti da poter coltivare e allo stesso tempo tenere a bada in termini di stipendi. Il tetto delle buste paga, infatti, è fissato a 500 mila euro.

Il lavoro tecnico si vede, non a caso, anche nel gruppo della Primavera, primo davanti a compagini più blasonate come Roma, Juventus e Torino (Inter e Atalanta sono ben più distaccate, quest’anno).

“Pezzi pregiati? Se qualcuno può svoltare la carriera, lo accontenteremo”, ha detto il numero uno del Lecce a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. “La nostra politica è chiara anche con i nostri tifosi. Noi siamo tranquilli, sappiamo che a fine anno alcuni dei nostri giocatori sono appetibili, se qualche giocatore avrà la possibilità di svoltare la propria carriera lo accontenteremo. Ma abbiamo anche la forza di poter tenere qualcuno dei big che ha voglia di continuare con entusiasmo a vivere questa avventura con noi”.

“Questa è una squadra che non finisce mai di stupire, composta da tanti giovani, tanti ragazzi, tanti esordienti che stanno facendo finora un campionato esaltante”. Alla quale il pres dà un bel dieci per quanto fatto sin qui.

RECORD DI ABBONATI E PEZZI PREGIATI

“Noi quest’anno abbiamo raggiunto il record assoluto di abbonati nella storia del Lecce, quasi 20 mila. Il mio impegno è ripristinare una parte dello stadio che necessita degli interventi in modo da portare la capienza a 32mila posti, fino a qualche tempo inutili, ora invece sono addirittura pochi”, ha aggiunto. “Abbiamo attuato una politica di programmazione, non improvvisata, che riguarda i giovani. Noi ogni partita schieriamo sistematicamente 5-6 giocatori nati dopo il 2000, qualcuno proviene anche dalla nostra Primavera, è l’unico modo per un piccolo club per portare avanti un progetto di calcio sostenibile, senza quelle forme di indebitamento con le quali il nostro calcio ahimé convive”, ha poi confermato.

Noi, intanto, conviviamo con l’ottimo lavoro fatto dal Lecce. Un qualcosa di a dir poco… Leccezionale.

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