La delusione Sassuolo

Quella in corso è una delle stagioni peggiori dei neroverdi di Dionisi, con soli 27 punti raccolti sin qui

Sassuolo Dionisi

Se dovessimo attenerci alle parole dell’inno, faremmo fatica a trovare corrispondenza con quanto sta facendo sul campo il Sassuolo. Forza, grinta, non arrendevolezza sono infatti caratteri poco presenti nella compagine neroverdi allenata da Alessio Dionisi.

Una formazione, quella emiliana, che parte ogni anno con il proposito di lottare per gli ultimi piazzamenti europei ma che finisce sempre per ridursi più all’anonimato di fine stagione piuttosto che alla sorpresa.

I NUMERI

Ecco, forse la sorpresa è stato il 2-5 rifilato qualche settimana fa a San Siro contro il Milan. Era il 29 gennaio. La regola, invece, sta dicendo che si sta andando verso l’anonimato da fine campionato. Sulla scia della scorsa stagione, quando terminò all’undicesimo posto. Ben lontano dai fasti del sesto piazzamento del 2015-2016, che garantì la storia Europa League.

Numeri: 27 punti in 24 giornate, rendimento indifferente tra casa e trasferta (14 contro 13 punti), differenza reti negativa di otto punti. Risultati? Quattordicesimo posto in campionato, eliminazione dalla Coppa Italia contro il Modena nel primo turno.

Problemi? Il Sassuolo rappresenta sì una cittadina da 40mila abitanti circa ma spende come club di calcio oltre 35 milioni in termini salariali. Domenico Berardi (5 milioni e 670mila euro), Andrea Pinamonti (€3,860,480) e Andrea Consigli (€2,050,880) compongono il podio dei più stipendiati dalla proprietà neroverdi che ha Carlo Rossi come presidente.

LA STAGIONE RISCHIOSA PER DIONISI

Una situazione che non sta facendo felici i tifosi emiliani, i quali stanno comunque riempiendo il Mapei Stadium ad una media superiore agli ultimi anni: 10.487 spettatori a partita.

Già a fine anno, il presidente Rossi disse: “Vogliamo riprenderci da quel leggero impasse che abbiamo avuto nelle ultime partite, faremo bene perché la potenzialità e i giocatori ci sono. Mi auguro di arrivare almeno nono/decimo​, se non settimo/ottavo”. Una situazione ben distante da quella attuale. “Mi auguro di ottenere qualche risultato in più e di fare un buon finale di campionato. Anche perché è un po’ una novità riprendere in questo modo, non sappiamo cosa succederà. Speriamo comunque di poter disputare una seconda parte di campionato importante e con delle gare che ci possano dare tanta soddisfazione”, si accodava l’ad Giovanni Carnevali.

Ma con il passare delle settimane i risultati non sono arrivati e la posizione in campionato è quella raccontata. Il mese di febbraio è andato bene: due vittorie (contro Atalanta e Lecce), un pari a Udine e il ko con il Napoli. Ma la scalata resta impresa ardua. Cremonese, Roma, Spezia, Torino e Verona saranno i prossimi avversari.

Inevitabilmente, sul banco degli imputati ci è finito per primo Alessio Dionisi, il tecnico dei neroverdi. A gennaio, prima dell’exploit a casa del Milan, si parlava già di rischio esonero per lui. Quattro ko in quattro gare che avevano messo davanti a un bivio allenatore e società, in occasione della gara contro il Monza. I tifosi avevano esposto uno striscione di contestazione nel match casalingo contro la Lazio: “Il profitto la vostra passione. Il risultato? L’ennesima delusione”. Ma successivamente lo stesso Carnevali aveva rassicurato: Dionisi è bravo, noi abbiamo piena fiducia in lui, sta lavorando bene sul campo e infatti dal punto di vista del gioco c’è poco da dire. Mancano i risultati, abbiamo perso incontri che non dovevamo e non meritavamo di perdere. Fatichiamo a segnare, purtroppo. Dobbiamo fare un’analisi e ripartire: ci sta mancando qualcosa”. Confermando quindi il tecnico ma ammettendo le mancanze di questa stagione.

I NON PROTAGONISTI

Oltre al tecnico, però, a dare poche risposte sono anche i giocatori. Sempre nell’intervista alla Gazzetta dello Sport Carnevali aveva spiegato che “se pensiamo alle cessioni estive, questa è la politica del Sassuolo: chi ha l’occasione di andare in un grande club, in cambio di una cifra che riteniamo congrua, viene accontentato. Ed è rimpiazzato con giovani di prospettiva, come Alvarez che ha un ottimo potenziale. Berardi e Traore spero siano i nostri acquisti di gennaio, pian piano stanno ritrovando la condizione. Frattesi e Traore piacciono in Premier, spesso vengono a seguirli osservatori di squadre inglesi. Abbiamo fatto un’indagine di mercato dalla quale risulta che il Sassuolo ha una bella riconoscibilità all’estero”.

Sicuramente la partenza di giocatori del calibro di Scamacca e Raspadori, o di Boga e Traoré, ha stravolto i piani tattici e tecnici dell’undici di Dionisi. Ma, come visto, Andrea Pinamonti – che oggi prova a guidare l’attacco emiliano – è tra i più pagati del club eppure fatica a prendersi i suoi sulle spalle. Berardi e Laurienté con Frattesi trequartista vip, piuttosto, hanno fatto le veci dell’ex Inter, con Defrel e Alvarez a quota un gol in campionato.

Ad agosto, Pinamonti aveva detto di vivere un sogno approdando a Sassuolo. Ma le risposte per realizzarlo stanno mancando.

“Prossima sfida del Sassuolo? Realizzare il sogno del dottor Squinzi di riportare questa squadra in Europa. E glielo dico in un momento difficile, per farle capire quanto sono convinto del nostro progetto”, aveva detto Carnevali a fine gennaio. Un sogno che, però, ancora oggi è un’utopia, difficilmente conciliabile con la politica mai rinnegata di coltivare giovani e poi venderli a grandi squadre. Tutti elementi che testimoniano la delusione neroverde.

 

– Leggi anche: Stiamo sottovalutando Thiago Motta come allenatore?

Lascia un commento