Stiamo sottovalutando Thiago Motta come allenatore?

I felsinei arrivano da quattro vittorie nelle ultime cinque giornate e sono la squadra più in forma di quelle non in lotta per l'Europa

Forse è già troppo tardi per parlarne o forse no. Ma la storia di Thiago Motta a Bologna da che potesse far presagire a poche cose buone – in termini di identità di squadra e quindi di risultati per i felsinei: tre sconfitte e un pari – sta regalando certezze e sogni all’altezza della città emiliana.

Detto che, ovviamente, per quanto bella è una storia che non può far dimenticare ciò che c’era prima, cioè Sinisa Mihajlovic. Sono due piani differenti, ciò che conta è seguire soltanto il filo della storia e quindi dei fatti.

IL CAMPIONATO DEL BOLOGNA E DI THIAGO MOTTA

Partiamo dai numeri. Siamo alla ventiquattresima giornata giocata, il Bologna è settimo insieme alla Juventus a quota 35 punti. Marco Arnautovic è il suo bomber capocannoniere del campionato, con otto reti segnate. La forma dice che la media punti è quasi di 1,5 a partita e i gol subiti sono appena due in più di quelli fatti.

Il Dall’Ara è un fortino niente male: 22 punti dei 35 sono arrivati proprio davanti al pubblico rossoblu. Che, secondo i dati Transermarkt, ha riempito lo stadio felsineo con una media di oltre ventimila spettatori a partita, in crescita rispetto alle ultime tre stagioni.

Passando a Thiago Motta: “fin da quando ha iniziato la sua carriera di allenatore Thiago Motta ha dovuto lottare per scrollarsi di dosso etichette e pregiudizi”, ha scritto la Rivista Undici parlando dell’ex centrocampista dell’Inter. Che il calcio italiano ha fatto fatica, e forse tutt’ora, a comprenderlo. A inquadrarlo. Forse è un bene, perché ciò lascia ancora più spazio ai risultati sul campo. E la direzione adesso c’è, ha fatto notare anche Ultimo Uomo

La stagione allo Spezia si sta già rivelando soltanto un passaggio – arrivato dopo l’esperienza a Genova, sponda rossoblu – prima del decollo effettivo in Emilia. Dove ha limato il suo 4-2-3-1, con possesso palla aggressivo e verticale. Equilibrio, compattezza e intensità sono i termini chiave per capire lo stato dell’arte del suo Bologna. Basti vedere l’ultima gara, la vittoria in casa contro l’Inter di Simone Inzaghi.

Domina, insomma, la pressione sull’avversario. Qualunque esso sia.

I PILASTRI (RITROVATI) DEI FELSINEI

“Riccardo Orsolini, autore sin qui di un 2023 davvero sensazionale”, ha scritto su Romanzo Calcistico Francesco Ciarnelli. Ed è evidente il nuovo exploit del 7 rossoblù in quest’annata calcistica. Non possiamo, quindi, che partire da lui nell’elenco dei pilastri dell’undici allenato da Motta.

Se l’anno scorso il talento si era fermato a sette reti e quattro assist in trenta partite, deludendo tanti tifosi oltre che fantacalcisti, il 2022-2023 dell’Orso è ben diverso. Già a questo punto della stagione ha eguagliato le marcature dello scorso anno e ha dato una sterzata per sé e per i suoi compagni soprattutto da gennaio.

Ma on fire ci è tornato anche Roberto Soriano. Che sempre grazie a Thiago Motta ha ricordato a tutti noi la sua caratura in mezzo al campo. Oltre che la qualità e la potenza dei suoi tiri dalla distanza.

Abbiamo detto di Marco Arnautovic, oggi ai box ma comunque già a segno otto volte in quest’annata calcistica. Le caratteristiche dominanti del gioco felsineo arrivano, poi, grazie a giocatori come Schouten, Ferguson e Dominguez. Sul primo, ha ricordato UO, “tra i centrocampisti della Serie A nessuno vince più contrasti e intercetti di lui (6.57 per 90 minuti, dati aggiustati per possesso)”.

Per non parlare poi della qualità da non disdegnare di un portiere come Skorupski o della presenza di un giocatore come Andrea Cambiaso, sulla fascia di sinistra.

LE VOCI…

Torniamo a Thiago Motta. Proprio Cambiaso ha detto del suo allenatore che “ha creato una squadra che gioca da squadra. A volte mi è capitato di chiacchierare con giocatori che hanno avuto o conosciuto Mourinho: ritrovo Motta nei racconti su Mou, certi concetti legati al gruppo potrebbe averli assorbiti dal suo tecnico del Triplete. Nel calcio del futuro sta scomparendo il concetto dei ruoli inchiodati, è giusto parlare di collocazioni e in questo senso Motta sta precorrendo i tempi”.

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Uscendo dal mondo Bologna, Maurizio Sarri – allenatore della Lazio – ha confessato su Motta che è “un allenatore destinato a fare una carriera importante” e che i suoi “giocano un calcio di alto livello”.

Sempre dal mondo degli allenatori, Renzo Ulivieri – storico tecnico dei felsinei e oggi presidente dell’AssoAllenatori – ha ammesso che il tecnico del Bologna non lo sta stupendo. “Perché lo conoscevo ed ero sicuro facesse bene. Mentre faceva l’esperienza al Genoa, ha fatto un’esprienza sbagliata, se n’è reso conto ed è maturato tantissimo. Oggi è un allenatore vero, da mettere alla parti con allenatori di grande esperienza come Spalletti, Sarri e Allegri”.

…E GLI SCENARI SU MOTTA: SARA’ ANCORA DEI FELSINEI?

Nelle ultime ore sono rimbalzate alcune voci di un possibile approdo di Motta all’Inter. E addirittura al Psg per sostituire Galtier. “Credo sia assolutamente prematuro ogni discorso e che lui sia troppo concentrato nell’ottenere il meglio possibile dal Bologna da poter pensare a qualsiasi altra cosa. Ho sempre pensato fin da quando giocava, che era un allenatore nato. Spero di vederlo in una big”, ha detto il suo agente Dario Canovi a Tuttosport.

Che ha poi rivelato che Motta poteva già sedere sulla panchina parigina. Altro segnale che, forse, stavamo sottovalutando davvero questo allenatore.

 

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