Lo ricordiamo tutti Romelu Lukaku nella sua prima esperienza all’Inter. Esaltato dal gioco di Antonio Conte, il belga sembrava davvero impossibile da fermare. Difficilmente in Serie A si era mai visto un giocatore così grosso ma così veloce. E giustamente rappresentava l’arma principale dell’attuale tecnico del Tottenham, pilastro di un gioco attento alla fase difensiva, propedeutica per scatenare la potenza del belga, concedendogli più spazi per ripartire.
Sembra passato un secolo, ma sono solo due anni. Lukaku, al Chelsea prima e all’Inter adesso, non riesce più a incidere in quel modo. Eppure lo stesso giocatore che due anni fa è stato il miglior giocatore del campionato, ora fa fatica anche ad essere decisivo. Gli infortuni gli hanno tolto qualcosa o c’è dell’altro? Vediamo la sua carriera.
Lukaku all’Everton
Il 2 settembre 2013 viene ceduto all’Everton dal Chelsea con la formula del prestito annuale, quando ha soltanto 20 anni. Realizza 15 gol in 31 presenze, e infatti l’anno successivo viene ufficializzato il suo trasferimento a titolo definitivo all’Everton per 28 milioni di sterline, che fanno di lui l’acquisto più costoso della storia del club. A fine stagione, viene incluso nella “Squadra dell’anno della PFA” per la prima volta e totalizza 25 reti in campionato. Diventa anche il primo straniero a raggiungere le 80 reti in Premier prima dei 24 anni.
Lukaku al Manchester United
Le ottime prestazioni gli valgono l’interesse del Manchester United, che lo acquista. La fiducia viene subito ripagata perché Lukaku diventa il primo giocatore del Manchester United a segnare 10 gol nelle sue prime 9 presenze ufficiali. Anche la stagione successiva parte bene, ma Ole Gunnar Solskjær, subentrato a José Mourinho sulla panchina dei Red Devils, gli preferisce spesso Marcus Rashford nella formazione iniziale. Lukaku, a fine stagione, vuole cambiare aria.
Lukaku all’Inter
65 milioni più 10 di bonus lo rendono l’acquisto più costoso della storia dei nerazzurri. E come già gli è accaduto in altre realtà, Lukaku non si fa attendere. Nelle prime 13 giornate di campionato va a segno per 10 volte eguagliando il miglior risultato per un debuttante dell’Inter in Serie A stabilito da István Nyers nella stagione 1948-1949 (fonte Wikipedia).
Con Antonio Conte, Lukaku rischia di vincere lo Scudetto e l’Europa League al primo anno, entrambe le competizioni però sfumano sul più bello (34 gol in 51 presenze nella prima stagione). Ma è il secondo anno che Lukaku mostra tutto il suo repertorio. E i suoi 30 gol in 44 presenze stagionali ne sono la testimonianza. Scudetto, anche abbastanza agevole, e premio come miglior giocatore della Serie A. L’apice della carriera di Romelu Lukaku è arrivato.
Il ritorno al Chelsea
Il Chelsea ha bisogno di una punta per migliorarsi dopo aver vinto la Champions League. La scelta ricade sul belga, che si è fatto notare non poco. Purtroppo per lui, il ritorno al Chelsea non è stato all’altezza delle aspettative. Addirittura, già a dicembre in un’intervista confessa di non essere contento della sua situazione al Chelsea e di voler tornare a Milano. Viene messo fuori squadra per questo, ma è reintegrato dopo poco.
Comunque la sua stagione è fallimentare (15 gol in 44 partite). Il sistema di gioco di Tuchel non esalta le sue caratteristiche e la Premier League è forse un campionato troppo diverso da quello italiano.
Il ritorno di Lukaku all’Inter
Ed è per questo che Lukaku, terminata la stagione, chiede di tornare all’Inter e il suo desiderio diventa realtà. Nella prima partita di campionato segna anche il 2-1 all’ultimo respiro che regala i 3 punti ai suoi contro il Lecce. Sembra il classico ritorno di una vecchia fiamma. Lo scoppio di una nuova dolce storia romantico-calcistica. Ma non sempre le cose vanno come previsto.
Doppio infortunio tra agosto e ottobre che lo tengono lontano dal campo. Mondiali non all’altezza con il Belgio, in cui nell’ultima gara del girone contro la Croazia, decisiva per il passaggio del turno, Lukaku sbaglia 4 gol davanti al portiere. Esempio lampante del fatto che non è sempre questione di integrità fisica. La testa, nel calcio e nello sport in generale, è il 90% di un giocatore.
Dopo il deludente Mondiale, torna titolare nell’Inter nella vittoria contro il Napoli del 4 gennaio. Ma la situazione stenta a decollare. Tuttavia il gol decisivo agli ottavi di Champions segnato al Porto, è valso all’Inter il passaggio del turno. In poche parole, il gol più importante della stagione fino a questo momento dei nerazzurri è stato segnato dal belga, nonostante sia, ad oggi, la peggior stagione della sua carriera.
Ma qual è il vero Lukaku? Questo degli ultimi due anni o quello devastante del periodo Conte? Difficile dirlo. Per un giocatore con una stazza del genere (191 cm per 94 kg), l’integrità fisica è fondamentale per usufruire di tutte le qualità a disposizione. E probabilmente il belga ha subito anche psicologicamente la lontananza dai campi per un periodo prolungato. Non è normale che quello che due anni fa è stato il migliore del campionato, ora venga accusato di non saper stoppare la palla. E in effetti sembra così. Lukaku non appare più in grado di legare il gioco e di essere pericoloso.
Se tornerà di nuovo quello di due anni fa non possiamo saperlo, ma ciò che non si può negare è la sua voglia di riscatto. Ci sono altri due mesi circa per farlo. Molto probabilmente decisivi per il suo futuro.