Arrivederci, sosta delle nazionali e ben tornati campionati. Si riparte, riparte il campionato più bello del mondo, la Premier League. Dove sembra, dall’Italia ma non solo, sempre tutto perfetto ma dove in realtà di cose burrascose ne succedono e come. Al Tottenham, in questi ultimi giorni.
Abbiamo parlato della stagione malandata di Antonio Conte e di tanto altro sul calcio d’Oltremanica con Ada Cotugno, giornalista sportiva di Fanpage ed esperta proprio di Premier League.
Partiamo dai fatti in casa Spurs: cosa è successo? C’era da aspettarsi un terremoto del genere?
La rottura era nell’aria. Dopo la morte di Mihajlovic, Conte aveva già fatto capire di non voler prolungare il suo contratto. La mossa del tecnico ex Juve è stata quella di farsi licenziare e ciò ha in qualche maniera fatto piacere – paradossalmente – a una parte della tifoseria. I risultati nel nord di Londra hanno faticato ad arrivare e i soldi spesi, seppur tanti, sono stati spesi male.
Anche Paratici, altra conoscenza della Serie A, è stato colpito dalla tempesta e dovrà lasciare il posto da dirigente. Che succede ora in casa Tottenham?
Anche questa notizia era stata messa in preventivo, Paratici si stava già muovendo per cercare un nuovo allenatore. Ora ci saranno grandi cambiamenti nella dirigenza, teniamo conto che solo il fratello di Conte è tornato in Italia mentre il resto dello staff tecnico non si è dimesso. A North London c’è anche una protesta in corso da tempo contro la proprietà, anche se trattative per ora non se ne vedono.
In generale, siamo abituati a vedere la Premier League come un campionato perfetto oltre che spettacolare. E’ davvero così?
La Premier non è un’isola felice per tutti. E’ un’isola di squadre ricchissime ma essere ricchi non significa avere una proprietà stabile. Pensiamo al Manchester United, dove il post Ferguson ha coinciso con investimenti sbagliati, conti poco quadrati e allenatori cambiati troppo spesso.
Anche lì è in corso una ricerca di acquirenti, ci sono almeno tre piste: lo sceicco del Psg (ma allora l’Uefa dovrebbe aprire alle multiproprietà per la Champions), c’è il proprietario del Nizza Jim Ratcliffe che è britannico ed è l’uomo più ricco del Regno Unito, infine c’è un imprenditore scandinavo che punta a creare un trust per cui metà della proprietà verrebbe gestita dalla tifoseria.
Tra le dirigenze traballanti c’è anche quella del Liverpool, nonostante i successi la proprietà non fa felici tutti nell’ambiente e è attiva una ricerca di compratori.
Venendo al campo, questa stagione sarà dell’Arsenal fino alla fine? Chi arriva in Champions League insieme ai Gunners?
Penso che lo scudetto andrà ai Gunners, sono usciti anche dall’Europa League e il fatto di concentrarsi solo sul campionato può essere decisivo. I fattori chiave sono il senso del gruppo ritrovato e la sintonia con l’allenatore. La società è stata lungimirante perché ha puntato su Arteta nonostante un inizio shock l’anno scorso, quest’anno tutti i suoi giovani stanno vivendo un anno di grazia.
Per la Champions, invece, oltre al City credo che sarà un discorso valido soprattutto per Newcastle e Liverpool. Il Tottenham ha un paio di partite in più da giocare e non penso riesca a lottare fino in fondo.
L’addio di Conte apre subito la giostra del mercato degli allenatori. Cosa ti aspetti per il suo futuro, per De Zerbi?
Conte lo vedo in Italia, anche in Nazionale. Ovviamente anche in Serie A ci sono tante panchine traballanti e vedremo cosa accadrà, le minestre riscaldate non funzionano.
De Zerbi sta facendo un grosso lavoro, c’è solo da battergli le mani. Non ha una clausola rescissoria, che non può essere attivata a stagione in corso, e per liberarsi ha bisogno di qualcuno che sborsi tredici milioni di sterline. Lo vedo ancora al Brighton, specie se dovesse arrivare a qualificarsi per la Conference League. Il suo calcio sta avendo successo in Premier League.