Come un uragano che si genera dal nulla, Kvaratskhelia è arrivato in punta di piedi per spazzare via l’Europa. Da perfetto sconosciuto ai non addetti ai lavori, arriva a Napoli, in una situazione societaria particolare per le cessioni estive dei big, con la sfrontatezza del prodigio. Come nei film, in cui il timido ragazzino trova sfogo al suo estro quando ha tra le mani (nei piedi in questo caso) l’oggetto che più ama al mondo.
Così Khvicha, evitando il fastidioso “deve ancora ambientarsi”, dalla prima partita in maglia azzurra ha dato gioia non solo ai tifosi del Napoli, ma a quelli del calcio. Perché chi non ama questa roba qui ma dice di amare il calcio, sta palesemente mentendo.
Khvicha Kvaratskhelia: MVP del campionato di Serie A 2022/23
Ora Kvaratskhelia ha ottenuto anche il riconoscimento personale più ambito del campionato: è l’MVP della Serie A. Roba impensabile 10 mesi fa, eppure il mondo è bello perché tutto può cambiare da un momento all’altro. Khvicha è fermo a 12 gol e 10 assist dal lontano 19 marzo. Da allora non ha più partecipato a nessun gol del Napoli. Ma è proprio lì che si nota l’imbarazzante talento del georgiano. Chi guarda solo le statistiche può anche credere ad un calo, in realtà Kvaratskhelia risulta sempre tra i più efficaci dei suoi; ormai costantemente raddoppiato, riesce comunque ad eludere le difese avversarie alla minima distrazione. E poi, diciamoci la verità, a Scudetto acquisito scende il minutaggio e calano anche le motivazioni.
Il calciatore georgiano ha vinto anche per tre volte il premio come Miglior Giocatore del Mese e mai nessuno ci era riuscito prima. Poi un altro record: come riportato da Opta Italia, il georgiano del Napoli è il primo giocatore con almeno 10 gol e 10 assist nella sua prima stagione in assoluto nei maggiori 5 campionati europei dai tempi del centrocampista brasiliano Diego nel 2006/07 (13 centri e 13 assist con il Werder Brema ).
Cos’è stato Kvara per il Napoli?
A Napoli, attualmente, Khvicha ha due soprannomi: Kvaradona e Kvaravaggio. Blasfemia calcistica e artistica? No. Il georgiano inventa nuovi modi di uscire da situazioni scomode, come Caravaggio ha sperimentato nuovi usi della luce. Stupisce, diverte e rende facile il difficile, come Maradona utilizzava il suo tocco palla con naturalezza disarmante per strabiliare tifosi e avversari.
Sembra esserci qualcosa di magico in Khvicha Kvaratskhelia. In particolare durante le partite al Maradona, anche una persona che non ha gli occhi fissi sullo schermo della tv ma ascolta l’audio, sa che il georgiano ha ricevuto palla. Lo stadio si anima, la folla ha un sussulto di speranza e trepidazione, sapendo che qualcosa sta per accadere. Succede proprio questo con Kvaratskhelia: determinerà qualcosa. Il georgiano può ancora migliorare tanto, e forse questo è l’aspetto che fa più paura.
Se un giocatore arrivato dal nulla, spinge i tifosi partenopei a coniare soprannomi come quelli sopracitati, allora ci troviamo di fronte a qualcosa di speciale. E ogni volta un sorrisetto ci solca il viso nel vedere Kvaratskhelia dribblare e fare tunnel, fintare tre volte in situazioni in cui un giocatore normale finta due, ma senza esagerare, senza risultare stucchevole. Quello è il sorriso di chi non ha il talento per replicare certi gesti, ma apprezza la bellezza quando la vede. Come un Renoir o una sinfonia di Beethoven, l’eccellenza nell’arte va guardata e contemplata. Lo sport è arte, e produce artisti. Non a caso Khvicha è ormai detto il “Kvaravaggio”.