Omaggio a Diego Maradona

Illustrazione Mario Monno
Testo di Luigi Sfrecola
“NOS DEJA PERO NO SE VA”
Partita della Pace, Stadio olimpico di Roma, ottobre 2016. Posso dirlo anch’io: HO VISTO MARADONA!
Ho visto Maradona giocare per una partita di beneficenza e, nonostante avesse 56 anni, fosse sovrappeso e facesse fatica persino a correre, è stata un’emozione indescrivibile.
Come lo è stato per le 15 mila persone che riempivano in parte gli spalti, in una città a lui “ostile” in passato (nel 1990 il famoso “hijos de puta” urlato all’olimpico): ma il tempo aveva soffocato l’odio e ripristinato l’amore: erano tutti per lui. In campo c’erano Totti, Baggio, Ronaldinho… ma i cori erano tutti per lui.
Chissà perché…
Non sono di Napoli, non tifo Napoli, non sono di Buenos Aires, non sono argentino. Sono nato quando Maradona di anni ne aveva già 37 e aveva già smesso di giocare. Non l’ho mai visto giocare dal vivo durante i suoi anni d’oro e non l’ho mai conosciuto. Eppure ieri ho passato mezz’ora a piangere ed un’altra mezz’ora ad asciugarmi le lacrime.
Chissà perché…
Il perché è molto semplice. Ieri non ci ha lasciati semplicemente il più grande calciatore di tutti i tempi, ieri ci ha lasciato quello che è insieme a Michael Jordan e Muhammad Ali, il più grande sportivo del novecento. Un’icona, una leggenda del secolo scorso e non solo. Più di dieci anni fa ho letto il libro “romanzo di Maradona” e ho visto il docufilm “Maradona” di Kusturica. Ne rimasi folgorato.
Ero incantato dai racconti che mio padre mi ha sempre raccontato romanticamente su di lui.
Non entro neanche nel merito della discussione, è palesemente il più influente calciatore di tutti i tempi, non ammetto repliche di alcun tipo. Vedere e rivedere i suoi gol e le sue giocate è un qualcosa che non si può spiegare. Ho sempre pensato che non potesse essere umano e reale uno che facesse certe cose con un pallone da calcio. Il suo primo allenatore Don Francis disse :”Maradona non lo scopri, te lo manda Dio”. Come dargli torto.
Ma guardando oltre il calciatore, mi piacerebbe parlare della persona, dell’uomo, così tante volte contestato e criticato da quattro “miserabili”.  Oggi ancor più che celebrare il calciatore voglio celebrare un uomo dal cuore grande.
Non si è mai sottratto ad un’iniziativa di beneficenza, ha sempre cercato durante la sua vita di aiutare gli ultimi, i più deboli, i meno fortunati. E quando non poteva farlo economicamente lo faceva con un pallone fra i piedi regalando sogni e gioie. La partita di beneficenza giocata nel fango di Acerra per me è una delle cose più emozionanti che abbia mai visto in vita mia.
Maradona era il Dio del calcio, ma Diego era l’uomo, mortale e fallibile come tutti noi.
È venuto dal nulla più assoluto e da uno dei quartieri più poveri di Baires, Villa Fiorito, e si è preso il mondo. Ha guidato un paese intero e il Napoli con il suo carisma. È stato cantato e raccontato in tutti i modi. È stato venerato, letteralmente.
Ha segnato intere generazioni: la sua, quella dei nostri padri e anche la mia. È caduto e si è rialzato migliaia di volte.
Non ha vissuto 60 anni, ma 160.
Un solo giorno come Diego Maradona vale un anno di qualsiasi altra vita.
A tutti sarebbe piaciuto essere almeno per un giorno nei suoi panni, per capire solo cosa si provi ad essere come lui. Manu Chao cantava “si yo fuera maradona, vivirìa como el”, niente di più vero. “Todos quisimos ser Maradona”.
“Gambeteaste la muerte muchas veces”, però alla fine la morte è entrata in tackle duro, da dietro, come facevano tutti i difensori che hai affrontato.
Ma Diego icona non se n’è andato e non se ne andrai mai. Uno come El Pibe de Oro è e sarà per sempre eterno, restando nel ricordo e nell’immaginario collettivo.
Credo e spero che tu te ne sia andato senza rimpianti e spero che ora tu abbia finalmente trovato la tua pace.
“si estoy en una cancha de futbol, soy feliz”.
Sono sicuro che in paradiso lo sarai altrettanto.
Testo di Luigi Sfrecola
Luigi Potacqui
Ho creato Romanzo Calcistico. Ho scritto per Sonzogno "La magia del numero 10", perché il 10 è davvero un numero magico. Poi, non contento, ho scritto “Settimo Cielo”, il romanzo dei numeri 7. Perché nel vedere giocare Garrincha, Meroni o George Best, per arrivare fino ai giorni nostri con CR7, non puoi che sentirti in paradiso.
https://www.romanzocalcistico.com

5 thoughts on “Omaggio a Diego Maradona

  1. Credo che sia uno degli articoli più emozionanti che abbiate pubblicato nel vostro sito. E’ da tanto che vi seguo ma questo articolo mi ha fatto piangere. Anche io ho la stessa età di questo ragazzo e condivido in pieno. Maradona N.1

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