Gabriel Martinelli, l’ennesimo talento verdeoro

Dopo aver fatto intravedere solo a tratti le parti migliori del suo repertorio, l'attaccante dell'Arsenal ha finalmente trovato una certa continuità in zona offensiva

Gabriel Martinelli

Molte stelle del calcio brasiliane non hanno vissuto una vita ricca prima di raggiungere il successo e la celebrità, anzi tutto il contrario. Un’infanzia fatta di povertà, tra favelas, fame e criminalità, con il pallone come unico modo per fuggire via da quell’ambiente così pericoloso. Sognando di giocare per la Seleção e far gioire un popolo intero come ai tempi della leggenda Pelé. Tra coloro che possono dire di avercela fatta sicuramente c’è Gabriel Martinelli, nativo di Guarulhos, la seconda città più popolosa dello stato di San Paolo. Da piccolo non voleva studiare, tanto da costringere i suoi genitori ad assumere un insegnante privato. La sua unica passione era il calcio ed è stato in grado di coltivarla fino a diventare un professionista facendosi notare dall’Arsenal, club che ha scommesso sulle sue doti quando aveva appena compiuto 18 anni e militava nelle file del modestissimo Ituano.

Tecnica da futsal

Se oggi Martinelli è un giocatore molto tecnico, grande merito è del Futsal, disciplina con cui si è affacciato al mondo dello sport (come avviene a molti ragazzini brasiliani, tra cui Philippe Coutinho). A 9 anni il Corinthians lo chiama per un provino, mettendolo sotto contratto subito dopo. Dimostra di essere portato, cominciando a segnare a ripetizione. Nel 2015 decide di dedicarsi al calcio, trovando nell’Ituano la possibilità per poter dare il meglio di sé sui più grandi e verdi campi da calcio. Dopo 10 marcature in 34 presenze, l’Arsenal brucia la concorrenza e si assicura le sue prestazioni per circa 10 milioni di euro. Debutta sotto la guida di Unai Emery e raggiunge la doppia cifra di reti alla sua prima stagione in Inghilterra. Successivamente subisce una serie di problemi fisici che ne condizionano le prestazioni e l’impiego. Realizza 8 gol e sforna 9 assist in 48 presenze tra 2020-21 e 2021-22. Quest’anno invece la musica è cambiata e la sua carriera sembra aver finalmente svoltato.

Oriundo mancato

Suo padre Joao ha origini italiane e qualche anno fa si vociferava sulla possibilità di indossare la maglia della Nazionale Italiana. Peccato che lo scorso anno sia stato convocato dal CT del Brasile Tite, disputando anche 5 partite ufficiali con la Seleção, di cui 3 durante i recenti Mondiali in Qatar. Eventi che hanno spento definitivamente le speranze di quanti sognavano di vedere l’ennesimo oriundo in Azzurro. Di certo tra Gabriel Martinelli e Mateo Retegui, sarebbe stato un attacco con radici sudamericane, a conferma del fatto che Roberto Mancini è sempre stato vigile su queste possibilità.

Talento del secolo

L’attaccante classe 2001 ha cominciato ben presto a far parlare positivamente di sé. Il suo è stato infatti un avvio da record: dopo aver realizzato una doppietta in Coppa di Lega al Nottingham Forest che l’ha fatto diventare il più giovane brasiliano di sempre ad aver segnato con un club inglese, si è ripetuto anche in Europa League nel match contro lo Standard Liegi, vinto dai Gunners con un netto 4-0. Le due reti siglate contro la squadra belga, gli hanno permesso di diventare il più giovane calciatore (soli 18 anni e 107 giorni) nella storia dell’Arsenal a centrare due volte il bersaglio grosso in una competizione europea.

Nelle settimane successive, Gabriel Martinelli ha attirato perfino l’attenzione di Jurgen Klopp che ha parlato di lui durante una conferenza stampa. Queste le parole del tecnico tedesco: “Martinelli è un talento che nasce una volta ogni cent’anni, un attaccante incredibile”. Dichiarazioni che dette da chi ha in rosa campioni del calibro di Salah, Firmino e Mané possono essere considerate una vera e propria investitura.

Finalmente continuità: e l’Arsenal sogna

Durante la stagione in corso ha trovato finalmente una certa continuità fisica e di rendimento, dimostrando di essere cresciuto in maniera evidente. Se l’Arsenal di Arteta è in vetta alla classifica di Premier League, è anche merito delle giocate del suo numero 11, autore finora di 14 reti e 5 assist in 40 presenze stagionali. Lui, il suo coetaneo Bukayo Saka, il connazionale Gabriel Jesus e Odegaard stanno trascinando i Gunners a suon di prestazioni positive, aiutati sia dai compagni di squadra sia dal bel gioco proposto dal tecnico spagnolo, allievo di Pep Guardiola. La gente di Highbury sogna di vedere i propri beniamini sollevare quel prestigioso trofeo che manca ormai da tanto, troppo tempo.

Ieri gli Invincibili, oggi i Ragazzi Terribili. Due momenti storici differenti, separati da ben 19 anni in cui a vincere sono stati sempre gli altri: Liverpool, Chelsea, i due Manchester e perfino il Leicester. I tempi sono maturi per rivedere il più importante trofeo inglese nel Nord di Londra.

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