L’exploit Sottil-Udinese è durato poco?

I friulani hanno cominciato la stagione al massimo: sedici punti nel primo mese e mezzo di campionato. Il pareggio di Bergamo cosa dice?

pareggio Ata-Udi Sottil

Se una rondine non fa primavera, per analogia si potrebbe dire lo stesso di un pareggio. Seppur ottenuto in trasferta, contro una big. O forse no, l’Udinese è davvero tornata.

IL PRIMA

A fine settembre, i punti accumulati erano sedici: terzo posto dietro a Napoli e Atalanta, a quota 17. E tra i vari ed ottimi risultati figurava anche un pirotecnico (anche se particolare per come giunto) 4-0 rifilato alla Roma di Mourinho.

“Schietto e diretto, non guarda in faccia nessuno ed è pronto a dare una chance a chiunque, se lavora bene in settimana: i calciatori apprezzano molto queste sue qualità. E poi, racconta chi lo conosce bene, in Sottil vive la convinzione che non di non partire mai battuti”, scriveva su Sottil Matteo Innocenti su Tag43. Dipingendo un allenatore trasparente e aperto a dare a tutti una possibilità per mostrarsi a beneficio della squadra. Dove l’umiltà regna – ancora adesso – sovrana: basti guardare il monte ingaggi: tetto massimo a un milione, con Sottil stipendiato a 300mila euro annui.

“Avremmo bisogno di tornare indietro di un intero decennio al mandato di Francesco Guidolin in panchina a Udine per trovarli in una posizione simile, l’allenatore li guidava verso un quarto posto nel 2010/11, il terzo un anno dopo e poi il quinto nel 2012/13”, scriveva Forbes a fine ottobre scorso. Da allora la politica societaria ha fatto prevalere la ricerca e la coltivazione di talenti per lo più sconosciuti da rivendere per finanziare le successive campagne acquisti e garantirsi una permanenza tranquilla in Serie A. Per citare l’ultimissimo caso, Udogie è già stato venduto al Tottenham – dove andrà dal prossimo anno – per 25 milioni.

Dal 2014 non è arrivato niente di meglio di due dodicesimi posti. E il ricambio, forse eccessivo, è stato scelto anche per la panchina: da Igor Tudor a Davide Nicola. Allenatori altrettanto emergenti e bravi a confermarsi su altre piazze: Verona, Salerno.

Insomma, questo il quadro. Le caratteristiche del tecnico e del suo undici, ovviamente, rimangono. Ma stanno rendendo meno in termini di risultati sul campo.

E IL DOPO

Adesso, infatti, la classifica dell’Udinese dice nono posto, 32 punti, rendimento casalingo ed esterno paritario, stesso numero di vittorie e di sconfitte: sette. Nel mese di febbraio non è mai arrivato il bottino pieno. In Coppa Italia è arrivata l’eliminazione contro il Monza.

“Solo noi possiamo uscire da questa situazione. Solo noi possiamo cambiare la rotta e la strada”, diceva Walace dopo il 2-2 della Dacia Arena contro lo Spezia. Ancora oggi, l’ultima vittoria è quella contro i blucerchiati del 22 gennaio scorso. In casa, i tre punti mancano dal 3-1 rifilato all’Inter a settembre.

Guardando alla scorsa stagione, la media punti è superiore di pochissimo (1,28 contro 1,24) così come identica è la differenza reti (+3). Mentre a pesare è la minor produzione offensiva: la media 2021-2022 era di 1,61 contro l’1,32 attuale.

Al di là dei numeri, quella di quest’annata è un’Udinese molto fisica, che tende ad anestetizzare l’avversario portandolo a fare a spallate con i suoi colossi. E che poi riparte per fare male. Una compagine molto tattica e molto presente sul campo.

E proprio guardando alle caratteristiche messe in mostra soprattutto nella primissima fase di campionato, l’evidente calo nei mesi successivi dei bianconeri di Andrea Sottil era sì prevedibile ma si può spiegare in maniera puntuale. “Un segnale arrivato da Bergamo è che alcuni giocatori, ad un certo punto della gara, hanno perso dinamismo. Su questo riflettono Sottil e il suo staff. Da tempo, a turno, ci sono giocatori che svolgono sedute personalizzate finalizzate ad un miglioramento della condizione. Questa abitudine verrà ampliata a più elementi. Potrebbe toccare a Success, Arslan, Lovric, ma anche a giocatori che devono recuperare da lunghi infortuni, come Adam Masina”. Scriveva così, ieri, il Messaggero Veneto.

A inizio febbraio, il tecnico dei friulani e il capitano Pereyra avevano deciso di comune accordo di andare in ritiro con tutto il gruppo. Ma tra il ko contro il Bologna e le sfide pareggiate e perse con Verona e Torino era arrivata solo la già citata vittoria a Genova contro la Sampdoria. Il trend, al mese scorso, recitava otto punti in undici uscite. E, come detto, anche febbraio non ha regalato successi.

IL PAREGGIO DI BERGAMO COSA DICE?

Il punto di Bergamo può, adesso, rappresentare la svolta? Stefano Colantuono, ex allenatore dell’Atalanta e oggi responsabile del settore giovanile della Salernitana, ha detto al Messaggero Veneto che “l’Udinese questo punto se lo è costruito bene fin dall’approccio” ed è “convinto che all’Udinese basterà ritrovare il successo per metterne poi in fila una serie”. Per il tecnico romano, “Sottil deve essere contento di avere ritrovato la sua squadra”. Insomma, si può essere positivi.

“L’obiettivo dell’Udinese è sempre stato, e sarà sempre, scoprire grandi talenti”, diceva il proprietario Giampaolo Pozzo a Forbes a settembre. “Non è facile competere con i club più grandi per un club con la dimensione dell’Udinese, ma lavoriamo sempre e lavoreremo di più per colmare questo divario. Stiamo facendo un grande sforzo passo dopo passo per tornare a competere con i migliori club, questa è l’ambizione. L’obiettivo a breve e medio termine è tornare alla concorrenza europea”.

Intanto, però, il buon pareggio di sabato deve far tornare a capitalizzare i talenti visti nella prima parte di stagione. Anche Sottil se vuol dare ancora più credito alle lodi espresse da più parti nei suoi confronti deve dimostrare carattere. Altrimenti l’exploit friulano rischia di rivelarsi ancora una volta una chimera.

 

– Leggi anche:La delusione Sassuolo

Lascia un commento