De Zerbi is on fire, la Premier l’ha capito e noi no

Come sta andando il Brighton di Roberto De Zerbi? Numeri, commenti e scenari sull'ex Sassuolo

Roberto De Zerbi Brighton Premier League

Non serve per forza andare al mare per sentire che verso fa il gabbiano. Roberto De Zerbi da settembre scorso è allenatore dei Seagulls, i gabbiani del Brighton & Hove. Eppure, a differenza dei gabbiani veri, ha costretto tutti noi a guardare in Premier League – il mare del calcio – per capirne il vero potenziale tecnico.

Non è bastata la sua esperienza più importante in Italia maturata sin qui, quella al Sassuolo durata tre anni esatti. La Serie A si è definitivamente lasciata sfuggire definitivamente un allenatore fatto e cresciuto in casa. Adesso resta da capire se ci sono margini per recuperarlo oppure no.

DE ZERBI, TECNICO VALORIZZATO O SPRECATO DALL’ITALIA?

In tre stagioni con il club neroverde, oggi ben ereditato da Alessio Dionisi (seppur senza svolte tecniche o di classifica), De Zerbi ha inanellato due ottavi posti. L’ultimo, arrivato nella stagione 2020-2021, a pari punti con la Roma di Fonseca. Che per differenza reti si è qualificata in Conference League, andando poi a trionfare nella finale di Tirana contro il Feyenoord.

Ma più che il rendimento in termini di punti, l’esperienza italiana di De Zerbi ha creato – o meglio si è inserita – in quella che il mondo social definisce come wave. Un’onda, un filone, una corrente (sì, non esiste solo nel Pd) di appassionati più al bel gioco, all’estetica del calcio che ai punti, ai meri risultati, alla classifica da fine giornata. Quella, insomma, va bene solo per il fantacalcio. Un discorso divisivo, anche contorto per certi aspetti e che soltanto qui in Italia sembra assumere tratti assurdi perché ideologici che non ammettono mai pareri contrari, vie di mezzo e soprattutto leggerezza di presa di posizione. No.

IL RAMMARICO

Ma al netto di ciò, i meriti veramente estetici e di una certa filosofia del calcio tesa al bel gioco per produrre gol De Zerbi l’ha portata avanti. Al Sassuolo, appunto. Dove i suoi undici hanno dato spesso esempio di prestazioni piacevoli da guardare, con un palleggio sì prolungato ma anche verticale e fatto per portare palla in avanti, velocizzando la manovra e coinvolgendo quanti più protagonisti dalla cintola in su fino all’area di rigore. Djuricic, Traoré, Boga, oltre al solito Berardi sono stati protagonisti veri del Sassuolo di Roberto De Zerbi. Per non parlare di Locatelli, poi finito non a caso nel centrocampo della Juventus (ok, di una Juve in fase di transizione ma pur sempre Juve).

Insomma, di elementi e di spunti il Sassuolo degli anni 2018-2021 ne ha forniti parecchi. Ma non sono bastati a far arrivare a De Zerbi la chiamata da una grande. O comunque da un altro club pari al Sassuolo in Italia. “Mi accorgo che abbiamo fatto un gran bel film, che è stato fatto un triennio fantastico ma dentro di me c’è più il rammarico per quello che non abbiamo fatto, per quello che non abbiamo raggiunto, che per tutto il lavoro fatto dai ragazzi e dalla società che è stato strepitoso”, disse De Zerbi commentando l’addio ai neroverdi. E molto del suo rammarico forse in Italia ancora non è stato compreso.

IL SUO BRIGHTON

Rispondendo a Romanzo Calcistico, la giornalista di Fanpage ed esperta di Premier League Ada Cotugno ha detto che “De Zerbi sta facendo un grosso lavoro, c’è solo da battergli le mani. Non ha una clausola rescissoria, che non può essere attivata a stagione in corso, e per liberarsi ha bisogno di qualcuno che sborsi tredici milioni di sterline. Lo vedo ancora al Brighton, specie se dovesse arrivare a qualificarsi per la Conference League. Il suo calcio sta avendo successo in Premier League”. Un attestato di stima, non uno dei pochi.

Anche perché i meriti sono evidenti. Il suo Brighton, preso ufficialmente in carico dal 18 settembre 2022 dopo la fine dell’era Potter (finito al Chelsea ma oggi già fatto fuori), non ha convinto tutti subito. Se da un lato gli entusiasmi facili non hanno aspettato un secondo a mettersi in evidenza, dall’altro i risultati non convincenti dell’inizio potevano far pensare a un corso non proprio agevole.

Discorso ribaltato dopo sei mesi di esperienza. Il 4-2-3-1 versione Brighton sta riproducendo le stesse logiche e intenzioni già immesse a Sassuolo. Con risultati ancor più evidenti. Kaoru Mitoma, ala sinistra, e Evan Ferguson, professione centravanti, sono due nomi chiave della fase offensiva. Oggi i Seagulls sono sesti e con tre gare da recuperare, ma già così sono tante le partite saltate agli occhi per i gol realizzati. Si prenda quello di Mitoma al West Ham, un mese fa.

“La grande crescita di Mitoma, Caicedo e di altri loro compagni, che sembrava potessero essere allenati solo da Potter e invece hanno trovato De Zerbi, un altro manager in grado di valorizzarli, anzi di esaltarne le doti. E di vincere un buon numero di partite”, ha scritto lucidamente Rivista Undici. Difendendo, e ci mancherebbe, il gusto di veder vincere col bel gioco. Ma chi non lo vorrebbe? Il problema sono gli ideologismi faziosi che storpiano ogni visione.

L’ITALIA RICHIEDERA’ INDIETRO DE ZERBI?

Insomma, l’errore è italiano. L’abbiamo lasciato emigrare senza valorizzarlo e tenerlo nello Stivale. Nel bottino sin qui riscosso c’è anche la semifinale di Fa Cup contro il Manchester United, oltretutto. E se i gabbiani non se lo lasceranno portare via facilmente, ci sono già i primi rumors su un possibile interesse o blitz del Chelsea. Anche in questo caso, allora, a rimanere fregati saremmo sempre noi.

 

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