“In questi mesi la Fiorentina sta avendo un percorso davvero positivo. Abbiamo voluto fortemente questa qualificazione, affrontiamo il torneo con grande orgoglio e voglia di andare avanti. Siamo contenti delle sei vittorie consecutive e di come approcciamo le partite”. Parlava così, Vincenzo Italiano alla vigilia della sfida contro il Sivasspor. Poi, giovedì sera, è arrivato l’1-0 firmato Barak: settima vittoria consecutiva e sguardo con almeno un piede al passaggio del turno.
Sembra facile e semplice cavarsela così, però. L’analisi sulla Fiorentina, invece, impone uno sforzo in più. Dettato da evidenze, in campionato non è la stessa Fiorentina. E in campionato le prestazioni spesso non trovano continuità né risposta nei risultati.
E allora anche quest’anno, come in quattro delle ultime cinque stagioni, la viola naviga in acque troppo pericolose e basse “per esser di Firenze vanto e gloria”.
I NUMERI DELLA VIOLA DI ITALIANO
Innegabilmente, l’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina del club toscano – il 28 giugno 2021 – ha rappresentato l’inizio d’un nuovo ciclo. Una nuova era dopo anni troppo frastagliati, dal Montella-bis agli approdi e i ritorni poco fortunati di Giuseppe Iachini e Cesare Prandelli. Nel mezzo, l’acquisto della proprietà da parte dell’italo-americano Rocco Commisso: era il 6 giugno 2019.
Nella scorsa stagione, dopo il controverso addio allo Spezia, Italiano arrivò a Firenze con tanti auspici e buoni propositi, senza particolari obiettivi da centrare. Anche perché, in una piazza pesante come quella gigliata, era impensabile lavorare e promettere di far peggio degli ultimi piazzamenti rimediati in Serie A.
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La Fiorentina ha vinto sette partite consecutive in Europa 💪#ForzaViola #Fiorentina #ACFFiorentina #UECL pic.twitter.com/61cxFcKIDT
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Con l’ex centrocampista in panchina, allora, è arrivato il ritorno in Europa: sezione Conference League. Cinque anni dopo l’ultima qualificazione alla fase ai gironi di una coppa continentale.
Tutto grazie a un campionato condotto a pieno ritmo soprattutto tra le mura di casa: 41 punti su 62 sono arrivati al Franchi. Quest’anno, dopo 25 partite i punti sono soltanto 31 e il rendimento interno è solo leggermente positivo rispetto a quello in trasferta.
I PARADOSSI
Eppure, gare come quella di sabato scorso contro il Milan (vinta per 2-1, ndr) o contro la Lazio all’Olimpico terminata in parità hanno messo in luce un’ottima condizione di squadra, di collettivo, di organizzazione, di gioco e di qualità dell’undici viola. Che, però, fatica a trovare lineari corrispondenze con i risultati e quindi con la continuità in classifica.
4 – Antonín #Barak ha realizzato quattro gol in questa #ConferenceLeague, nessun centrocampista ne conta di più nella competizione (a quattro anche Álex Baena, Michal Skóras e Fousseni Diabaté). Fattore.#FiorentinaSivasspor
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La Fiorentina non beneficia di una coppia gol d’attacco scintillante come altre compagini nella Serie A in corso (Cabral-Jovic sono a quota 8 reti in due, né di una saracinesca particolarmente impattante come può essere nei casi di Vicario, Carnesecchi, Meret.
5 – Luka Jovic ha realizzato cinque gol di testa in tutte le competizioni in questa stagione, nessun giocatore di Serie A ha fatto meglio (cinque anche per Victor Osimhen). Torre.#FiorentinaMilan
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Anche nei clean sheets, i gigliati viaggiano a pari merito con il Torino: cinque porte inviolate sin qui, dietro altre undici rivali migliori in questa classifica. E’ il possesso palla una delle chiavi principali della squadra di Italiano: come scrive Francesco Ciarnelli su Romanzo Calcistico, la Fiorentina è terza dietro Napoli e Monza. Tre squadre guidate da tecnici di casa nostra, giovani e giovanili con idee sempre fresche. Bene anche, per i toscani, il fatto di reggere botta fino all’ultimo in partita. Recuperando talvolta il risultato.
I CONTI DELL’ERA COMMISSO
A settembre, stilando una prima pagella su campionato, la Fiorentina era da 5,5 secondo il Corriere dello Sport. Pochi giorni dopo quel voto, Rocco Commisso rilasciava in esclusiva a Sportitalia dichiarazioni in esclusiva a tutto tondo sulla sua esperienza viola.
Difedendo il suo lavoro diceva: “Nessuno ha messo i soldi che ho messo io. Tra Pontello, Cecchi Gori e Della Valle hanno speso 100 milioni in 40 anni”, promettendo di restare e portare sempre più in alto il club, provando a investire su un nuovo impianto e incoraggiando l’operato di Italiano e dei giocatori.
Oggi il percorso in Conference League è pressoché perfetto, tra cinque giorni ci sarà il ritorno in Turchia contro il Sivasspor per il passaggio ai Quarti di finale. In campionato la strada è più tortuosa. L’Europa è lontana undici lunghezze. In termini di conti, invece, il bilancio al 30 giugno scorso è stato chiuso con 46,8 milioni di euro di utili, un fatturato di oltre 230 milioni di euro e un calo dei costi a quota 161,4 mln. Numeri, anche questi, della Bifiorentina.